
Il 1 maggio si è svolto l’ultimo appuntamento con la compagnia internazionale “Carros de Foc” che quest’anno è giunta a Napoli portando con sé un po’ del Burning Man dal Nevada. Gli eventi sono stati organizzati dal Nabilah – che li ha ospitati – e da Traverles con la partnership della guida online “Visit Naples“.
Il 1 maggio è stato il giorno dedicato all’elemento del fuoco, tante le performance e i giochi che hanno attirato l’attenzione dei presenti. Una vera e propria festa ricca di stupore e meraviglia grazie alle bellissime installazioni della compagnia tra rapaci volanti e acrobati sospesi in cielo. L’ultimo giorno si è svolto quasi come un’iniziazione di fuoco a questo mondo fatto di fantasia con uno spettacolo suggestivo che si è svolto sulla spiaggia del Nabilah.
Gli esseri magici dei Carros de Foc immersi in un fuoco catartico
L’aquila gigante, Sofia, si è innalzata in volo, al suono della musica batteva le ali concedendo ai presenti un po’ della sua saggezza da spirito alato e procedendo in direzione di Pedro, il grande bambino che camminando grazie ad apposite gru le andava incontro. Intanto un differente battito giungeva dalla terra, i tamburi e le danze di giovani guerrieri si libravano nell’aria illuminati da fiaccole incandescenti per diffondere l’energia vitale e la felicità.
Tra musiche a tema e immersi in un’ambientazione studiata per dimenticarsi della vita di tutti i giorni, si è svolto nel buio totale della notte il momento più catartico e rappresentativo della giornata. Il “Caballo Real”, un essere vivente millenario carico di storia, magia ed intensità, è giunto sulla spiaggia flegrea per purificare i presenti e dissolversi tra le fiamme che lo hanno avvolto in un momento di massimo climax. Con lo stesso spirito purificatore e rinnovatore è stato dato fuoco a tutte le strutture coinvolte nella trilogia per procedere alla cerimonia di chiusura del Festival.
I “Carros de Foc” hanno creato la magia e l’hanno portata con sé per il mondo prima di giungere anche a Napoli: dagli Stati Uniti d’America passando per Dubai e Marocco, animando così svariati Festival dal peso internazionale. La compagnia, fondata da Miguel Angel Martin, ha incantato Napoli con le sue produzioni più famose: Euterpe, Pedro, le scale magiche, il Caballo Real, l’Acquila Sofia.
«Per me e per i membri della compagnia Carros de Foc esibirci in questo luogo è stato magico. E’ venuta fuori un’energia particolare a Napoli, qui al Nabilah si sono incontrate l’arte e la diversità… Il pubblico italiano è molto simile a quello spagnolo: è un pubblico con molta energia che vive la festa e la cultura, che si integra facilmente. L’italiano non è solo uno spettatore, vuole partecipare.» – Miguel Angel Martin
Intervista a Miguel Ángel Martín
Quali sono le sue impressioni a caldo in merito a questa avventura italiana, o meglio, napoletana?
Per me e per i componenti della compagnia Carros de Foc esibirci in questo luogo è stato magico. Si sono incontrate l’arte, e la diversità… E’ venuta fuori un’energia particolare a Napoli, qui al Nabilah!
Le differenze tra il pubblico italiano e quello del resto del mondo?
Ovunque andiamo abbiamo a che fare con differenti modi di pensare. Il pubblico italiano è molto simile a quello spagnolo: è un pubblico con molta energia che vive la festa e la cultura, che si integra facilmente. L’italiano non è solo uno spettatore, vuole partecipare!
Come e quando è iniziato il tuo rapporto con l’arte visiva e scenica?
Ho passato tutta la vita circondato dall’arte, dato che vengo da una famiglia di artisti. Nel 1994 ho avviato un progetto molto speciale, ovvero Carros de Foc, con installazioni giganti che trasmettono molto più che un’ora di arte statica e che sicuramente faranno la storia. E grazie a queste si è creata una nuova tendenza, che sta spopolando in tutto il mondo, coniugabile in ogni tipo di spettacolo. Ho tentato di realizzare sculture che facessero di più, che raccontassero sentimenti, che fossero in grado di scrivere la storia. Per questo è nato Carros de Foc!
C’è qualcuno che ti ha influenzato dal punto di vista artistico?
Sì, c’è una corrente artistica che mi ha ispirato, quella di Salvator Dali. Il surrealismo, l’astrazione del surrealismo, togliere le cose dal loro contesto. Ed è questo che ho voluto fare: togliere le cose dal loro contesto, sorprendere il pubblico così come faceva Salvador Dali!
Qual è la sua istallazione preferita?
Euterpe: una marionetta gigante che riproduce una ragazza che per la sua realizzazione, per il suo contenuto e l’espressione del volto mi sembra straordinaria… Ovunque va, sorprende sempre il pubblico!