Amedeo Modigliani. La ricerca dell’essenza negli occhi di Modì

Tra gli artisti più influenti del ‘900 e maggiori esponenti dell’arte contemporanea, Amedeo Modigliani. Quarto figlio di una famiglia di origini ebraiche sull’orlo di una crisi finanziaria, nasce a fine ‘800 a Livorno, una città che fin da subito gli sta troppo stretta, e appena può cerca di saziare la sua sete di conoscenza andando prima a Firenze poi a Venezia. Arriva infine a Parigi, dove conduce una vita povera stabilendosi a Montmarte e venendo a contatto con alcune importanti personalità artistiche: Picasso, Toulouse-LautrecRenoir, Cézanne. A questo periodo si deve anche il suo soprannome Modì, dalle prime lettere del cognome, la cui pronuncia somiglia alla parola francese maudit, cioè “maledetto” e infatti con la sua vita bohemienne, incarna alla perfezione la figura dell’artista maledetto, anticonformista e antiborghese.

La sua è stata una vita di eccessi, stroncata a soli 35 anni dall’aggravarsi della malattia che lo aveva accompagnato sin da quando era adolescente. In questi anni segnati dall’alcool, dalla malattia e dalla droga, Modigliani però è rimasto sempre fedele alla sua arte, rifiutando quei nuovi movimenti artistici e letterari che erano in contrasto con la tradizione. Non condivide, infatti, l’idea di Marinetti di distruggere i musei per crearne di nuovi. La sua è una vera e propria dedizione all’arte classica.

I ritratti di Amedeo Modigliani secondo il suo stile personale

Negli anni di attività la sua pittura ha una profonda evoluzione, inizialmente caratterizzata da pennellate nervose, influenzata poi dalla tecnica di Cézanne sia per il tratto che per il colore. Per un periodo Modigliani si dà anche alla scultura, sua vera passione, ma abbandonata repentinamente per motivi di salute. Ed è proprio la scultura che influenzerà i suoi successivi lavori riprendendone l’essenzialità delle opere e nella riduzione delle figure al minimo. La maggior parte della produzione di Modigliani è rappresentata da ritratti, con una breve parentesi di nudi e rari paesaggi.

A farlo entrare di diritto nell’immaginario collettivo sono proprio i suoi caratteristici ritratti in cui con poche e nette pennellate sembra catturare l’essenza dei personaggi che ritrae. Non a caso la rappresentazione grafica doveva essere sempre preceduta da una lunga frequentazione col soggetto per riuscire a coglierne il profilo interiore. Molti dei suoi modelli infatti dissero che farsi ritrarre da Modì era come «farsi spogliare l’anima». A prima vista i personaggi possono sembrare monotoni e bloccati, spesso con le mani incrociate o quasi lasciati andare sulle loro sedute. Il contorno è netto e spicca sullo sfondo che generalmente è sfocato, appena accennato. Anche i colori non sono mai vivaci, come a dimostrare che per il pittore fosse più importante il tratto e non la colorazione. Tutti questi accorgimenti sembrano sottoporre il soggetto ritratto ad un processo di spersonalizzazione e stilizzazione, fino a farlo diventare un’entità astratta.

Gli occhi vuoti e i colli lunghi di Modì

A rafforzare ancora di più questa sensazione, ci pensano poi gli occhi e i lunghi colli, le vere caratteristiche dei ritratti di Modì. Gli occhi infatti sono vuoti, privi di pupille, come quelli delle statue antiche, quasi extraterrestri. Sembra infatti che l’artista non dipingesse mai gli occhi dei suoi personaggi almeno finché non fosse in grado di capirne l’animo. Ma anche davanti a queste orbite svuotate, i ritratti non perdono la loro personalità. A volte ha dipinto anche occhi asimmetrici e diversi tra loro, un occhio chiuso e l’altro aperto, uno di un colore e uno di un altro, come nel ritratto del pittore Léopold Survage. E all’ amico, sorpreso nel vedersi rappresentato con un occhio vivo e un altro accecato rispose.

«Ti ho dipinto così perché con uno guardi il mondo, mentre con l’altro guardi dentro di te.»

L’altro marchio di fabbrica di Amedeo Modigliani è rappresentato dai colli sottili e allungati, anche se questa particolarità non è una sua invenzione. Famosa, infatti, è “La Madonna dal collo lungo” de il Parmigianino, da cui Modigliani sembra prendere spunto e addirittura estremizzarne il tratto. Il collo quindi, che fa da ponte tra la testa e il corpo, congiunge due parti così diverse e distanti tra loro. Modì gli affida l’eleganza e la spiritualità dei suoi ritratti, facendoli così distaccare dalla banale realtà di tutti i giorni.

Nonostante gli occhi irreali, i colli sottili e la stilizzazione estrema, le figure ritratte da Modigliani non sono mai immagini deformi o svilite, ma prendono comunque vita, anche se forse ispirano un po’ di malinconia.

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