
“Autoritratto con collana di spine e colibrì” di Frida Kahlo -1940 sito al museo Harry Ransom Center in Texas-, è tra i suoi autoritratti quello che maggiormente racconta la vita dell’artista. È ricco di simboli e significati nascosti che menzionano diversi episodi vissuti e diversi sentimenti provati dalla pittrice messicana. Frida tramite l’arte decise di raccontare e donare il suo dolore a chiunque avesse voluto accoglierlo.
“Autoritratto con collana di spine e colibrì” di Frida Kahlo. Analisi dell’opera: descrizione e significato
Frida Kahlo si autoritrae in modo frontale, così da essere ben visibile allo spettatore e soprattutto da concedergli unicamente la sua attenzione. I suoi occhi, quasi spenti, intrappolano lo sguardo e risuonano nei vari dettagli simbolici volti a trasmetttere la sua sofferenza. Alle spalle sono raffigurati due animali diversi: a sinistra una scimmia ragno e un gatto nero a destra. Funge da sfondo, non solo ai due animali, ma all’intera composizione un trionfo vegetale di foglie. La rappresentazione degli animali non si ferma a questi due esemplari. Al collo, l’artista, porta una collana di spine decorata con un colibrì che vi è stato appeso. Ancora, due farfalle completano l’acconciatura della donna e in alto aleggiano nell’aria due libellule con le forme di un fiore.
L’opera è ricca di simboli: questi non solo rimandano alla sua vita e la sua sofferenza, ma richiamano anche le sue tradizione e origini. Il colibrì morto che porta al collo deriva dalla tradizione messicana: erano usati come amuleti per favorire la vita sentimentale. In questo caso, tuttavia, l’artista decide di rappresentare il volatile non con i soliti colori sgargianti, ma dipinto di nero. È il ricordo della vita sentimentale fallita dell’artista, del matrimonio concluso con il proprio marito.
La scimmia richiama due significati: il ricordo della maternità strappata a causa dell’incidente o, seconda ipotesi, un ricordo del marito con una connotazione negativa, dato che Diego Rivera le regalò proprio quest’esemplare. La prima ipotesi, il ricordo della maternità negata, potrebbe essere sottolineata dal fogliame ricco che funge da sfondo. È un fogliame rigoglioso che ricorda la fertilità della terra, quella fertilità del corpo che l’artista perse in quell’incidente.
Il gatto che tiene sull’altra spalla, ha le orecchie abbassate e all’indietro, diviene così simbolo di sfortuna e morte. Infine, le farfalle e le libellule che volteggiano nell’aria potrebbero indicare la sua voglia di libertà, il desiderio di ritornare libera da ogni tormento e leggera come un tempo.
Cosa rappresenta Frida Kahlo nei suoi quadri. L’incidente e la dialettica del martirio per esorcizzare il dolore
Il genere che maggiormente ha adoperato la pittrice è stato proprio questo. Così l'”Autoritratto con collana di spine” di Frida Kahlo diventa non solo un mezzo pittorico, ma un modo per esorcizzare il suo dolore e la sua vita difficile. È degno di nota l’incidente che le causò, oltre l’infertilità, una paralisi della parte inferiore del corpo, costringendola a stare a letto e diventando l’occasione per avvicinarsi alla pittura, come mezzo per sopportare ed elaborare il dolore. Il ritratto diventa un modo alternativo per vedersi, quasi l’occasione per dipingere una diversa vita e viverla in altro modo, forse quello più desiderato.
La scelta di crearsi in questo modo, con questo sguardo duro e magnetico, suggellato delle famose sopracciglia unite, occorre per impossessarsi dell’attenzione dello spettatore e raccontargli la propria storia e sofferenza. Lei che fu una donna così forte, si ricrea con questi occhi così duri, ma al contempo sofferenti. La sua collana di spine ricrea un collegamento con la corona indossata da Gesù nella sua Passione. Frida si autoriproduce come martire, con i segni ben evidenti e ben raccontati della sua continua sofferenza. Una sofferenza non solo fisica, dato che con l’autoritratto spesso la donna raccontò le sofferenze del suo matrimonio con il famoso pittore Diego Rivera. Anche l’abito che indossa nella scena, un abito bianco, quasi un saio, ricorda quello adoperato dai martiri. Il colibrì diventa quasi un ciondolo, come una croce, che testimonia il suo martirio.
“Autoritratto con collana di spine e colibrì” di Frida Kahlo lascia una lezione di umanità
“Autoritratto con collana di spine” di Frida Kahlo è creato con una grande armonia simmetrica. Se si tagliasse a metà, otterremo due parti perfettamente simmetriche. La simmetria viene a mancare nelle foglie che sono create in modo più disordinato. I colori caldi usati per la figura della donna sono opposti a quelli dello sfondo, creato con toni più freddi.
Un incontro tra due opposti, tra il dolore vissuto e il ricordo dell’amore donato. Il richiamo alle sue sofferenze, alla sua maternità strappata, al matrimonio fallito e alle tradizioni messicane sono gli elementi basilari dell’opera. Il filo conduttore è quello della sofferenza, presente in quasi la totale produzione artistica della pittrice. Proprio questo filo, però, la rende umana e vicina allo spettatore. Chiunque osservi questo autoritratto porta con sé delle cicatrici e del dolore vissuto. La pittrice non sembra, allora, così lontana. Non vi è distanza temporale, fisica o di vita vissuta. Il dolore avvicina ogni uomo all’altro. Lei ha saputo farlo in modo ancor più umano e altruista, l’ha raccontato e offerto a chiunque avesse voluto accoglierlo, dimostrando la vera essenza dell’arte, quella di donare e arricchire.