I fiori nell’arte. La parabola da dettaglio e protagonista a merce

Quante volte, ammirando opere d’arte dalle molteplici correnti pittoriche ed epoche, ci si è imbattuti in un particolare soggetto: il fiore. Così caro ad uno dei volti più noti della pittura impressionista, Claude Monet gli è grato per avergli consentito di diventare pittore. Fiori colorati, esotici e più conosciuti, soli o in composizione, sono stati immortalati in numerose opere d’arte e nel tempo si è creato un vero e proprio genere denominato “natura morta”, conosciuto proprio per la costante presenza di fiori o soggetti naturali in generale. Tuttavia i fiori nell’arte restavano un genere inferiore, minore rispetto ai grandi temi importanti del momento quali la pittura mitologica o religiosa.

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L’ascesa dei fiori nell’arte da semplice dettaglio a protagonista assoluto

Il fiore diviene protagonista assoluto grazie al pittore Hans Memling, quando nel 1490 diede vita ad una meravigliosa opera: un vaso di fiori, stagliato sullo sfondo scuro, primeggia, diventa il protagonista assoluto. Uno sfondo che esalta la bellezza di un tema che già lo possedeva, lo rende ancor più accattivante, lo pone sotto i riflettori. La consacrazione del tema, in seguito, si può dire che avvenne con il pittore Michelangelo Merisi detto Caravaggio. La sua opera “Canestra di frutta” è una vera guida per far comprendere il soggetto descritto, mettere in luce tutte le sue meravigliose sfaccettature, comprendere ed esaltarle.

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In questo modo, il tema naturale viene posto sul medesimo piano di quello umano, delle grandi storie degli Dei o di Santi. Il fiore, la natura e ciò che è collegato a tale mondo non è più un semplice decoro, un mezzo elegante per arricchire un’opera, diviene ora un tema vera e proprio, degno di nota, degno di raffigurazione e non di occupare un ruolo marginale come nel passato. Se nel corso dei secoli, il fiore da semplice decoro è diventato soggetto primario assoluto, la sua trattazione varia a seconda degli artisti che lo hanno analizzato, varia a seconda del loro modo di vedere l’arte e la vita. Il fiore di tinge di varie sfumature proprio come vari colori adornano la natura.

Nature morte e fiori di Manet in un ritorno alle origini

Edouard Manet nella sua produzione artistica dedicò molte opere al tema floreale e in particolar modo alla natura morta. Durante gli anni 1864-1865 e agli inizi degli anni Ottanta trattò maggiormente il tema. I fiori nell’arte di Manet hannopennellate pastose, colme di colore, contrasti di cromia, esplosioni di tinte e colori chiari: tratti distintivi delle sue opere con protagonista il tema naturale. In più, il pittore adoperò il tema con una connotazione diversa rispetto ai pittori dei secoli passati.

Il fiore, simbolo di vanitas, rappresenta la fugacità della vita, l’inafferrabilità del tempo, il desiderio che accomuna noi tutti di poter vivere per sempre e il ricordo di ciò che ci aspetta inevitabilmente. Il fiore ricorda la bellezza che va via, la meraviglia degli anni che sfiorisce. Ma, ricordandolo, offre l’opportunità di vivere ogni momento a pieno, dona consapevolezza, fa godere di ciò che presto evaporerà come il profumo di ogni fiore.

L’immersione nella natura di Klimt

La natura ritorna come unico soggetto nell’opera klimtiana “Giardino di campagna con girasoli”, rendendo protagonisti i paesaggi estivi dell’Attersee, nel salisburghese. Gustav Klimt diviene artefice di una vera e propria esplosione di colori e sfumature, ogni angolo della tela è dominato completamente dal nuovo soggetto. Il pittore stesso si cala completamente nel paesaggio, avvia una conversazione con la natura, crea un rapporto univoco con ciò che lo circonda, nasce una relazione esclusiva, forte quasi soffocante tale da eliminare completamente l’elemento umano. Uno spazio privo di orizzonte, soltanto decorato da varietà di fiori, da colori accesi per catturare l’attenzione del fruitore, ricorda quasi un rivestimento di una parete o un mosaico dove numerosi incastri si uniscono tra loro.

I fiori nell’arte surreale di Chagall

L’atmosfera surreale che accompagna quasi completamente la produzione artistica di Marc Chagall è presente anche nella trattazione del tema della natura. Corpi di uomini e donne, amanti libranti leggiadri nell’aria, ricordi della vita passata sono catturati dentro un’aria ferma, immobile. La stessa atmosfera che circonda anche i fiori e i suoi simili nell’opera “Natura morta alla finestra”.

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Ripercorrendo il tema tanto caro al Merisi, il pittore russo crea qualcosa di innovativo. La natura morta, con vasi di fiori, un’alzata di frutta, un cestino e un galletto spennato sono poggiati su di un tavolo rotondo dai colori scuri. Tutto è stagliato contro uno sfondo, una parete colorata dai toni pastello. Al di sopra prende vita una scena “irreale”: un incontro tra due figure, il pittore con dei fiori in mano e una capra provvista di ali, divisi dal vetro della finestra spalancata sulla natura morta. Da una parte i mazzi di fiori, i colori accesi, i personaggi in volo che contribuiscono a creare un’atmosfera onirica, dall’altra il crudo realismo del galletto morto, danno vita ad un’atmosfera unica, una dimensione ricca di significato.

I fiori per Andy Warhol: decorazione da vendere

Il fiore fu il soggetto per eccellenza che permise al grande protagonista della corrente Pop Art, Andy Warhol, di creare senza essere emotivamente coinvolto, alzandosi a livello di vero e proprio esecutore pittorico con l’unico scopo del puro decorativismo. Un vuoto, uno semplice sfondo viene arricchito da immagine fredde, esplosioni di colori, ma pur semplici decorazioni ben fatte. Sembra quasi che il pittore non abbia mai accarezzato un fiore e non abbia mai sentito il profumo.

Il prodotto finale non è così diverso da qualunque altro prodotto destinato alla semplice vendita. Il fiore reso protagonista delle sue serie “Flowers” diventa semplice elemento decorativo. Un salto nel passato, questa volta però, connesso alla vendita e al consumismo. Il fiore, quindi, non è un dettaglio che arricchisce il dipinto di un artista, non è nemmeno un genere da trattare, ma semplicemente una “merce vendibile”.

 

Autore: Antonella Mazzei

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