Futurismo anni’ 10 – anni ’20 è la mostra sui grandi del ‘900

È in mostra a Napoli nella splendida Cappella Palatina del Maschio Angiolino, dal 19 ottobre 2018 al 17 febbraio 2019, “Il Futurismo anni ’10 – anni ’20“. Rintraccia il filone storico artistico del movimento tramite le opere dei più importanti esponenti, da Balla a Boccioni, da Carrà a Depero e tanti altri nomi che hanno reso noto lo scenario artistico italiano dei primi del Novecento.

Il Futurismo anni ’10 – anni ’20, una mostra sulle evoluzioni stilistiche dei primi del Novecento

La prima parte della mostra presenta opere dal 1906 al 1915, dagli inizi allo sviluppo dei futuri concetti, evidenziando l’unicità espressiva degli artisti. Viene presentato, in particolare, il Divisionismo di Severini, Boccioni e le opere di Balla del 1910, anno importante per la formulazione del Manifesto del Futurismo. L’esempio pratico di questa diversità espressiva si rintraccia nella reinterpretazione pittorica del cubismo, chiarissimo in “Terrazza a un caffè di Montmartre” di Severini del 1913.

Anche la ritrattistica ufficiale viene stravolta, come nel “Ritratto” di Sironi nel 1913. Dà avvio alle linee spezzate e studi sulla velocità e dichiara l’appartenenza al movimento di opere come “Cavallo e Cavaliere” di Carrà del 1915.

È evidente un’ ulteriore evoluzione stilistica dal 1915. Depero e Balla sono i protagonisti della nuova pubblicazione del Manifesto futurista “Ricostruzione futurista dell’universo”. Viene chiarito il modo in cui il movimento artistico può estendersi a tutti gli ambiti della vita umana. L’esposizione è stata curata in modo da dedicare una sezione esclusivamente a questa novità con il ciclo delle stagioni di Balla e in Depero con la reinterpretazione della natura in chiave fantastica.

Movimento futurista. Macchina, spazio, velocità e dinamismo

L’ultima sezione presenta gli aspetti generali del Futurismo. Legato ai concetti di modernità, velocità e tecnica, vengono rielaborati gli assiomi dei principali movimenti artistici. Si sposta il focus sull’identità nazionale, con l’esaltazione della guerra in senso patriottico, la rivoluzione e lo stravolgimento delle regole intoccabili della cultura italiana.

Tutti questi concetti sono evidenti in opere come “Studio per mobile futurista”. Balla nel 1920 amplifica i concetti di macchina umana in qualità di massima espressione della modernità e del primato delle macchine. L’orgoglio nazionale e l’indugio alla guerra è evidente, oltre che nel contenuto, anche nella metodologia della creazione dell’opera. Realizzata in collage di carte colorate e fotografia, Depero realizza “Depero astrattista – Guerra Guerra!”. Scrive a mano l’anno 1915 e la sua denominazione di artista astrattista. Lo stesso artista nel 1925 realizza la simpatica scultura “Pupazzo Campari”, nello stesso anno in cui Marinetti e consorte, Prampolini e Sansoni si fanno fotografare nella sala Futurista della terza Biennale Romana.

Futurismo, Divisionismo, Areopittura

Cinque anni più tardi, nel 1930 viene sviluppato il concetto di Areopittura futurista, elaborando il nuovo senso prospettico delle vedute dall’alto. Non a caso si parla di “areo” pittura, collegandosi anche al nuovo mezzo di trasporto, l’aereoplano nato nel 1903. Come per la macchina, il treno, anche l’aereo apre ad un nuovo modo di concepire la vita. Il senso tecnico e di modernità del XX secolo, come avvenne per la fotografia, portò ad un nuovo modo di dipingere. Arturo Ciacelli realizza “Areopittura” nel 1924 in cui sono evidenti ancora residui cubisti.

Una mostra intensa, densa di particolari affascinanti per l’osservazione della pittura agli inizi del Novecento. Lo stravolgimento dei fondamenti artistici, nonchè culturali, porta ad interagire con un passato a noi recente e pur poco conosciuto. Sebbene molte tesi futuriste non siano condivisibili, non possiamo non pensare che queste stesse hanno contribuito ad ampliare l’osservazione del concetto di arte, fondamenta del nostro contemporaneo artistico.

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