
Cosa rappresenta “La Libertà guida il popolo” di Eugene Delacroix per i diritti umani e la storia
“La Libertà guida il popolo” di Eugene Delacroix è il primo quadro politico nella storia della pittura moderna. Oggi si trova al Museo del Louvre ed è un un olio su tela realizzato nel 1830. Si riferisce a “Le tre gloriose giornate” del 1830, quando il popolo parigino insorse contro la politica autoritaria di Carlo X di Borbone.
Il re aveva emanato una serie di decreti con i quali favoriva l’aristocrazia terriera, reintrodusse anche la censura ed altri provvedimenti destinati a limitare le libertà fondamentali dei cittadini francesi. Delacroix partecipò alla rivoluzione, ma senza troppa convinzione. Forse proprio per questo vuole sdebitarsi con la nazione realizzando questa maestosa opera d’arte, inserita a pieno titolo all’interno del movimento romantico.
«Ho cominciato un tema moderno, una barricata… e, se non ho combattuto per la patria, almeno dipingerò per essa» – Eugene Delacroix
Coerentemente ai principi del Romanticismo, i soggetti che compaiono nell’opera non sono affatto immobili. Dai loro volti trasparono tutte le emozioni de “La libertà che guida il popolo”: le interiora della ribellione esplodono nei sentimenti e nelle passioni che animano gli insorti.
Cosa simboleggia la Libertà e chi è la Marianne?
In campo scendono tutte le classi sociali francesi, ma a predominare è la figura femminile in primo piano. La donna (di nome Marianne) simboleggia la Francia, avanza sicura in avanti facendosi guida per tutti gli altri. In testa indossa il berretto frigio, simbolo della grande rivoluzione del 1789. In una mano stringe un fucile, mentre con l’altra solleva in alto con orgoglio il tricolore francese.
Il suo seno è scoperto, questo particolare rappresenta la totale libertà contro divieti, vincoli e convenzioni. In basso posto ai piedi di Marianne vi è un giovane che l’ammira pieno di speranza. Marianne è la libertà che può restituire la dignità al popolo francese.
“La Libertà guida il popolo” di Eugene Delacroix: Descrizione, tecnica e colori
Tra i rivoluzionari che seguono Marianne si distinguono un ragazzo molto giovane simbolo della lotta dei giovanissimi e un uomo con il cilindro in testa, probabilmente un borghese. Molti hanno identificato in lui lo stesso Delacroix, ma è possibile anche che si tratti di un amico d’infanzia del pittore, un certo Felix Guillemardet. Tra un corazziere, una guardia svizzera e altri combattenti, purtroppo non mancano le vittime poste ai piedi di Marianne. Tutti i personaggi avanzano fiduciosi in avanti, inducendo nello spettatore un forte senso di coinvolgimento.
“La libertà” di Delacroix non possiede centri prospettici, tuttavia il senso di profondità è reso dalla disposizione dei personaggi e dai colori. Man mano che ci si allontana dal primo piano, le tinte diventano sempre più scure e indefinite. Anche il fumo delle armi contribuisce a rendere la profondità della scena e si presta anche come fonte di luce principale della composizione. A dominare sono i colori scuri, ciò ovviamente contribuisce ad accentuare la drammaticità del momento. Gli unici colori che ravvivano il dipinto sono quelli del tricolore francese e quelli della veste di Marianne. In fondo al dipinto si scorge appena la Cattedrale di Notre-Dame, simbolo di Parigi per antonomasia.
Lo schema piramidale della “Libertà che guida il popolo” e “La zattera della Medusa” di Theodore Gericault
La disposizione dei personaggi può essere racchiusa in una figura a piramide che Delacroix riprende dall’opera di un altro importante esponente francese del Romanticismo: “La zattera della Medusa” di Theodore Gericault. Da lui è ripresa anche la disposizione dei cadaveri in primo piano e il particolare del calzino allargato indossato da uno dei cadaveri.
Nel quadro di Gericault però le figure umane sembrano indietreggiare, mentre in Delacroix avanzano. La differenza è da attribuire al significato politico delle due opere. Il quadro di Gericault esprime la delusione dei francesi scaturita a seguito del tramonto dell’epopea napoleonica. Al contrario”La libertà guida il popolo” di Delacroix trasmette ottimismo per il futuro prossimo. Questa interpretazione è stata confermata anche dal critico d’arte Giulio Carlo Argan.
«Ricalcando lo schema compositivo della zattera, Delacroix lo rovescia. Inverte la posizione dei due morti in primo piano, e questo non è molto importante; ma inverte anche la direzione del moto delle masse, che nella zattera va dallo avanti all’indietro, nella Libertà viene in avanti, si precipita verso lo spettatore, lo prende di petto, gli rivolge un discorso concitato.»
Per la figura di Marianne, o meglio della Libertà, Delacroix si è invece ispirato alla Venere di Milo, statua risalente all’età ellenistica rinvenuta nel 1820.
Come viene considerata dalla critica “La Libertà guida il popolo” di Delacroix
Si può facilmente notare quindi la derivazione classica tra le influenze dell’opera di Delacroix. Nonostante ciò, la Libertà non ebbe immediata fortuna. Anzi, la critica e il pubblico non apprezzarono l’eccessivo realismo del pittore e inorridirono per la carica violenta della composizione e la crudezza dei corpi. I nudi, infatti, sono trattati senza filtri e in maniera fortemente realistica dal momento che, oltre agli elementi dell’arte classica, si rintracciano anche molti dettagli reali
Ci vorrà del tempo affinchè l’opera sia ammirata in tutta la sua complessa simbologia, riuscendo ad andare quindi oltre l’impatto della nudità centrale. Di lì la strada fu però in rapida ascesa. L’idea di individui di diverse classi sociali che abbattono le barriere delle diversità uniti da un comune ideale, è ciò che conferito successo all’opera. “La libertà” di Delacroix ha infatto influenzato l’arte di molti artisti, non per forza esclusivamente legati al campo della pittura.
Gli artisti che riprendono “La Libertà”
Si ritiene che anche per la realizzazione della “Statua della Libertà”, Auguste Bartholdi si sia lasciato ispirare dalla posa della Libertà di Delacroix. Inoltre nel 1944, quando la Francia fu liberata dall’occupazione nazista, l’evento fu celebrato con dei manifesti in cui compariva l’immagine del quadro. Lo stesso De Gaulle scelse il dipinto come emblema della sua propaganda politica.
“La Libertà guida il popolo” di Delacroix fu poi scelto anche come simbolo della lotta studentesca nel 1968. Non finisce certo qui la fortuna di quest’opera, dal momento che persino i Coldplay l’hanno scelta per la copertina del loro album “Viva la vida or Death and all his friends” uscito nel 2008. Di certo “La Libertà guida il popolo” non è un dipinto che passa inosservato e dopo quasi 200 anni è ancora emblematico.