“La Scuola di Atene” di Raffaello Sanzio viene realizzata tra il 1509 e 1510. È papa Giulio II a commissionare l’opera, per decorare gli appartamenti privati del palazzo papale. Raffaello avrebbe con questo dipinto celebrato il papato e la cultura di Roma come erede della civiltà classica.
Esaltato da un incarico che finalmente corrispondeva alle sue ambizioni, Raffaello dipinge le pareti della Stanze della Signatura – chiamate così dal latino “signum”, ossia “firma” perchè qui si apponevano le firme dei documenti ufficiali -, una delle quattro “Stanze Vaticane” poste all’interno dei Palazzi Apostolici.
Qual è il significato della Scuola di Atene di Raffaello Sanzio?
“La Scuola di Atene” di Raffaello Sanzio è un grande affresco che occupa l’intera parete della stanza della Signatura e misura 5 metri per 7,70. Capolavoro del rinascimento italiano, celebra la “filosofia” intesa come “amore per la sapienza”, da etimologia greca ϕιλο «filo-» e σοϕία «sapienza». La filosofia greca è una continua ricerca di ciò che rimane stabile in ogni esperienza. L’affresco carico di simbolismi, significati e interrogativi, rappresenta la conoscenza dell’uomo che tende verso le più alte sfere del sapere, una via attraverso cui l’uomo può arrivare al Bene.
Al vero si può giungere solo attraverso la scienza e la filosofia. L’uomo del Rinascimento è posto al centro dell’universo con il suo ruolo di dominatore della realtà, attraverso la ricerca razionale e il confronto animato. In tal senso “La Scuola di Atene” di Raffaello può essere vista come una sorta di Manifesto del Rinascimento, e rappresenta la visione antropocentrica del reale. I tanti pensatori del mondo classico presenti nella composizione, ricordano proprio la conquista della realtà che il nuovo uomo compie attraverso gli studi e la cultura.
Raffaello illustra la filosofia non come rigida icona, ma nel suo “farsi” e “divenire”, quasi come in una rappresentazione teatrale. Il movimento dei personaggi, le azioni, i gruppi esprimono il perenne movimento del pensiero attraverso i secoli. L’opera è ricca di suggestioni e aperta a vari livelli di lettura, tutti connessi tra loro dalla tensione e dalla ricerca dell’armonia perfetta tra cielo e terra.
Descrizione approfondita dell’opera
In verità il dipinto pur essendo essenzialmente destinato ad abbellire la biblioteca privata del papa, era stato concepito da Raffaello per pochi dotti, persone di cultura, capaci di comprendere i vari personaggi e le tensioni intellettuali che li animavano. La scena si svolge in una dimora classica, in un tempo quasi fuori dal tempo.
La simmetria si ravvede in ogni singolo dettaglio. Guardando dal basso verso l’alto, si apprezza il pavimento a quadrati regolari, la gradinata precisa e in allineamento con le architettura classiche, gli archi, i soffitti a botte e le nicchie contenenti le statue e sotto le quali si ammirano bassorilievi classici. L’equilibrio della composizione è rafforzato dagli edifici che con le loro linee prospettiche puntano l’attenzione dello sguardo verso il centro.
Le tonalità adoperate sono chiare e insieme all’assenza di chiaroscuri contribuiscono a manifestare la funzione allegorica dei personaggi, che si fanno personificazione dei pensieri astratti, lontani dalla carnalità del reale. Questo tipo di resa viene facilitata dall’utilizzo di una luce che discende dall’alto, approfittando dell’edificio privo di copertura.
Statue: la funzione di Apollo e Minerva
Tra le statue rappresentate, si citano in particolare quelle poste all’interno delle nicchie a sinistra, Apollo, a destra, Minerva. Entrambe le divinità simboleggiano la ragione e il loro significato viene rafforzato e reso ancora più chiaro dai bassorilievi che ne narrano alcune scene di vita.
Apollo, dio della musica e dell’ordine oltre che della saggezza, è raffigurato con in mano una lira. I bassorilievi sottostanti e a lui dedicati, raccontano di come sia possibile attraverso la ragione domare i vizi e l’istinto animale insito nell’uomo. Minerva invece con elmo, lancia e scudo, è spesso presente anche all’interno delle biblioteche per la sua saggezza. In questo dipinto i bassorilievi a lei collegati sono ancora oggetto di discussione, ma si pensa abbiano lo stesso valore di quelli dedicati ad Apollo.
“La Scuola di Atene” parla dunque dell’indagine razionale attraverso una rappresentazione delle sette arti liberali. A sinistra si susseguono la grammatica, l’aritmetica e la musica, a destra la geometria e astronomia, e in cima alla scalinata retorica e dialettica.
“La Scuola di Atene” di Raffaello: la prospettiva applicata
“La Scuola di Atene” come dipinto è caratterizzato da un’ampia spazialità prospettica. Le linee segnate dalla pavimentazione, simile ad una griglia geometrica, manifestano un uso rigoroso della prospettiva centrale.
La profonda navata si apre in direzione dello spettatore, come un vasto proscenio, nel quale campeggiano Platone e Aristotele, situati al centro della fuga prospettica e all’apice della gradinata, sullo sfondo del cielo che si scorge oltre l’ultimo arco. Intorno a loro si compone dunque la simmetria che domina l’opera. Raffaello riesce a realizzare grande armonia ed equilibrio, facendo in modo che le linee prospettiche, attraverso e raggrappando le figure nel dipinto, terminino unendo Aristotele e Platone nel punto di fuga.
Non a caso gli altri personaggi presenti nel dipinto sono disposti su due piani segnati dalla scalinata. Intorno ai due grandi si nota un primo gruppo intento a discutere e riflettere. Sulle scalinate invece si dispongono altrie due gruppi: a sinistra i pensatori orientati alla conoscenza della natura e dei fenomeni celesti, a destra quelli legati al mondo della geometria e i matematici, tra cui si nota Euclide intento in una dimostrazione geometrica.
Platone e Aristotele: due pensieri a confronto
Platone e Aristotele si distinguono dalle vesti (il primo con una veste rossa, il secondo con una veste blu) e sono identificati dai libri che portano in mano, rispettivamente il Timeo e l’Etica. I gesti di questi filosofi simboleggiano i due principali indirizzi del pensiero classico, l’idealismo e il realismo. Mentre Platone indica con il dito il cielo, Aristotele volge il palmo della mano verso terra.
Il personaggio ritratto come Platone è molto simile ad uno degli autoritratti di Leonardo da Vinci. Raffigurandolo con il Timeo e indicante il cielo, Raffaello riesce ad esprimere con pochi dettagli la sua filosofia. Solo attraverso un pensiero basato sul mondo delle idee che trascende le cose e raggiungendo metaforicamente la sfera celeste si può raggiungere il Bene. Il platonismo procede quindi dalla percezione delle cose sensibili attraverso i sensi e giunge ad una verità che si trova oltre le apparenze, nel senso stesso delle cose.
Il personaggio ritratto come Aristotele, invece, ricorda le fattezze di Bastiano del Gallo. Con in mano l’Etica Nicomachea, solleva la mano a mezz’aria, ad indicare l’indagine nel mondo della natura e dell’esperienza. In questo modo Raffaello trasmette l’idea aristotelica per cui dal mondo del pensiero e delle idee si torna al mondo sensibile della realtà e il Bene risiede proprio nel pensiero che trasforma la realtà e l’avvicina all’Idea.
Anche gli altri personaggi, ben 58, che affollano la scena, vengono dipinti da Raffaello come ritratti di personaggi contemporanei. Difficoltoso risulta, in verità, riconoscerli tutti e ancora oggi, di molti di essi si ignora l’identità.
Chi sono i personaggi principali della Scuola di Atene? Analisi
Facilmente riconoscibili sono Pitagora, individuato per la lavagna ai suoi piedi dove è raffigurato un diagramma che rimanda alla suddivisione pitagorica dell’ottava musicale e la forma della tetrattide con il numero quaternario e il triangolo, che simboleggia la perfezione e l’armonia del creato.
Euclide o forse Archimede viene rappresentato con le fattezze di Bramante, vestito con un elegante drappo rosso mentre è impegnato nello studio della geometria.
Il filosofo Eraclito dipinto con le fattezze di Michelangelo Buonarroti, è affrescato mentre con aria pensosa scrive, appoggiandosi ad un basamento. L’aria pensosa accomuna i due, considerando il carattere ostico e irascibile di Michelangelo e dello stesso filosofo greco definito “l’oscuro” per i suoi epigrammi criptici.
Sulla destra sembrano riconoscersi Zoroastro e Tolomeo che reggono rispettivamente la sfera celeste e il globo terrestre.
È possibile riconoscere inoltre l’autoritratto di Raffaello con accanto l’altro pittore detto da Sodoma, anche se non è chiaro il motivo per il pittore si volle ritrarre.
Colpisce la magnificenza della figura efebica in bianco con i lunghi capelli, posta sulla sinistra di chi guarda , che alcuni critici associano a una donna, precisamente alla grande filosofa neoplatonica Ipazia, filosofa e scienziata ,che simboleggia l’eccellenza umana che coniuga bellezza e bontà, bellezza e verità.
In verde è dipinto Socrate mentre discute animosamente con un guerriero armato.
La scuola di Atene ci ricorda che la riflessione, la conoscenza e lo scambio continuo con l’altro sono gli ingredienti indispensabili per proseguire nel sapere e raggiungere le quattro verità fondamentali a cui tendere: il vero, il bello, il giusto e il bene.
Ecco l’elenco dei principali personaggi presenti nella scena da sinistra verso destra:
- Zenone di Cizio
- Epicuro o Rito orfico | Fedra Inghirami
- Federico II Gonzaga
- Severino Boezio o Anassimandro o Aristosseno o Empedocle o Senocrate
- Averroè
- Pitagora
- Telaugue
- Alcibiade
- Antistene o Senofonte
- Kalokagathia greca (cosiddetta Ipazia) | Il Sodoma
- Eschine o Senofonte o Alcibiade
- Parmenide o Senocrate o Aristosseno
- Socrate
- Eraclito
- Platone
- Arisotele
- Diogene di Sinope
- Plotino
- Euclide o Archimede | Bramante
- Zoroastro | Baldassarre Castiglione
- Claudio Tolomeo
- Apelle | Raffaello
- Protogene | Il Sodoma o Perugino o Timoteo Viti






