
“La Vucciria” di Renato Guttuso è considerato il suo quadro più celebre. È stato realizzato a Roma nel 1974, quando il pittore a 64 anni si era trasferito lì da Bagheria, sua città natale. Nel grande quadro, tre metri per tre metri, realizzato olio su tela, è riprodotto un angolo caratteristico del mercato di Palermo. A dare l’atmosfera si notano il via vai dei passanti, i prodotti tipici, il crudo realismo delle carni esposte, le cassette di pesci, la frutta, verdura. Carapezza, curatore degli scritti di Guttuso, ci informa che per la realizzazione dell’opera il pittore si fece portare da Palermo a Roma tutti gli elementi ritratti nel quadro, compreso il pesce spada. È il grande omaggio del pittore a Palermo.
“La Vucciria” di Renato Gattuso. Una confusione ordinata
“La Vucciria” è una sintesi di cose e persone, una grande natura morta in cui sono ritratti più di ottanta prodotti in vendita. Colpisce l’uso sapiente dei colori che vanno dal giallo delle banane al rosso dei pomodori, dal rosa pallido del pesce spada al verde della cicoria e della lattuga e al bianco dei formaggi e del marmo in cui è adagiato il pesce spada. Le cassette ritratte in basso a sinistra sono ricche di pesci e crostacei, un tripudio di colori e sapori. A destra un quarto di bue pende da un gancio e sembra il protagonista principale del quadro.
Le persone ritratte, ben dodici figure tra mercanti e compratori, attraversano lo stretto “cunicolo” tra le bancarelle e sembrano abituate a quello stretto contatto, perché le strade in cui si snoda il mercato sono molto strette e ricordano i suk arabi. La donna in primo piano è vestita completamente di bianco, non ha volto, è ripresa di spalle. Appare molto sensuale mentre stringe la busta ed è messa in evidenzia dal colore candido che la isola dal resto della composizione ricca di colori e – quasi – disordine. Tra le grandi lampade che sembrano tremare, la donna incrocia un uomo assorto dalla maglia gialla, i due si incrociano senza guardarsi. L’uomo è una maschera di malinconia. Pure assorta nei propri pensieri sembra la donna anziana che avanza con il volto mesto e il vestito nero. Tutti i personaggi sembrano immersi nelle proprie riflessioni e non si scambiano sguardi, un segno dell’incomunicabilità che affligge i tempi moderni.
Il richiamo ad un tempo passato
«Un narratore o un commediografo davanti alla Vucciria avrebbe materia di scrittura sino alla fine dei suoi giorni.» – Andrea Camilleri
Parte del mercato sono il vocìo, il frastuono, gli odori, il brulichio della gente: caratteristiche del mercato dell’epoca. “La Vucciria” di Renato Guttuso è in un formato di 3 metri per 3 metri per poter restituire tutto ciò nella bidimensionalità della tela. L’artista ha realizzato prima il disegno e poi una serie di studi basandosi su una serie di fotografie fatte da lui stesso e da un suo amico, Ninni Mitico. L’idea della realizzazione del quadro deriva dalla profonda emozione che gli procurava attraversare il mercato da bambino, mentre rientrava a casa a Bagheria dalla scuola che frequentava a Palermo. La visione di tutta la merce esposta, i profumi che emanava, le abbanniate, il frastuono, la sensualità delle donne che ancheggiavano, lo ammaliavano e affascinavano. La Vucciria era, ed è ancora, per certi versi, un teatro fatto di quinte colorate pronto ad esaudire bisogni millenari.
Renato Guttuso è stato il maggiore esponente del neorealismo pittorico, la corrente artistica del secondo dopoguerra, che si riferiva ideologicamente nella forma e nel contenuto al realismo socialista e riproponeva la creazione nella pittura di espressioni artistiche aderenti alla realtà e comprensibili alle classi popolari.
La Vucciria di Palermo. Significati e riferimenti
La Vucciria, il mercato di Palermo, che grazie anche al dipinto di Guttuso è diventato famoso anche all’estero, è antichissima. Le balate, il selciato della Vucciria, sono una sua peculiarità perchè sempre bagnate e mai asciutte, perennemente sommerse dall’acqua scolata dai banchi dei pescivendoli. Proprio qui aveva anche sede la Loggia, il centro del commercio e degli scambi, sede delle logge appartenenti alle “nazioni estere”, ossia ai mercanti pisani, catalani, messinesi, genovesi. La zona è nata come mercato della carne e quest’origine è conservata nel nome. Vucciria, infatti, è anche Bocceria, termine in cui è charo il richiamo alla parola francese boucherie, che significa proprio “carne”. Un altro significato di Vucciria, in dialetto, è quello di confusione nel vero senso del termine: miscuglio incomprensibile di voci, di persone, di oggetti, di espressioni e di azioni.
Nonostante la scena del dipinto richiami la confusione e appaia ad un primo momento vaga e disordinata, l’autore valorizza ogni singola merce grazie all’equilibrio degli effetti cromatici. “La Vucciria” di Renato Guttuso è un’opera dinamica che incanta e riesce a cogliere l’anima del mercato palermitano.