Il Ratto delle Sabine: storia e mito nell’arte di Jacques Louis David

“Le Sabine” di Jacques-Louis David racconta il celebre ratto delle Sabine rappresentato in un momento preciso: quando Ersilia, regina dei Sabini, tenta eroicamente di arrestare il conflitto e la devastazione che di lì a poco si sarebbe consumata. Si colloca tra i dipinti di genere storico e di derivazione neoclassica, come molte delle sue opere. Il modo in cui narra il Ratto delle Sabine colloca l’opera tra le “Serie Iconografiche dell’exemplum virtutis”, ossia l’esaltazione eroica di atti nobili tratti dalla storia antica e riproposti nei tempi contemporanei come monito esemplare. Proprio seguendo questa visione, Denis Diderot scriveva che l’arte dovrebbe «rendere la virtù amabile, il vizio odioso».

Il dipinto ad olio misura 385 cm di altezza e 522 cm di larghezza, fu iniziato dal pittore nel 1796, ma concluso solo 4 anni dopo.

Le origini storiche del quadro: il Ratto delle Sabine di Livio Andronico

Il dipinto di David infatti si ispira al noto Ratto delle Sabine, episodio che col tempo ha assunto sempre più i connotati del racconto leggendario, ma che in realtà deriva da una vicenda storica realmente accaduta e riportata dagli storici romani Livio Andronico e Plutarco nei loro scritti.

Alle origini Roma, dopo la fondazione, per estendere le proprie terre e garantirsi il dominio su una zona più ampia, assoggettò il popolo dei Sabini. Sembra anche che il ratto delle donne fosse dovuto sia alla volontà di inglobare il popolo e farlo diventare romano per evitare future ribellioni data la tenacia sabina (le donne avrebbero sposato uomini romani e avuto quindi figli ormai romani), ma si legge in alcune testimonianze che un altro motivo sarebbe la ridotta presenza femminile nel popolo romano. Una delle spiegazioni ufficiali romane dell’atto, fu invece di aver dato la possibilità alle donne sabine di ricevere diritti civili e di proprietà in cambio del matrimonio con gli uomini romani.

Dopo tre anni dal rapimento delle sabine, Livio racconta che i sabini marciarono su Roma, guidati dal loro re Tazio, per riprendersi le donne. Considerando che il racconto di Livio assume la prospettiva dei vincitori e veicola quindi la loro versione ufficiale, si tramanda che le donne si intromisero per evitare la guerra. Arrestarono il conflitto sotto le mura del Campidoglio, essendosi ormai adattate alla nuova vita romana, con i figli che intanto avevano partorito.

“Le Sabine” di Jacques-Louis David: analisi e descrizione

Jacques-Louis David riprende quindi l’antica vicenda storica e la rende attraverso le caratteristiche estetiche neoclassiche, rappresentando i personaggi maschili in pose ferme e rigide e quelli femminili in preso ad una commozione enfatizzata con colori e contorni nitidi per esaltare la drammaticità del momento.

La scena rappresentata si svolge all’esterno, ma l’attenzione è tanto focalizzata sui personaggi in primo piano, da rendere il paesaggio appena visibile. Si intravedeno i principali riferimenti geografici – come il Campidoglio, l’Arx e il tempio di Giove Capitolino, la Rupe Tarpea – sotto il grigio tempestoso di un cielo che riflette l’impeto della vicenda e divide la composizione in due piani orizzontali. Al centro i Romani contro i Sabini, separati dalle donne sabine, si schierano in gruppi ben distinti, tanto da dividere ulteriormenteo la composizione, stavolta, in due piani verticali.

L’uso del colore nella rappresentazione dei personaggi

La battaglia è confusa, dipinta con colori smorti. Il bianco e il rossono guidano nella visione dei protagonisti del dipinto. Ersilia spicca bianca in veste e in viso, mentre si interpone con le braccia larghe tra il rosso dei due contendenti, il re sabino Tazio dal mantello rosso e il re romano Romolo dal copricapo scarlatto.

Con colori secondari e complementari, vengono contraddistinte altre figure rappresentative dei sentimenti delle donne contro l’indifferenza macchiata di rabbia degli uomini in lotta. Da sinistra verso destro, intorno ad Ersilia, spicca il blu del mantello di una sabina nell’atto di proteggere la figlia e allo stesso tempo di supplica, stringendo la gamba di Tazio; un’altra donna con una veste arancione si sporge verso terra mostrando la sua prole, in atto di supplica tra le lance e le gambe dei combattenti; un’anziana signora nella vesta verde sta per mostrare il seno a Romolo, chiedendo pietà per loro, le donne, genitrici e portatrici di vita, motivo per cui erano state inizialmente rapite.

Si nota che i riferimenti ai personaggi presenti nel quadro riportano a diverse fonti e documenti, ai quali Jacques-Louis David avrà fatto affidamento nel realizzare l’opera.

Lo stile emula l’antichità greca

Jacques-Louis David durante la realizzazione delle “Sabine” aveva dichiarato di voler fare il greco puro. Con questa espressione intede ricercare artisticamente un rinnovamento abbandonando lo stile romano e cimentandosi nell’emulazione dei grandi artisti dellla classicità greca. Aderisce infatti alle teorie del tedesco Winckelmann sul Bello Ideale e comincia a rappresentare nelle sue tele i guerrieri nudi alla maniera della scultura greca, realizzando figure dotate di una certa monumentalità, rafforzate dall’ordine e dall’equilibrio dell’impostazione quasi geometrica dei quadri.

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Il Neoclassicismo a cui si ispira il pittore si rifà all’arte antica classica, facendo rivivere i principi dell’armonia e delle proporzioni, tipiche della statuaria greca e romana, ritraendo i corpi nudi ed esaltandone l’equilibrio.

Il significato delle “Sabine” di David: un exemplum virtutis

Il significato complessivo del quadro è molto interessante. La scelta del tema dove le donne si fanno eroicamente avanti per placare le ire dei propri congiunti e riportare tutti alla concordia, diventa un monito contro le guerre ed una speranza di pace.

Nelle “Sabine” di Jacques-Louis David tutte le donne sono portatrici di valori positivi e di salvezza, mentre gli uomini rivestono un ruolo negativo che privilegia, per la risoluzione dei conflitti, l’uso delle armi e della guerra. Viene quindi richiamata l’idea del trionfo della concordia e della costruzione della pace. La grande Roma che nascerà di lì a poco e fonderà la sua grandezza sulle armi, alla fine che cosa avrà ottenuto?

Razziatori del mondo… loro (i Romani) bramano possedere con uguale smania ricchezze e miserie. Rubano, massacrano, rapinano e con falso nome lo chiamano Impero. Fanno il deserto e lo chiamano Pace. – Tacito

David è stato infatti un grande esponente della corrente pittorica del Neoclassicismo, che si diffuse durante la seconda metà del settecento. I pittori che vi aderirono, ritraevano soprattutto soggetti tratti dalla storia antica ed in particolare scene di “exsemplum virtutis”, cioè l’illustrazione di atti nobili o eroici tratti dalla storia antica e offerti al mondo contemporaneo come monito e incoraggiamento a bene operare.

Le ombre della Rivoluzione Francese

Jacques-Louis David infatti ha quindi raffigurato l’episodio delle Sabine per ammonire l’opinione pubblica di allora sulla rivoluzione francese, degenerata in una guerra civile inutile e sanguinosa, come quella antica con l’episodio delle Sabine. Era tempo di operare una pacificazione tra i contendenti.

Il pittore opera dunque durante la Rivoluzione francese: era stato uno dei fedeli seguaci di Robespierre ed aveva votato per la morte del re. Nel 1794 era stato incarcerato e i biografi riportano che proprio nel periodo in carcere Jacques-Louis David cominciò a ideare il quadro delle Sabine. Scegliendo questo tema, aveva voluto dimostrare di essere diventtato un uomo di pace.

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