
Francesco Hayez in “Malinconia” -e in altri dipinti come “Il bacio”– realizza un dipinto di grande impatto emotivo celando al suo interno, secondo la corrente romantica, importanti allegorie e messaggi storici. Un veritiera e ricca di pathos.
Un muro bianco, una semplice costruzione di mattoni, funge da scenario a “Malinconia” (1840-42), sita presso la Pinacoteca di Brera. Al centro della composizione si staglia la figura di una fanciulla. È in piedi, appoggiata al davanzale con le mani incrociate all’altezza della vita. Guarda davanti, dritta negli occhi dell’osservatore, seguendo le ultime tendenze avanguardistiche dell’epoca -precedentemente non bisognava ritrarre soggetti che guardavano fisso negli occhi-.
«La Malinconia era rappresentata da una giovane donna del Medioevo, che presa da un sentimento d’amore, sta in una posa abbandonata, che nonostante la passione per i fiori, da essa raccolti in un vaso, tenendone uno in mano che forse le ricorda la persona a lei cara, tiene alquanto china la testa, per meglio nutrire il pensiero che la domina, non curante tutto quello che le sta intorno, e gli abiti stessi che le cadono da una spalla, lasciando vedere parte del petto. L’abito è di raso celeste carico ch’io credetti adatto al soggetto, anche perché contrapposto alle tinte vive dei diversi fiori, ch’io presi tutti dal vero con cura coscienziosa.» – Francesco Hayez nella sua autobiografia
“Malinconia” di Francesco Hayez. Descrizione dell’opera
Ciò che cattura maggiormente l’attenzione, l’elemento più importante, lo stesso che motiva il titolo dell’opera, è lo sguardo della ragazza. Ha uno sguardo penetrante, ma allo stesso tempo malinconico. Sembra perso nel vuoto, eppure cattura: è il dettaglio chiave che attira l’attenzione. Ogni scelta fatta all’interno della composizione è volta a sottolineare questo dettaglio e incanalare l’attenzione sulla triste profondità degli occhi di lei, che guardano senza pudore in quelli dello spettatore.
I capelli neri corvini evidenziano e incorniciano il volto perfettamente ovale. Anche la scelta della posizione, di tre quarti, contribuisce a far risaltare lo sguardo. La posizione aperta allo sguardo altrui aiuta nel comprendere le sue emozioni fino a immedesimarsi. Gli occhi sono gonfi e lucidi, probabilmente è stata ritratta nel momento del pianto.
La malinconia che trapela dallo sguardo è infine confermata dal vuoto che vi è dietro di lei con quel semplice muro. Come mai questo muro bianco, se il pittore ha prestato così attenzione alla realizzazione dei fiori e del vestito? Perché quel vuoto che c’è alle sue spalle non distrae lo spettatore, non vi è davvero nulla che potrebbe catturare la sua attenzione alla stregua di quei due occhi languidi che guardano chiunque passi dinnanzi alla tela. E chiunque passi si emozionerà insieme alla ragazza. Una fotografia di una ragazza persa nei suoi pensieri, che suscita malinconia, appunto.
Del vestito che indossa se ne è parlato molto. Diversi critici rivedono nella realizzazione di questo abito, ricco di pieghe e imponente, un rimando allo stile e opere di Tiziano. È vaporoso, di un tessuto molto lucido, una tonalità come carta da zucchero che nei punti illuminati diventa sgargiante. Il vestito non copre completamente il corpo della ragazza. La sua spalla sinistra è nuda e l’ampia scollatura è arricchita da una semplice collana con crocifisso.
Il significato di “Malinconia” di Francesco Hayez. Allegoria della vita e sconfitta storica
L’atmosfera malinconica, triste, sconfitta trapela da ogni dettagli della composizione. Il vestito è scomposto, la veste cala sul lato della spalla, il viso pallido mostra l’emozione senza un tentativo di dissimulazione, ma ancora concorrono il vuoto dello sfondo e i fiori appassiti.
Del vestito che indossa se ne è parlato molto. Diversi critici rivedono nella realizzazione di questo abito, ricco di pieghe e imponente,l’influsso della scuola rinascimentale veneta, in particolare di Tiziano e Giorgione. È vaporoso, di un tessuto molto lucido, una tonalità come carta da zucchero che nei punti illuminati diventa sgargiante. Non copre completamente il corpo della ragazza e lascia lanquidamente nuda la spalla sinistra della ragazza, mentre l’ampia scollatura mostra il crocifisso.
In basso a sinistra i fiori racchiudono in sè la vita del dipinto. “Malinconia” di Hayez racchiude infatti un significato strettamente legato alle vicende storiche del tempo tramutandosi in un’osservazione della vita. All’inizio, verso sinistra, i fiori sono ancora vivi e freschi, di grande varietà, se ne sente quasi il profumo. Sono fiori coltivati e fiori di campo, gigli, garofani e rose. Simboleggiano il momento pieno e fertile della vita, l’acme, il momento storico di massima speranza, vitalità e tensione verso un glorioso obiettivo da raggiungere. Proseguendo l’osservazione verso destra, si nota però che i fiori cominciano ad appassire fino a perdere i petali sul freddo marmo e a morire. La parabola decadente della vita qui si unisce al sentore di tristezza e malinconia per il triste epilogo storico, che ha visto svanire i desideri che animavano il Risorgimento.
La disillusione del Risorgimento in una vena di speranza
Della “Malinconia” di Francesco Hayez si sa poco o niente. Sicuramente bisogna inquadrare la scelta del tema all’interno di topoi e modelli della corrente romantica. Come era consuetudine per il romanticismo, l’opera ha una valenza allegorica e il suo significato risiede nell sfondo storico contemporaneo. Nonostante le osservazioni fatte, però, il tocco di Hayez conferisce al dipinto una forte e riconoscibile carica umana ed emozionale. È incredibile di quanto pathos sia riuscito a caricare i due occhi della ragazza.
All’epoca della realizzazione del dipinto, si viveva la disillusione delle speranze che avevano rinvigorito il Risorgimento. L’anelito verso una grande ripresa, il desiderio di riscatto del proprio Paese destinato, magari, a ruoli più grandi, si dissolsero davanti agli occhi di chi, come Hayez, ci aveva realmente creduto e, a modo suo, combattuto. Un’opera completa, umana, vera, ma allo stesso tempo memore dei temi romantici. In quei fiori nel pieno della loro fioritura, vi è un filo di speranza, che alimenta la vita.
