“Noli me tangere” di Tiziano Vecellio è definito dai critici uno dei 10 quadri più belli dell’artista veneziano. Rientra tra le opere giovanili, subito dopo essersi sganciato dalla guida del suo maestro Giorgione. In questa fase il pittore usa grandi quantità di colore con numerose e spesse pennellate fino ad ottenere il cromatismo desiderato.
Dipinto da Tiziano in età giovaline si inserisce nella corrente del tonalismo, che si basa su una meticolosa attenzione dell’azione della luce colorata sui corpi e sugli oggetti. È dipinto con la tecnica ad olio appresa da Giorgione e costituisce una novità nel panorama della pittura del ‘500 per la realizzazione e la carica simbolica.
Cosa significa “Noli me tangere”. Vangelo e figura di Maria Maddalena
“Noli me tangere” è un’espressione latina che letteralmente significa “Non mi toccare”, qui utilizzata nel senso di “Non mi trattenere”. Nel quadro Cristo infatti si scosta con il bacino, ma si protende poi verso il volto di Maria e guardandola negli occhi e affidandole il compito di annunciare al mondo la sua Resurrezione.
La Resurrezione di Cristo e l’incontro con la Maddalena dipinta da Tiziano, appare come una scena intima, senza immagini eclatanti, ma che ha lasciato delle tracce tangibili nella storia. Si pensa alla trasformazione della vita dei discepoli e soprattutto a quella di Maria Maddalena, molto vicina a Cristo e riconosciuta solo quando viene pronunciato il suo nome. Esiste un Vangelo apocrifo di Maria Maddalena che non è stato accolto dalla Chiesa ufficiale, per via di quella sua ritrosia nei confronti delle donne. L’episodio del annuncio qui descritto costringerà il papa a definirla “Apostolo degli Apostoli”, il primo essere umano ad avere ricevuto il Grande Messaggio di speranza.
La scena dipinta non ha ancora raggiunto la drammaticità e il dinamismo dei quadri successivi, della maturità dell’artista. Appare in un certo senso concentrata e trattenuta. La figura di Maria Maddalena sembra poco definita rispetto al grande messaggio che è chiamata a testimoniare. Non ha il senso fisico del colore, la scioltezza e la carica espressiva delle opere della maturità.
Il quadro malgrado questi limiti, mostra le grandi doti di Tiziano. È stato uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano per l’abilità con cui ha saputo maneggiare l’uso del colore ed in particolare del rosso, tanto da aver dato il nome ad una tonalità, il Rosso Tiziano. Pittore prolifico, nella sua lunga vita ha conosciuto la gloria e la fama, tanto da essere insignito del titolo di Pittore ufficiale di Venezia, della Serenissima, come era allora chiamata la Repubblica Marinara.
“Noli me tangere” di Tiziano. Descrizione e significato
Fino al XV secolo i pittori usavano la tempera, una delle tecniche più antiche. La tempera era composta da pigmenti di origine naturale emulsionati con una base mista di tuorlo d’uovo, cera e latte di fico. Con la realizzazione dei colori a olio invece i dipinti poterono godere di una maggiore brillantezza e mantenevano i colori freschi e morbidi.
“Noli me tangere” di Tiziano (1514) è oggi conservato alla National Gallery di Londra. Il quadro descrive uno degli episodi più rilevanti della religione cristiana, ovvero l’annuncio della resurrezione di Cristo alla Maddalena. La scena si svolge su un paesaggio bucolico che viene usato dall’artista per rafforzarne l’elemento drammatico. Lo sfondo paesaggistico ha una profonda relazione con il tema trattato.
In primo piano sulla sinistra c’è Cristo, raffigurato con le fattezze di un giardiniere e a destra la Maddalena, inginocchiata dopo aver riconosciuto il Salvatore. Tende una mano verso la sua veste bianca, ma Cristo la scosta con dolcezza e grazia, affidandole il compito di annunciare la sua Resurrezione, il più grande messaggio di speranza e di vita ai discepoli. Accanto a Cristo un albero frondoso prolunga visivamente la sua figura dandogli maggiore monumentalità.
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Il contesto naturale contribuisce a rafforzare l’intensità della scena, mentre i colori ne evidenziano la portata simbolica. Il paesaggio è raffigurato arido e deserto intorno a Maria Maddalena, che tiene sulla mano sinistra ancora il vaso d’olio per l’unguento del corpo. In prossimità di Cristo invece il terreno fiorisce. La vita sta riprendendo vigore dopo il freddo dell’inverno e, metaforicamente, dei cuori. Sullo sfondo -sempre dal lato di Gesù- con leggere pennellate d’azzurro comincia a scorgersi l’aurora del giorno nuovo, quello della Pasqua. Il presagio di una nuova speranza per il genere umano: la possibilità di diventare Figli di Dio e di avere in dono la vita eterna.
I colori sono resi più vividi dall’uso degli smalti. Le pennellate trasparenti sono più luminose per l’aggiunta del rosso, blu e verde sul fondo chiaro. Accuratamente sono dipinte le pieghe della veste della Maddalena di un rosso cupo e la trasparenza dei veli bianchi della veste di Cristo. Nella composizione risalta il contrasto tra i colori terrosi dell’ambiente e l’azzurro che degrada in lontananza.
L’opera di Tiziano vista ai raggi X
“Noli me tangere” di Tiziano osservato ai raggi X rivela che non esiste un disegno alla base dell’opera nè un piano d’esecuzione. Infatti ci sono tracce che testimoniano cambiamenti della stesura in corso d’opera per far sì che il dipinto fosse la raffigurazione visiva del testo del Vangelo di Giovanni, stupefacente nella sua semplicità nell’annunziare la più grande rivelazione ad una persona umana.
«Detto questo, (Maria Maddalena) si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era lui. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Ella, allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì”, che significa “Maestro”. Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.»