“Ragazza col turbante” di Jan Vermeer dallo sguardo misterioso

Ragazza col turbante di Jan Vermeer

La “Ragazza col turbante” di Jan Vermeer viene colta di sfuggita. Si tratta di un dipinto a olio su tela risalente al 1665/1666 e custodito nella Mauritshuis dell’Aia. Il quadro appartiene al genere artistico del tronien, un tipo di pittura olandese del Secolo d’Oro, la cui prerogativa si basava sul riprodurre personaggi storici o biblici con un’espressione facciale particolarmente esagerata. Questo viene ricordato come il quadro più noto dell’artista olandese, colmo di enigma ma carico di sfaccettature.

Il dipinto concentra l’attenzione sul volto di una giovane ragazza con il turbante, unica protagonista del quadro, ritratta a mezzo busto, con una rotazione del capo a tre quarti, che permette l’ingresso di una lieve luce proveniente dall’esterno, mentre rivolge lo sguardo verso l’osservatore. Indossa un mantello color rame, una camicia bianca, un turbante ricavato da una fascia azzurra che le avvolge la testa e, infine, un drappo giallo annodato che tende a partire dalla nuca fin sulle spalle, con delle frange azzurre. La carnagione del viso appare di un rosa ocra, mentre le labbra, dischiuse e carnose, risultano di un rosso vivace e acceso, in contrasto con lo sfondo scuro da cui emerge il ritratto. Il viso raffigurato descrive il volto di una giovane fanciulla innocente e riservata, in bilico e allo stesso tempo in imbarazzo sulla posizione giusta da mostrare per non apparire goffa o trasandata.

La “Ragazza col turbante” di Jan Vermeer fonte di ispirazione nell’arte

La “Ragazza col turbante” non raffigura un soggetto iconografico noto ed identificabile, ciò accresce l’alone di mistero che avvolge la figura di questa fanciulla. Nonostante ciò a quest’opera si deve dare il merito di essere stata spesso fonte di ispirazione nel mondo dell’arte. Il pallido e delicato volto della fanciulla del dipinto è stato musa del romanzo novecentesco “La ragazza col turbante” di Marta Morazzoni, tradotto in nove lingue. Invece dal libro di Tracy Chevalier “La ragazza con l’orecchino di perla” è stato anche dedotto l’omonimo film nel 2003, uscito nelle sale cinematografiche mondiali e interpretato dall’attrice Scarlett Johannson.

«I suoi occhi si agganciarono ai miei. Non riuscivo a pensare a nulla se non che il loro colore grigio era identico all’interno di una conchiglia di ostrica. Sembrava che stesse aspettando qualcosa. Il viso incominciò a contrarmisi dalla paura, forse non gli stavo dando quello che desiderava. “Griet” disse sottovoce. Questo era tutto quanto aveva da dire. Gli occhi mi si riempirono di lacrime che non lasciai scendere. Ora avevo capito. “Si. Non muoverti” Aveva incominciato a farmi il ritratto» “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier

I particolari dell’opera evidenziano un contrasto tra luce ed ombra. Il naso sottile, gli occhi grandi e profondi e la raffigurazione di un orecchino di perla – dettaglio inciso con poche ma decise pennellate per dare l’impressione di vederlo per intero – contribuiscono a rendere la figura colma di mistero e di un’insolita bellezza.

I particolari ornamentali e il dettaglio della perla

Un particolare da evidenziare è che nel XVII secolo le perle erano un gioiello molto raro, importato dall’Estremo Oriente e solitamente indossate dall’alta borghesia. In questo caso, essendo un monile di grandi dimensioni, secondo alcuni studiosi questo esemplare non esisterebbe in natura e, trattandosi di una fanciulla di modesta provenienza, potrebbe trattarsi di un’imitazione veneziana.

La tecnica stilistica pittorica di Jan Vermeer si concentra sulla stesura di colori vividi con una ricerca di effetti precisi e delineati, e un’attenzione particolare ad ogni dettaglio che completa d’opera d’arte. L’estrema qualità dei colori trattati deriva dalla ricercatezza dei migliori pigmenti, nonostante gli anni in cui la sua situazione economica non era delle migliori. L’artista dipinge quasi sempre nel suo studio, in grado di favorire le condizioni ideali, la luce perfetta e l’umidità dell’aria. I soggetti prescelti riguardano per lo più figure femminili impegnate in lavori quotidiani – come le attività domestiche, la famiglia, la cura dei propri figli e l’allestimento della casa – oppure sono colte in momenti naturali quanto spontanei – come leggere un libro, bere un bicchiere di vino e versare il latte in una brocca -.

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