
“Sulla soglia dell’eternità” di van Gogh è stato realizzato nel maggio 1890, mentre si trovava all’ospedale di Saint-Rémy-de-Provence per delle cure psichiatriche. Il dipinto ad olio è basato su una precedente litografia; le sue dimensioni corrispondono a 80 x 64 cm, ed oggi è conservato al Museo Kroller-Muller di Otterlo, in Olanda.
Indice dei contenuti
Il signore raffigurato è un veterano di guerra di nome Adrianus Jacobus Zuyderland. Quest’uomo molto probabilmente era stato conosciuto dall’artista qualche anno prima durante le sue cure di convalescenza, e solo in un secondo momento divenne modello per quest’opera. Il dipinto pone al centro una figura seduta, con il corpo ripiegato su se stesso e le mani chiuse a pugno, pronte a nascondere il suo volto. Un uomo ormai anziano e privo di forze, sul punto di non essere più capace di reagire ai propri stati d’animo, un peso interiore che lo schiaccia e non basterebbe strapparsi la pelle di dosso per arrivare a prenderlo e a gettarlo via. La sua posizione lascia intravedere una situazione tragica, piena di sofferenza e di devastazione, una condizione di impotenza dinnanzi il proprio dolore.
Se senti una voce dentro di te che dice “non puoi dipingere”, allora a tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere. – Vincent van Gogh
Nonostante la persona raffigurata non sia lo stesso van Gogh, si può ritenere che il dipinto rispecchi la sua visione della vita. L’opera infatti è stata realizzata durante una ricaduta del suo stato di salute mentale e pochi mesi prima della sua morte per una ferita da arma da fuoco, probabilmente autoinflitta. Un periodo molto difficile per van Gogh, il pittore si sentiva molto scettico e sfiduciato, specialmente nei confronti del suo medico curante, il Dott. Gachet.
“Sulla soglia dell’eternità” di van Gogh. La sofferenza alberga tra i freddi colori
Nel dipinto possiamo assistere a pennellate dalla grande varietà di colori, prevalgono tonalità sgargianti e accese, ma allo stesso tempo fredde. Si avvertono le sensazioni provate a seguito di un malessere costante, che sembra non finire mai e tormenta implacabile. Le tonalità emanano una percezione di distacco glaciale, come il blu, l’azzurro e il bianco dei vestiti, il giallo della sedia e del pavimento, e il grigio dei capelli.
Ma non sono soltanto i colori ad esprimere la sintomatologia della figura rappresentata nel dipinto “Sulla soglia dell’eternità”. L’espressione dell’uomo, la postura accovacciata e tesa verso se stessa, le mani pronte a nascondere un viso disperato e pieno di lacrime, tutto concorre nel restituire un forte senso di tristezza e di grande disagio, oltre che di chiusura verso il mondo esterno, di forte isolamento e di impotenza. Probabilmente l’opera consiste nel riflesso della vita dell’artista, una forma di ribellione ad uno stato di salute mentale da cui non riesce a scappare, non riesce ad evadere, a trovare una via d’uscita.
O meglio, la sua via d’uscita era proprio questa, la trova nell’arte. Attraverso la pittura era in grado di dare sfogo, mediante veri e propri capolavori, alle proprie frustrazioni controllate durante il giorno attraverso le cure farmacologiche. Vincent van Gogh realizza il frutto del suo pensiero, tutto ciò che, se non fosse stato riprodotto su tela, non avremmo mai avuto modo di osservare oggi attraverso i nostri occhi.
È un opera che ho visto con i miei occhi… È meravigliosa e la disperazione si percepisce nettamente… E un po’ pensi a quando verrà la tua di volta e speri di non essere così.
Van Gogh in solo pochi centimetri quadrati ti raccoglie una vita.