
Francesco Somaini è stato uno scultore lombardo di grande successo internazionale. La sua fama è ampiamente riconosciuta, tant’è vero che è stato ed è ancora oggi considerato uno degli artisti italiani contemporanei più rappresentati nei musei americani. Molti dei suoi capolavori sono conservati nei più importanti musei delle più grandi città al mondo tra cui, solo per citarne qualcuno, ricordiamo gli Stati Uniti, la Germania, l’Olanda e la Svizzera.
Da sempre ha dimostrato forte attaccamento e fierezza per la sua città natale Lomazzo, dove ha vissuto e lavorato all’interno del suo atelier. Qui avveniva la produzione dell’opera d’arte e tutte le sue complete finiture con tecniche e modalità personali e tradizionali, dimostrando affezione alla scultura italiana in linea con lo sperimentalismo e la cultura informale. In particolare, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 il risultato della sua produzione artistica è stato valutato ed apprezzato con vigore, destando attenzione e interesse da parte di istituzioni e collezionisti statunitensi.
Francesco Somaini e la concezione dell’opera d’arte
Francesco Somaini è stato il protagonista del concretismo e dell’informale europeo. Ha individuato, grazie alla conoscenza della fonderia e della trattazione dei metalli, una via originale di indagine nel rapporto di coinvolgimento tra la materia e la sua comunicatività, tra il dinamismo e l’organicità delle forme.
La lotta con la materia è il fulcro della sua tecnica stilistica. Realizza le sue opere con l’obiettivo di trasmettere un messaggio rilasciando una forma di energia universale. Esiste qualcosa al di là dell’osservabile visibile? È forse questa la chiave implicita per decifrare le sue opere. Una scultura che rotolando vuole tacitamente dare origine ad una sintesi infinita da individuare. Un artista di larghe vedute, che cerca di andare oltre il visibile delle cose per cogliere l’essenzialità. Da artista astrattista si basa sull’invenzione della traccia e realizza le sue figure con una tecnica concettuale. La scultura vuole trasmettere un chiaro messaggio legato al movimento e alla realtà delle cose. Tutto ciò nell’arte è da ricercare altrove, perchè l’origine – anche geografica – è solo il punto di partenza di una metamorfosi.
Il ruolo della scultura nella società
Effettuando uno studio accurato nella relazione tra architettura, scultura e ambiente, ha iniziato ad attribuire alle sue sculture dei significati simbolici. Con Francesco Somaini avviene l’elaborazione di forme organiche che rapportandosi a volumi geometrici architettonici giungono all’idea che la scultura deve avere un ruolo nella società. Deve contrastare l’abbandono dei valori e degli ideali, il senso della memoria e recuperare l’identità in rapporto al contesto architettonico urbano. Parole e chiari messaggi ipertestuali sono chiaramente espressi nella formulazione di un testo, realizzato nel 1972 insieme allo storico Crispolti e intitolato: “Urgenza nella città”.
Le sue opere scultoree organiche e plastiche hanno iniziato a confrontarsi con l’ambiente cittadino moderno. Non c’è più la scultura a sé organica e geometrizzante, ma avviene nel suo destino un’intromissione del contesto urbano attuale e moderno. Numerosi sociologi tedeschi e nordamericani hanno criticato la città di massa, perchè ha perso la capacità di aggregazione e il senso dei luoghi. Ha infatti assunto le sembianze di un luogo amorfo, uguale, senza stimoli e privo di reattività. La sua scultura è legata al concetto di un dinamismo interno che è capace di tramutarsi in un dinamismo cosmopolita per coinvolgere la collettività e tutto quello che gli sta intorno. Si abbandona l’idea di un indizio racchiuso nell’oggetto plastico realizzato.
«Il compito dell’artista, oggi, non è di costruire o ricostruire la città, ma di interpretarla, rendendola significante.»
Il patrimonio culturale e artistico. I materiali
La sua raccolta comprende non solo sculture, ma anche una grande quantità di disegni – dal mosaico pavimentale alla vetrata – e dipinti, spesso finalizzati allo studio progettuale delle opere scultoree, mostrando durante i suoi viaggi di lavoro oltreoceano anche un certo interesse al mondo della fotografia. Nel 1950 ha partecipato per la prima volta alla Biennale di Venezia, suscitando la curiosità di notevoli figure nel panorama artistico, tra cui critici francesi come Léon Degand e Michel Tapié. In Italia la sua carriera artistica ha visto il coinvolgimento dello storico d’arte Enrico Crispolti, che dopo averne scoperto il potenziale, iniziò a curarne il lavoro con costanza e minuziosità in esposizioni insieme a Luisa Somaini, storica d’arte nonché figlia dell’artista.
Francesco Somaini si è approcciato al mondo dell’Astrattismo dopo un’accurata riflessione sul mondo della scultura contemporanea. Nel corso della sua produzione si è cimentato in vari ambiti, sperimentando materiali diversi. Si pensa alle sculture realizzate in conglomerato ferrico, piombo e stagno, impiegando la fiamma ossidrica e la lucidatura delle parti concave per accentuare la loro unità espressiva. Successivamente ha sperimentato con una prova tecnica personale di intaglio diretto eseguita utilizzando un getto ad alta pressione di sabbia. Questo approccio è diventato una componente fondamentale del suo linguaggio plastico dal 1965 in poi.