“Icons of Light” di Bill Viola è un viaggio spirituale nei meandri dell’esistenza

“Icons of Light” di Bill Viola è stata definita una mostra spirituale, una delle sue esposizioni più complete ed introverse con 10 installazioni che ne rappresentano l’intera carriera. Bill Viola ormai da 40 anni sperimenta attraverso le tecnologie video, un delicato dialogo tra opposti: vita e morte, Oriente e Occidente, passato e presente.

“Icons of Light” di Bill Viola compie un viaggio spirituale sul filo del mezzo tecnologico

Le opere di Bill Viola hanno necessità di essere osservate con concentrazione e attraverso
una lenta contemplazione. Cercando quindi di entrare nella sua concezione di tempo, guardando e non
osservando. Il buio delle sale, le immagini ed i suoni conducono il visitatore dalla metafora della nascita e della creazione nella prima sala in “The Reflecting Pool”, alla rappresentazione del viaggio di una vita in “Ancestors”, fino all’incessante migrare dell’umanità in “Study for The Path”.

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“Passions”: emozioni in slow motion

I passi successivi nel corso della mostra “Icons of Light” di Bill Viola conducono all’opera “Observance” che porta ad interrogarsi davanti ad uno studio sulla perdita e sul dolore nelle sue molteplici espressioni personali. Due pannelli, uno d’argento e uno d’oro, catturano l’attenzione. Si tratta di “Unspoken – Silver & Gold”, un lavoro poco conosciuto di Viola. Riflette nelle proiezioni in bianco e nero le emozioni di due persone legate da una relazione, e al tempo stesso separate da cornici entro cui sono racchiuse. Entrambi i lavori fanno parte della serie “Passions” e si concentrano sulle emozioni in estremo slow motion, incarnando l’umanesimo dei dipinti rinascimentali.

“The Greeting” di Bill Viola nasce dalla sua crisi creativa

Alla fine degli anni Ottanta, Bill Viola si trova di fronte a un grande periodo di crisi creativa. Una crisi personale che sfocia in un nuovo percorso senza staccarsi da quello precedente. Anzi, lo continua, lo rielabora e lo sviluppa su altri binari. È qui che Bill Viola piano piano inizia a pensare a una nuova composizione dell’immagine attraverso la costruzione di vere e proprie scene, quasi cinematografiche, ispirate alla tradizione storica artistica occidentale.

Da questa crisi nasce “The Greeting”, una videoinstallazione che risente dell’influenza formale del
dipinto manierista “La Visitazione” di Pontormo. La durata di un evento che si svolge nell’arco di 45
secondi viene estesa a 10 minuti e oltre. Il tempo si fa malleabile nelle mani di Bill Viola: ogni dettaglio del movimento e dell’espressione del viso e del corpo è visibile e un momento diventa un’eternità.

“Icons of Light”: dalla ciclicità della natura all’accettazione della morte

Il viaggio introspettivo approda in un mondo sottomarino, un luogo sospeso tra la morte e la vita, dove s’inizierà a capire e a pensare alla natura ciclica dell’esistenza attraverso “Ascension”. Diventerà ancora più evidente in “Three Women”, in cui la transizione da una forma all’altra impone l’attraversamento di una soglia acquatica. L’attenzione verrà poi nuovamente catturata da “Gleb, Madisone Sharon”, in figure subacquee che non aprono gli occhi, non prendono fiato, fluttuano placide, sospese nel tempo.

L’ultima bellissima sala rende visibili le prove di quanti sopportano gli elementi devastanti della
natura. Finalmente possono sperimentare una serena accettazione della propria morte in “Earth Martyr Air Martyr, Fire Martyre Water Martyr”. Con il favore dell’oscurità che avvolge le sale, le immagini mediate e rallentate proiettano lo spettatore in un mondo alternativo, molto diverso da quello che hanno lasciato all’ingresso. Bill Viola lavora con l’esperienza del tempo trasformandola in qualcosa di tangibile, rendendo l’essenza visibile. Guardando e non osservando, lo spettatore diventa attivo e non passivo, riuscendo a farsi contaminare e a contaminare l’opera stessa di Bill Viola.

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