Una mostra che va guardata col naso all’insù. Non solo per osservare le opere dislocate per lo più in alto, ma anche e soprattutto per respirare la diversa Aria di Tomás Saraceno. Al più importante tra i quattro elementi primordiali – senza non si potrebbe proprio vivere – l’artista dedica la mostra “Aria”, curata da Arturo Galansino a Palazzo Strozzi, Firenze, in cui ci offre il suo punto di vista sulla realtà e il suo monito sul pianeta e l’ atmosfera che lo circonda.
«Le emissioni di carbonio riempiono l’aria, le polveri sottili galleggiano nei nostri polmoni mentre le radiazionielettromagnetiche avvolgono la terra, dettando il ritmo del capitalismo digitale nell’era del surriscaldamento globale. Tuttavia èpossibile immaginare un’era diversa, l’Aerocene, caratterizzata da una sensibilità proiettata verso una nuova ecologia delcomportamento. A tale fine è necessario lo sviluppo di ideali collettivi, ponendosi la domanda: come sarebbe respirare inun’economia che prescinde dai combustibili fossili?» – Tomás Saraceno
Tomás Saraceno è uno dei più originali e visionari artisti contemporanei al mondo. Protagonista del nostro tempo, studia e lavora tra Argentina, Italia e Germania. Il suo è un approccio interdisciplinare che unisce arte, scienze naturali e sociali.
«La ricerca di Saraceno fa interagire in maniera innovativa espressione artistica confilosofia, biologia, ecologia e ingegneria, attraverso un meditato approccio interdisciplinare, per annullare ogni contrapposizione tra dimensione estetica escientifica e anzi dando luogo a una feconda integrazione». – Giuseppe Morbidelli, Presidente Fondazione Palazzo Strozzi, 2020
“Aria” di Tomás Saraceno. Thermodynamic Constellation
A sorprendere il visitatore già nel cortile del palazzo ci pensano le Biosfere, tre grandi sfere sospese, costituite da lamine trasparenti e a specchio, che compongono la monumentale installazione site specific. Si tratta di prototipi di palloni aerosolari in grado di volare grazie alla sola energia del sole. Fluttuando nell’aria, libere da confini e da combustibili fossili con le loro superfici leggere, le sfere danzano in coreografie aerodinamiche. Istaurano con il luogo che le ospita un originale dialogo tra Rinascimento e contemporaneità e si fanno portatrici di messaggi universali. Tra utopia e desiderio, l’opera diviene metafora di una nuova era di solidarietà tra uomo e ambiente per proporre un cambiamento di paradigma: dall’uomo al centro del mondo all’uomo come parte di un universo in cui ricercare una nuova armonia.
La tela del ragno. Metafora della mostra
Come un oracolo del nostro presente, passato e futuro, il nostro universo multidimensionale – con un’attenzione che va oltre i soli esseri viventi – è incentrato sulle connessioni tra diversi livelli: tra la ragnatela cosmica, le ragnatele e i connettomi; tra la polvere cosmica e la polvere inquinante; tra la formazione di bolle di sapone e la sovrapposizione dei mondi che creiamo insieme. Oracolo del nostro passato, presente e futuro, il ragno è metafora della mostra.
Per invitare i visitatori a riflettere sulla figura del ragno e della sua tela – protagonisti di molte delle opere di Saraceno -, l’esposizione si articola intorno alla serie delle “Arachnomancy Cards” (Carte da Aracnomanzia). Si tratta di 33 carte pensate dall’artista che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, vivente e non vivente.
A passeggio tra le sale
Connectome. Lo sguardo si rivolge verso il cielo costellato da architetture visionarie di grande impatto. Ispirandosi alla natura, l’artista ha creato strutture geometriche irregolari, legate tra loro da ragnatele, le cui superfici a specchio riflettono i raggi del sole in un gioco di luci e ombre.
Sounding the air. Si entra nel primo di quegli spazi immersi nella penombra. Perchè non c’è bisogno di vedere ma di ascoltare. Il suono dell’aria. Prodotto dallo strumento eolico formato da cinque fili di seta di ragno che oscillando emettono frequenze sonore. L’oscillazione è provocata da un’insieme di forze: il calore dei corpi umani, il movimento e il respiro dei visitatori, il flusso dell’aria. L’opera diventa così una creazione collettiva improvvisata nella quale tutti siamo musicisti!
Webs of At-tent(s)ion. Un’affascinante serie di sculture di ragnatele ibride totalmente avvolti dal buio. Le ragnatele vanno considerata come un’estensione dei sensi del ragno e persino del suo apparato cognitivo. Il mondo esterno viene percepito dal ragno attraverso le tensioni e le vibrazioni della sua ragnatela. Tramite speciali accorgimenti tecnici sui ragni, Saraceno è intervenuto nella loro formazione. Pertanto si può affermare che in questo caso l’uomo ha collaborato col ragno.
How to entangle the universe in a spider/web? – Come impigliare l’Universo in una ragnatela? Si assiste alla simulazione computerizzata della rete cosmica, ovvero l’intreccio filamentoso di materia oscura assemblata sul quale si compone la struttura su vasta scala dell’Universo. Somiglia straordinariamente alle complesse ragnatele tridimensionali. Basandosi su questa analogia, Tomás Saraceno ha inventato un’originale tecnica di scansione in 3D. Con un effetto di intensa suggestione la luce rossa del laser permette che l’Universo si manifesti a noi tra una dimensione e l’altra.
Il viaggio nell’Universo continua
Passages of time. Qui il ragno partecipa alla creazione dell’istallazione che consiste in una doppia proiezione. La prima è in presa diretta di “Jam session di materie particellari” in cui un ragno è intento a filare la sua tela di seta nella “Coreografia gravitazionale solitaria semi‐sociale” mentre viene investito da un potente raggio di luce, che proietta il suo lavoro assieme alla polvere cosmica e terrestre sulla parete di fronte. Al contempo, sulla parete laterale di destra, si assiste alla proiezione del video “163.000 anni luce”, del 2016. Si riferisce alla durata del tempo necessario alla luce emessa dalla Grande Nube di Magellano per raggiungerci. Entrambe le reti, quella cosmica e quella del ragno, proiettate sui muri sono simili: come il macro così il micro.
A thermodynamic imaginary. Quest’istallazione è un teatro di ombre e luci, materia e vuoto. Altre sfere – Sole, Luna e Terra – si esibiscono in coreografie cosmogoniche. Sospeso in un moto di elementi, si fondono con altre entità presenti nella sala, organiche o costruite, visitatori o oggetti. Si rende tangibile la rete invisibile di relazioni in questo esercizio collettivo di armonizzazione planetaria.
In connessione
Flying gardens. Il verde brilla nei “Giardini volanti” che aleggiano in questa sala. La vita aspira alla luce e tende verso il cielo in questi giardini pensili formati da agglomerati di bolle di vetro soffiato a mano, in cui sono inserite piante di Tillandsia. Le Tillandsie sono piante perenni, prive di radici e resilienti, che permettono di adattarsi agli ambienti ostili. Pertanto sono depositarie di una fondamentale verità: la sopravvivenza basata sulla collaborazione. ‘Aria’ di Tomás Saraceno dà una lezione importante per gli abitanti di questo pianeta.
Aerographies. È in questo spazio che si rende più evidente l’influenza che lo scrittore Italo Calvino ha avuto su Tomás Saraceno. Mappe impalpabili di città invisibili o sospese tappezzano le pareti. Sono Aeroglifi realizzati da strumenti che vengono trascinati dall’aria mossa dal movimento delle persone o dal vento e disegnano traiettorie lievi, non dissimili dalle tele di ragno. In questo mondo anche il più piccolo gesto lascia una traccia.
L’aracnomanzia
‘Aria’ di Tomás Saraceno comprende un mazzo di 33 carte stampate su carta neutra priva di carbonio. Le Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia) sono uno strumento di meditazione per consultare l’oracolo ragnatela. Sono parzialmente ispirate allo nggám o divinazione attraverso i ragni, praticata dalle tribù Mambila di Camerun e Nigeria. Vengono poste domande a un ragno terricolo, che fornisce una risposta spostando un’apposita “carta da divinazione”. Le ragnatele sono la bocca attraverso cui il ragno mangia e l’oracolo parla. L’interpretazione dell’aracnomanzia è scritta nei fili di seta della ragnatela.
Tomás Saraceno
Tomás Saraceno (1973) è un artista argentino. Dopo aver studiato architettura a Buenos Aires, Francoforte e Venezia si stabilisce definitivamente a Berlino nel 2012. Nel giro di pochi anni diventa uno degli artisti più richiesti nelle manifestazioni d’arte contemporanea di tutto il mondo. Partecipa con le sue installazioni alle Biennali di Venezia del 2001, 2003 e 2009 e alla Biennale di San Paolo del 2006. Le sue opere sono esposte in diversi musei internazionali, tra i quali il Bauhaus Museum di Weimar e il Museum of Modern Art (MOMA) di New York.








