“Canova – Thorvaldsen”. Una sfida vis a vis sul mito in scultura

Canova - Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna

Si può ben affermare che l’arte sia una continua ricerca, una tensione perpetua verso la perfezione. Quale ne sia l’origine non è certo cosa facile da discernere. Talvolta questa tensione artistica nasce da una sfida (come nel caso di “Canova – Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”), da una gara con un rivale. Ben note sono le trazioni fra Bernini e Borromini, altrettanto lo sono le sfide a colpi di archetto fra Mozart e Salieri e come dimenticare i duelli in punta di pennello tra Picasso e Matisse?

Non fa eccezione quella tra l’italiano Antonio Canova (1757-1822) e il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844) che, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, hanno fatto del Belpaese il teatro della loro disputa artistica. Grazie alla mostra “Canova – Thorvaldsen” è Milano ad essere il campo di questo vis a vis senza tempo tra i due maggiori esponenti del Neoclassicismo.

“Canova – Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna”. L’eterna sfida neoclassica

La dicotomia fra i due artisti è subito resa nota allo spettatore. Là, al centro della sala d’ingresso, sono schierati i capolavori dei due mastri, disposti a formare un Olimpo di statue in marmo. Al centro, i due gruppi scultorei de “Le Tre Grazie”,  nelle versioni del Canova e di Thorvaldsen, sono omaggiati da una corte di danzatrici e dee, sapientemente disposte per far apprezzare allo spettatore le differenze interpretative dei canoni neoclassici nei due autori.

L’esposizione milanese, a cura di Stefano Grandesso e Fernando Mazzocca, è resa possibile dalla sinergia tra Gallerie d’Italia, l’Ermitage di San Pietroburgo e il Thorvaldsen Museum di Copenaghen. Ben 158 opere divise in 17 sezioni, un percorso che vuole narrare uno dei periodi più floridi che il mondo della scultura ricordi,  attraverso le opere, gli elementi di unione e le distanze dei due artisti. L’antinomia fra i due artisti è perpetuata in tutto il percorso espositivo. Sotto il loggiato del chiostro, trovano infatti collocazione le biografie dei due artisti. Da un lato Canova, dall’altro Thorvaldsen si affacciano sul cortile centrale e si guardano vicendevolmente lasciando che siano le loro opere a confrontarsi.

Una passeggiata senza tempo tra le statue

Come nell’antica Grecia il discepolo si accompagnava al maestro per ascoltare i suoi precetti, il visitatore può passeggiare in compagnia dei due artisti, passando da una loggia all’altra, da un messaggio all’altro, da un’interpretazione all’altra dello stesso mito neoclassico. Mito e storia si fondono nelle sezioni biografiche, dove una serie di effigi – testimonianze tributate da collaboratori dei due – raffigurano i nostri protagonisti slegati dalla realtà e immersi ormai nel loro stesso mito.

Altra sala, altro richiamo al mondo neoclassico. Disposte come fossero la metopa di un tempio greco, appaiono le statue della sala dedicata a Ebe, la coppiera degli Dei. Qui i richiami alla mitologia sono ancora più forti. Si entra, adesso, nel mondo di Amore e Psiche e nel tema, caro agli antichi, del Amor vincit omnia. Anche in questo caso la vicinanza delle opere sollecita il confronto e la curiosità nei confronti di questa eterna gara fra i due.

Il percorso si conclude con una serie di opere realizzate da artisti vicini al duo Canova – Thorvaldsen. Studenti e seguaci tributano esempi di arte classica ai due maggiori esponenti di un periodo storico che ricerca nell’antichità quella bellezza, se non perduta, quanto meno nascosta da orpelli e sfarzo propri del periodo del barocco. Ormai giunti al termine del diverbio, il bivio si riunisce ed il pensiero è univoco. Per chi parteggerà il visitatore? Quale sarà il campione prescelto per salire nell’Olimpo degli artisti? In questa sfidante ambivalenza fra i due vi è un’unica certezza: l’immortalità degli artisti e l’eternità nella bellezza delle loro opere.

Autori: Umberto Colucci e Giulia Ceravolo

9 commenti su ““Canova – Thorvaldsen”. Una sfida vis a vis sul mito in scultura”

  1. Complimenti! Sia per il contenuto dell’articolo che ti proietta con l’immaginazione in loco, che per la bellezza degli scatti.

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