
“Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Gauguin per nostra fortuna è attualmente esposto al museo di Fine Art di Boston. Le grandi domande del titolo stimolano ad interrogarsi sul senso della vita e a capire di più l’artista e il suo dipinto. Paul Gauguin viene considerato un post-impressionista, corrente pittorica successiva agli impressionisti per i quali il visibile realistico poteva essere rappresentato nell’arte in un modo del tutto nuovo.
“Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Gauguin
Il pittore dipinge il quadro in Polinesia, dopo avere abbandonato Parigi per allontanarsi dalla società borghese, dalle sue regole e costrizioni, lasciando la moglie e i cinque figli. Sceglie questo posto alla ricerca artistica di nuovi stimoli visivi e mentali, nuovi colori che riuscissero ad abbracciare la pura energia vitale, la vibrazione della vita che tanto ricercava nei suoi dipinti. In questo periodo la sua vita si svolge in una piccola isola ai confini del mondo, Hiva Oa, nelle isole Marchesi, una terra meravigliosa, paradisiaca: l’Eden ritrovato. Nel 1848 quando arriva trova, oltre che una natura rigogliosa e intatta, anche un’umanità primordiale e felice, che vive a stretto contatto con la natura. Dopo l’arrivo degli uomini bianchi verrà decimata dalle malattie riducendosi in pochi anni da 100.000 a poche migliaia di individui.
Il grande quadro di Gauguin rappresenta il suo testamento spirituale per le generazioni future. L’opera va letta da destra verso sinistra ed è popolata da diverse figure simboliche.
Nel dettaglio
In basso a destra c’è un bambino che sembra guardare in un punto imprecisato e lontano attorniato da tre figure femminili giovani e sensuali, che sembrano fare poco caso a lui. Indica la nascita, realizza in pittura le origini dell’uomo, rappresentando il primo quesito mosso dal pittore. Al centro si notano altre figure femminili e poi l’unica figura maschile del quadro. Un giovane nella pienezza della vita intento ad afferrare un frutto, simbolo della pienezza della gioventù e delle sue possibilità. Incarna il “chi siamo”, l’essenza dell’essere, delle sue potenzialità, nel pieno della vita e a metà tra i due termini di nascita e morti.
Le due donne sembrano immerse in una discussione fitta, forse sono due filosofe. Sullo sfondo si coglie l’immagine di un idolo di colore blu, la dea Hina, avvolta in una luce diafana. Questa divinità sarà presente anche in altre opere del pittore francese, in particolare si ricorda uno dei suoi quadri più importanti “Hina te Fatou – La luna e la terra”. Qui il rimando è ad un antico mito polinesiano in cui la dea della luna chiede Tefatou – il genio che animava la terra – di dare agli uomini l’immortalità.
Proseguendo con “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Gauguin, si scorge verso destra una giovane donna che guarda in direzione dell’ultimo personaggio in chiusura del quadro. È una donna anziana di colore scuro e spento, prossima alla morte. Sembra straziata nel riflettere sul senso della vita e sui rimpianti. Lei rappresenta la meta finale, il “dove andiamo”, una destinazione fatale a cui nessuno può fuggire. La condizione umana dalla nascita alla morte è inserita in una natura suggestiva rappresentata con colori vividi che vanno dal verde, al marrone all’azzurro.
«Ho cercato di tradurre il mio sogno in uno scenario suggestivo e con una tecnica quanto mai semplice […] ecco chi siamo: nasciamo, viviamo per stare insieme agli altri, cogliamo il frutto della giovinezza e invecchiamo apprezzando quello che è stato. La morte ci angoscerà sempre.»
L’incontro dell’arte con la letteratura. Gauguin in “Origin” di Dan Brown
Uno dei motivi per cui i libri di Dan Brown hanno così tanto successo dipende dalle suggestive ambientazioni dei suoi romanzi, dai simboli enigmatici e dai capolavori dell’arte che inserisce. Uno dei protagonisti più conosciuti, Robert Langdon, è professore di simbologia e iconologia religiosa ad Harvard e stimola la curiosità verso i grandi capolavori dell’arte. Nell’ultimo romanzo “Origin”, il protagonista è stato invitato all’avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere ad un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell’umanità. Protagonista della serata è il quarantenne miliardario E. Kirsch che sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due domande fondamentali: da “Dove veniamo? Dove andiamo?”
Nel libro si immagina che Kirsch abbia acquistato “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?” di Gauguin per essere spinto alla riflessione da queste domande ogni volta che entrava in casa. Naturalmente né il libro e nemmeno il quadro riescono a dare risposte, al contrario pongono ancora più domande.
L’opera del pittore rappresenta la condizione umana immersa in un contesto naturale paradisiaco. Mentre il romanzo “Origin” è ambientato ai giorni nostri in un mondo dominato dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale. Qui la natura è stata svilita, oltraggiata, denigrata. Una seria riflessione sul “ritorno alle origini” e sulle domande poste da Gauguin sembra essenziale per ridefinire il nostro rapporto con la natura. L’arte in tutte le sue manifestazioni risponde alle paure della vita.