
Bob Dylan ha avuto una carriera di successi e in particolare tra questi, nel periodo 1964-1965 l’album “Bringing it all back home”, primo disco di Dylan a scalare la Top 10 statunitense. Da allora fu un susseguirsi di premi e la sua fama crebbe sempre di più. Questo disco porta con sé la storia simpatica di un giovane Bob Dylan inseguito per casa dal fotografo Daniel Kramer alla ricerca dello scatto perfetto, che diventerà poi la copertina dell’album!
“Bringing it all back home”. Daniel Kramer alle calcagna di Bob Dylan
Il compito di immortalare l’anima dell’artista per il nuovo album fu affidato al fotografo Daniel Kramer, che riuscì nell’impresa di studiare e costruire una foto che soddisfacesse i gusti del cantante. Per Daniel non fu facile entrare nelle grazie di Dylan. Il loro primo incontro per un servizio fotografico risale all’estate del 1964, quando a casa del manager nel paesino di Woodstock i due si conobbero con estrema reticenza da parte del cantante in un clima teso e freddo. Il fotografo avrebbe poi rivelato in un’intervista che cercare di scattare una fotografia a Bob Dylan era come giocare ad “acchiapparella” con un bambino. Bob non voleva farsi fare un semplice ritratto, ma preferiva essere immortalato mentre girava per l’abitazione facendo cose normali e quotidiane, eppure era più difficile di quanto sembrasse.
Kramer, dal suo canto, voleva immortalarlo mentre suonava la chitarra o scriveva musica, ma ciò non piaceva al cantante, che le riteneva azioni troppo costruite. In effetti Dylan non amava suonare la chitarra se non ai concerti e in studio, e scriveva le proprie canzoni soltanto da solo, quindi sarebbero stati scatti per così dire “fasulli”. Quindi suggerì al fotografo di ritrarlo mentre saliva sull’altalena e si spingeva o mentre girava per la casa e seguiva la propria routine. Quella giornata, come le successive, proseguì in questo modo, con Kramer che fotografava Bob Dylan e lui che si arrampicava sugli alberi o giocava a scacchi con gli amici.
Foto cult con Rolling Stones e la svolta rock
Trascorsa l’estate e avvicinatosi la stagione invernale, in una gelida sera di neve il fotografo ebbe una visita inaspettata. Bob Dylan venne con la sua station wagon e, dopo aver caricato quasi mezzo quintale di attrezzatura, lo prese con sé per tornare a Woodstock e preparare il set fotografico per la copertina del nuovo album con il gatto “Rolling Stones”. Dopo aver fatto un paio di prove in tutta la casa, la location prediletta fu trovata davanti al caminetto, ed è li che fu studiata in ogni dettaglio la foto cult del cantautore statunitense.
Daniel Kramer voleva che ogni dettaglio mostrasse l’artista non come il musicista folk quale era, ma come il principe del rock che sarebbe stato. Davanti alla camera fu messo un anello per creare una curiosa distorsione e rendere così la foto roteante. Furono circa 10 gli scatti, ma solo una fu scelta come copertina, quella in cui il gatto tra le braccia di Bob – chiamato “Rolling Stones” – guardava dritto dentro l’obiettivo. La foto cult di Bob Dylan era stata creata.
Autore: Pietro Scolorato