
Philippa Bausch, conosciuta semplicemente come Pina Bausch, nasce il 27 Luglio 1940 a Solingen in Germania. È una delle più grandi coreografe della danza, ha contribuito a cambiare il volto del teatro rielaborandolo con creatività e sperimentando senza fine il Tanztheater o Teatro-Danza. Fin dall’ infanzia la danza fu per lei un mezzo di espressione molto importante.
Premi qui per un approfondimento: “TanzTheater. Il Teatro-Danza di Pina Bausch per ballare la vita”
Vita e crescita nella danza di Pina Bausch
Nel 1955 all’età di 15 anni entra alla “Folkwang Hochschule” di Essen, diretta da Kurt Jooss, allievo e promotore della corrente estetica dell’Ausdruckstanz. È la cosiddetta danza espressionista, innescata dal grande Rudolf von Laban. Ha avuto la possibilità di studiare con i grandi insegnanti dell’epoca, ma deve la molteplicità della sua formazione al direttore della scuola. Il visionario Jooss offriva nel suo centro una formazione globale facendo studiare sia le arti sceniche che quelle figurative, quindi la musica, l’opera, la danza classica, gli stili della danza contemporanea, la composizione, il teatro, la pittura, la scultura, la fotografia, la grafica, il disegno tessile ecc.
Qui che la giovane Pina Bausch impara a conoscere i limiti del proprio corpo e a mettere tutto in relazione con lo spazio, componente importantissima del suo lavoro futuro. Dopo il diploma va negli USA dove studia da special student alla “Julliard School of Music” di New York, insieme con Antony Tudor, José Limón, Louis Horst e Paul Taylor. Entra poi nella Dance Company Paul Sanasardo e Donya Feuer.
La città di New York le permette di incontrare tante persone con mentalità e stili di vita differenti. L’impatto con la Metropoli la tocca da vicino e sviluppa un grande rispetto per tutti i diversi modi di vedere e di vivere la vita. Anche la sua compagnia di Wuppertal sarà composta da danzatori di luoghi e culture differenti: un reticolato senza confini.
«È come le nuvole, come il sole, come la musica. Se io fossi un uccello, sarei forse un uccello tedesco?»
Torna poi al Folkwang Ballet nel 1962, come ballerina solista, ma quando arriva trova tanti danzatori con la sua stessa aspirazione. Decide allora di creare pezzi per loro, fino a diventare coreografa nel 1968. Con “Im Wind der Zeit” vince il primo posto al Concorso di composizione coreografica di Colonia. E Nel 1973 viene invitata ad assumere la direzione della compagnia di balletto di Wuppertal, presto ribattezzata “Wuppertal Tanztheater”. Vera e propria istituzione coreutica mondiale, con sede in Germania.
La critica americana e le accuse di volgarità
Pina Bausch aveva già idee che rompevano gli schemi di una concezione coreutica troppo legata al balletto, senza dare attenzione e risalto al gesto, all’espressione e all’espressività e, dunque, alla teatralità della danza. Spesso la definizione che lei stessa ha dato del suo lavoro è stata quella di “compositrice di danza”, anche per sottolineare l’importanza della musica nelle sue opere. Non tutti gradivano però queste sue nuove visioni artistiche. Le critiche non tardarono ad arrivare, incolpandola di volgarità, cattivo gusto e troppo realismo, soprattutto da parte della critica americana.
Gli anni ’80 segnarono ancor di più le sue evoluzioni evidenti in opere come “Two Cigarettes in the Dark”, “Victor”, e “Ahnen”. Tutti spettacoli in cui gli elementi innovativi sono molti e riguardano anche aspetti della natura. Il suo lavoro raggiunge finalmente la consacrazione negli anni ’90.
Nel 1999 ricevere la laurea honoris causa Alma mater studiorum Università degli studi di Bologna. Era rarissimo che una donna, artista, proveniente dalla danza ricevesse il massimo degli onori accademici. Nell’ultimo decennio della sua vita, dove gira il mondo, ricordiamo i lavori “Agua”, “Nefes” e “Vollmond”, e “Dolce mambo” che è la sua ultima opera compiuta in tutto il mondo.
Il film di Pina Bausch. La commistione con la settima arte
Negli anni ’80 Pina Bausch prende parte anche ad alcune pellicole cinematografiche. Si ricordano “E la nave va” di Federico Fellini, dove interpreta una signora non vedente, e il lungometraggio “Die Klage der Kaiserin” del 1989.
Nel 2009 fa parte di un progetto cinematografico, un film in 3D incentrato su di lei: “Pina” di Wim Wenders, che si interrompe però con l’improvvisa morte di Pina Bausch il 30 giugno 2009 a causa di un cancro. I suoi ballerini portano ancora oggi le sue coreografie nei teatri di tutto il mondo. Il film-documentario, dal titolo “Pina” è dedicato interamente al suo teatro-danza.