
Laura Ana Merello, conosciuta come Tita Merello de Buenos Aires, minuta, mora, belle gambe, labbra sensuali, uno sguardo provocatorio destinata a diventare una delle donne pioniere che segnò indelebilmente la storia del canto nel tango.
Alla fine del 1800, Buenos Aires divenne la capitale dell’Argentina. Come gli Stati Uniti, anche l’Argentina ha vissuto una migrazione di massa di immigrati dall’Europa e dall’Africa, che si sono stabiliti nella periferia della città e hanno portato con sé le loro culture native sviluppando cosi il propria linguaggio, la propria musica e danza, il Tango appunto.
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Le origini del Tango Argentino: la milonguita e los hombres
Durante questo periodo, gli uomini erano più numerosi delle donne ed essendo lontano da casa il bordello divenne un luogo di interazione sociale. Non era raro che la prostituta preferisse un partner che fosse bravo al Tango, quindi in molti casi gli uomini si esercitavano tra di loro per perfezionare le loro mosse. Data la visione maschilista del mondo e la conseguente visione della donna, madre e casalinga, le uniche donne “milonguita” dei cabaret – donne che avevano abbandonato la “vita tradizionale” per dedicarsi nella vita notturna dei locali dove si suonava, si cantava e si ballava il Tango – erano prostitute.
Gli uomini dovevano pagare una “lata” (gettone o moneta di latta) anche solo per ballare con loto per ogni tango. Questa prima epoca, si contraddistingue quindi come espressione di una cultura popolare nata dall’incontro delle diverse comunità di emigranti. Solo uccessivamente il Tango diviene una forma artistica, che comprende il tango musica, il tango danza e il tango poesia con testi e canzoni caratterizzati dalla vita emergente nei sobborghi di Buenos Aires, Rosario e Montevideo. Gli spettacoli itineranti di Tango hanno rinnovato l’interesse mondiale e, oggi, la loro popolarità è più grande che mai. Una delle donne protagoniste che con la sua storia ha contribuito all’ evoluzione del tango è appunto Laura Ana Merello.
Ma il tango non è “uomo”, è coppia; metà uomo e metà donna,
Anche se il passo più importante l’ “otto” definito il cuore del tango, lo esegue la donna – Enrique Santos Discépolo
Laura Ana Merello: il dolore di una vita in canto di Tango
Nasce nel 1904, in un convento di San Telmo in Argentina, fin dalla nascita dovette fare i conti con un destino drammatico segnato dal dolore, lei stesse confessò “el dolor naciò conmigo” (il dolore nasce con me). Ancora in fasce perde suo padre che mori di tubercolosi, la madre, non riuscendo da sola ad occuparsi di lei, alla sola età di cinque anni l’abbandonò in un orfanotrofio. All’età di dieci anni le venne per sbaglio diagnosticata la stessa malattia del padre e per questo fu mandata con suo zio in un campo a est di Buenos Aires, dove lei stessa ammise di dover lavorare come un piccolo uomo.
La povertà e soprattutto la mancanza d’amore segnarono per sempre il suo carattere, grazie ad una indole forte, un animo coraggioso e una spiccata personalità divenne cosi un’artista drammatica di grande valore. Non aveva bisogno di crearsi un personaggio, le bastava semplicemente esprimere se stessa e la sua vita riflessa nei ruoli da lei interpretati per riscuotere dal pubblico quell’affetto che le fu da subito negato.
La mia infanzia fu breve. Ho conosciuto la fame. Io so cos’è la paura e la vergogna. L’infanzia del povero è molto più breve di quella del ricco. È triste, povera e brutta – La Tita Merello
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Da analfabeta verso il successo
Nel 1917, anche se analfabeta a causa dei mancati studi, e pur non avendo appreso da maestri, si presentò al Teatro Avenida e dopo qualche anno di gavetta, debuttò come cantante corista al Bataclàn, un teatro vicino al porto frequentato da marinai e gente di bassifondi. Gli spettacoli a volte sfioravano il pornografico tanto che le ragazze che ci lavoravano venivano chiamate “Bataclana”, il termine entrò nel vocabolario come sinonimo di prostituta.
Un famoso critico teatrale che la conobbe in questi anni disse di lei: “una delle attrici con più temperamento, più focose e di carattere della scena nazionale”. Successivamente si esibì nel 1924 al Teatro Maipo, Proprio qui dopo aver cantato “El barrio de las latas” fu definita la nuova “Linda Thelma” altra donna di enorme influenza nel mondo del Tango.
La Tita di Buenos Aires: imperfetta nella voce, ma canto di pura passione
Tita non nasce per cantare, anche se inizia a lavorare giovanissima e cercava sempre di ampliare il suo repertorio con canzoni più difficili. Spesso stonava, non riusciva a sostenere le note, però aveva quel tocco insieme angelico e passionale allo stesso tempo che la faceva apprezzare dal suo pubblico, tanto che alcune opere furono di tale grandezza e così indimenticabili che qualsiasi altra cantante provò a interpretare puntualmente perdeva già in partenza il confronto con Tita. Il tango Arrabalera, El choclo, Se dice de mi, Pipistrela, La milonga y yo (che fu creata proprio per lei da Leopoldo Diaz Velez), sono pezzi simbolici del suo repertorio.
Pur non essendo una cantante raffinata, il suo vissuto la condusse sulla strada del successo raggiunto definitivamente con “Queja indiana“, “Que Vachaché“, “Leguisamo solo“, “Padrino Pelao“. L’apice della sua carriera durata oltre settanta anni arrivò negli anni ’50, divenne una grande interprete di “milongas”, cosi definiti i luoghi dove si balla il tango, tra cui ricordiamo la sua strepitosa ed emergente interpretazione di “Se dice de mì” di Francisco Canaro e Ivo Pelay.
Laura Ana Merello porta il Tango al cinema
Nel 1933 insieme a Libertad Lamarque, debutta anche al cinema, con il film “Tango” diventando cosi oltre che cantante anche un attrice. Altre sue successive apparizioni la vedono ricoprire spesso personaggi secondari, e spesso interpreta ruoli da commedia, finché nel 1937 partecipa a “La fuga” e si rivela come attrice drammatica, stupendo i produttori e registi, per la sua naturalezza ed espressività. Continua a recitare per anni, arrivando a girare oltre quaranta opere, tra le quali si può ricordare la “Filumena Marturano” di Eduardo de Filippo.
A seguito del successo cinematografici è sempre più richiesta sia in teatro che in televisione, oltre che alla radio con la quale continua a lavorare fino alla vecchiaia. Muore sfiorando i cento anni, consacrata dal pubblico la “Tita de Buenos Aires”, simbolo della donna nel tango e dell’Argentina.
Sono io il mio migliore personaggio. Un attrice drammatica piange se stessa quando interpreta un personaggio teatrale – Laura Ana Merello
"Se dice de mi" di Tita Merello
Laura Ana Merello o La Tita di Buenos Aires è stata il simbolo femminile della passione pure nel canto del Tango Argentino, segnandone la storia anche al cinema