“Dust Storm” di Steve McCurry (“Tempesta di Sabbia”) è una delle sue fotografie iconiche, scattata nel Rajasthan in India nel 1983. La foto fa parte di un ampio reportage di fotografie che documentano le persone in povertà e il forte divario economico del continente. Dall’Afghanistan al Pakistan fino in India, il fotografo è rimasto folgorato dalla moltitudine di colori, odori ed etnie religiose.
Ciò che lo ha subito colpito è stata l’umiltà di questo popolo, la sua cultura e apertura alla vita e a tutti gli esseri viventi indistintamente, la sua antica esistenza. Un viaggio che ha segnato molto il suo modo di osservare il mondo e che gli ha fornito numerosi scatti, divenuti poi celebri. Dopo 30 anni McCurry ha riunito queste fotografie in un reportage intitolato “India”. Ha voluto rendere omaggio al suo amore per questa nazione piena di contrasti ed estremismi.
“Dust Storm” di Steve McCurry. Il tempo di uno scatto tra i monsoni
Steve nel visitare il Rajasthan si spostava in taxi, e proprio dai sedili posteriori del veicolo ha scattato le foto più affascinanti, a volte durante la corsa e altre chiedendo di poter provvisoriamente uscire per congelare un momento con la sua Nikon.
Partito per documentare i monsoni e la siccità che minacciava la vita degli abitanti, durante il viaggio verso Jaisalmer vide dall’altra parte della strada, una tempesta di sabbia travolgere un gruppo di donne. L’evento durò non più di un paio di minuto, ma tanto bastò a McCurry per saltare fuori dall’auto e scattare una ventina di foto al gruppo di donne in rosso intente a proteggersi dalla sabbia. L’emozione di catturare quella scena tra i monsoni fu tanto forte da fargli ignorare anche il rischio di danni all’attrezzatura, date le condizioni metereologiche. Anni dopo così parlò dell’episodio.
«È stato abbastanza terrificante, queste donne erano sul ciglio della strada accalcate insieme a proteggersi, le ho viste dal finestrino della macchina e ho pensato che sarebbe stata una situazione incredibile. Sono corso attraverso il campo, pensando che le mie telecamere sarebbero state rovinate e rese forse una dozzina di foto, è stato molto eccitante, in una situazione come questa a volte non stai davvero pensando che stai solo reagendo, il tuo cervello è sul pilota automatico e tu spari via.»
Infatti una delle caratteristiche principali che un fotografo deve possedere, secondo McCurry, è proprio l’istinto di pancia, la capacità di cogliere l’attimo e capire in pochi secondi quale scena è capace di emozionare e colpire. Nel caso di “Dust Storm”, ciò che la rende una fotografia straordinaria, è la lotta delle donne contro la natura per poter sopravvivere:
«La vita è piena di battaglie, e laggiù nel deserto si combatteva per conservarla.»