“E l’amore guardò il tempo e rise” di Antonino Massimo Rugolo, Francesco Cetraro o Luigi Pirandello?
E l’amore guardò il tempo e rise.
Un sorriso lieve come un sospiro,
come l’ironia di un batter di ciglio,
come il sussurro di una verità scontata.
Perché sapeva di non averne bisogno.
Perché sapeva l’infinita potenza del cuore
e la sua poesia e la magia di un universo perfetto,
al di là dei limiti del tempo e dello spazio.
E le ragioni dell’uomo, fragile come un pulcino,
smarrito come un uccello,
cannibale come un animale da preda.
Perché conosceva la tenerezza di una madre,
l’incanto di un bacio, il lampo di un incontro.
Poi finse di morire per un giorno,
nella commedia della vita,
nell’eterno gioco della paura,
nascosto, con il pudore della sofferenza,
con la rabbia della carne,
con il desiderio di una carezza.
Ma era là, beffardo, testardo, vivo.
E rifiorì alla sera,
senza leggi da rispettare,
come un Dio che dispone, sicuro di sé,
bello come la scoperta, profumato come la luna.
Ma poi si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva
e il tempo cercò di prevalere,
nel grigio di un’assenza senza musica, senza colori.
E sbriciolò le ore nell’attesa,
nel tormento per dimenticare il suo viso, la sua verità.
Ma l’amore negato, offeso,
fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
perché la memoria potesse ricordare
e le parole avessero un senso
e i gesti una vita e i fiori un profumo
e la luna una magia.
Perché l’emozione bruciasse il tempo e le delusioni,
perché la danza dei sogni fosse poesia.
Così mentre il tempo moriva, restava l’amore.
La questione sulla paternità
– La paternità di Antonino Massimo Rugolo sembra essere confermata dalla presenza della poesia nella sua raccolta “Sulle ali della tenerezza”, Editore Laruffa, pagina 72.
– La paternità di Francesco Cetraro sembra riferirsi al poeta autodidatta nel periodo della sua permanenza presso l’Ospedale Psichiatrico di Taurianova. La suggestiva storia racconta che il componimento sarebbe stato scritto, come tanti altri, su foglietti di carta. In parte sarebbero andati perduti nel tempo, in parte sarebbero stati buttati dalle infermiere nell’atto di pulire la camera, in parte sarebbero stati gettati fuori dalla finestra dallo stesso Francesco Cetraro durante una crisi, per dare, almeno alle sue poesie, la libertà a lui negata. Si dice che alcune poesie siano state salvate dai nipoti e rilegate in una raccolta non commercializzata, ma regalata in poche copie a pochi amici.
– La paternità di Luigi Pirandello (ormai quasi del tutto smentita per stile poetico e verifiche fattive) cita specificamente una terza edizione 1960 (rivenduta nel giugno 1973) della raccolta “Saggi, poesie, scritti varii” a cura di Manlio Lo Vecchio – Arnoldo Mondadori Editore, Milano.
– La questione sulla paternità di questa poesia è ancora aperta. In mancanza di una fonte certa e condivisibile, invitiamo i nostri lettori a segnalarci (con foto della fonte) conferme o smentite di tali paternità.