
Un vento di cambiamento spira nelle cucine del “Mostobuono”, ristorante-vineria nel centro del quartiere Vomero di Napoli. Nato nel 2016 dall’idea di Davide Schiano Lo Moriello e Paolo Del Franco, si è fatto conoscere ed apprezzare sul territorio per la scelta dei vini offerti e in un secondo momento anche per la ristorazione. Oggi si rinnova in cucina con l’arrivo del giovane chef Antonio Siesto, che vanta un curriculum di tutto rispetto ed importanti collaborazioni alle spalle.
Mostobuono, un locale dal design internazionale
Il locale accoglie l’ospite in un ambiente caldo e raffinato. L’eleganza moderna e il design internazionale ne diventano il segno distintivo e permettono di aprire le porte ad un ampio target di pubblico. I giovanissimi potranno accomodarsi sulle sedie dallo stile underground per il fresco aperitivo delle 18.30, mentre gli adulti e giovani saranno lieti di sperimentare il perfetto connubio tra l’alta cucina e un ambiente non pretenzioso.
Il design, frutto delle esperienze all’estero dei proprietari, ricorda molto gli interni dei locali newyorkesi e londinesi, sempre in linea con i trend del momento e fedeli ad un gusto che unisce elementi di stili diversi in un’atmosfera chic. Ad impreziosire “Mostobuono”, l’offerta di una carta di vini variegata – quasi 100 etichette – e che guarda all’intera penisola, con una particolare attenzione ai territori campani.
Lo chef Antonio Siesto da Gordon Ramsey e Jamie Oliver allo chef stellato Alfonso Caputo
Si deve, invece, dare merito al giovane chef Antonio Siesto che si è messo in gioco portando nella cucina del “Mostobuono” gli odori e i sapori della Costiera. La sua cucina celebra l’importanza della freschezza del prodotto e ne segue la stagionalità, il risultato è un menù in costante mutamento in base ai frutti della terra. Reduce da un’importante esperienza a Londra sotto la guida di Gordon Ramsey e Jamie Oliver, ha completato la sua formazione presso lo chef stellato Alfonso Caputo, nella sua “Taverna del Capitano” a Nerano.
Proprio a lui va il suo pensiero e il suo omaggio nella creazione degli “Spaghetti alla Nerano”, un classico della cucina napoletana. Un piatto che si presenta interessante: l’amaro, che in un primo momento invade il palato, viene smorzato dal dolciastro del formaggio. Lo chef Antonio Siesto presenta un menù fortemente legato alla territorialità, quindi alla cucina mediterranea. È inevitabile il rispetto per la tradizione nella scelta delle pietanze, ma si nota la formazione della chef nel rielaborarle, applicando tecniche, preziosismi e impiattamenti che elevano il piatto.
Menù degustazione
Osservando più da vicino l’offerta gastronomica del “Mostobuono” c’è da essere indecisi nella scelta dei vini. Sono stati degustati diversi bianchi, tutti di evidente qualità, alcune con odori di frutti freschi e fiori appena sbocciati, altri incentrati più sulla freschezza in base agli abbinamenti ai piatti.
In apertura il “Cannolo di mare” presenta la classica forma del cannolo ma con gambero rosso di Crotone, ricotta gentile e crema di zucchine. Gli “Intrecci fritti” sono spaghetti di patate avvolti in grovigli con calamaro, il tutto addolcito da una salsa ai due peperoni. Immancabile come proposta per un primo piatto i già citati “Spaghetti alla Nerano”, con le zucchine striate e le “capuzzelle” di Provolone del Monaco. Un altro possibile primo consigliato è “Mescafrancesca”: la pasta è condita con una crema di piselli, piselli, burrata, limone e nocciole di Giffoni come guarnizione finale. Infine come dolce il “Tropic Thunder”, molto particolare come impiattamento, quasi simile ad una composizione floreale giapponese, con ananas caramellato sul fondo di un bicchiere, yogurt di bufala e sablè al cacao.
Chef Antonio Siesto e Davide Schiano Lo Moriello