
Per molti essere presenti sui social è un modo per condividere i momenti più importanti della propria vita con gli amici, spiare le star, copiare look e ricette. E se per molti è anche un modo per aumentare vertiginosamente l’autostima in pochi click, per qualcun altro è diventato un vero e proprio lavoro. Sorprendentemente però, da pochissimo, con “This is not a sushi bar” è nato un’ulteriore e super-innovativo modo di utilizzare i social ed in particolare il proprio seguito su Instagram,
«Verrà un giorno, e non è molto lontano, in cui potremo concludere affari, studiare, conoscere il mondo e le sue culture, assistere a importanti spettacoli, stringere amicizie, visitare i negozi del quartiere e mostrare fotografie a parenti lontani, tutto senza muoverci dalla scrivania o dalla poltrona.» – Bill Gates
This is not a Sushi Bar, dimmi quanti follower hai e ti dirò quanto paghi
A Milano nasce un locale che permette di pagare il conto in base al numero dei propri instagram follower. Avete capito benissimo. I gestori “This is not a Sushi Bar”, la catena di ristoranti di sushi che opera a Milano già da più di 11 anni e che vanta almeno 8 punti vendita, si sono ispirati ad un evento promozionale che ha avuto luogo a Londra. Generalmente il ristorante si occupa di consegne a domicilio, ma per la sua sede in via Lazzaro Papi ha previsto la possibilità di avere grandi sconti o addirittura di mangiare completamente gratis in base al numero dei follower di instagram.
Le regole sono queste: la cena dev’essere consumata nel locale, il piatto più costoso e le bevande si pagano con i soldi ed è necessario postare una foto del piatto con il nome del brand e relativo hashtag. Il cassiere riceverà a questo punto una notifica sul suo smartphone e detrarrà dal conto un piatto per chi ha tra i 1.000 e i 5.000 follower, due piatti per i clienti che possono vantarne tra i 5.000 e i 10.000, quattro piatti tra i 10.000 e i 50.000, otto piatti tra i 50.000 e i 100.000 e la cena offerta completamente dal locale per i fortunati che ne contino più di 100.000.
Il ritorno in visibilità su Instagram
Un’idea vincente se si considera che il locale con un investimento decisamente esiguo potrà vantare un ritorno pubblicitario non indifferente. Infatti è chiaro che sarà più unico che raro il caso che una “star” da più di 100.000 follower accetti di fare la pubblicità ad un locale in cambio soltanto di una cena gratuita. Quindi è molto probabile che il locale punti soprattutto ad attrarre i cosiddetti “nano-influencer“, cioè persone tra i 1.000 e i 5.000 follower che faranno volentieri il loro piccolo post pubblicitario in cambio di un piatto gratis per sentirsi Chiara Ferragni per una notte.
Intanto il web sarà invaso da colorati piatti di sushi, con le salse decorative e bacchette sapientemente poggiate un po’ di sbieco per dare naturalezza alla foto. Facilmente in questo modo l’ #thisisnotasushibar salperà a vele spiegate le onde dei social.
«La sfida non deve essere come ‘usare’ bene la rete, come spesso si crede, ma come ‘vivere’ bene al tempo della rete.» – Antonio Spadaro
Ma non è detto che questo resti un caso isolato. Se l’iniziativa di marketing ricevesse il successo desiderato, potrebbe trasformarsi velocemente un trend, diffondendosi nei migliori ristoranti d’Europa e del mondo. E in quel caso l’Italia, con il suo “This is not a sushi bar” a Milano, sarebbe stata la prima nel lanciare la moda. C’è da chiedersi: nel bene o nel male?
Sono stati sottolineati a più riprese i rischi legati a questo progetto, relativi soprattutto alla possibilità che qualche utente compri finti follower o utilizzi bot. Ma a spaventare di più è l’inquietante scenario che un’idea del genere sia capace di stimolare desiderio ed emulazione. In questo modo sta diventando reale e socialmente accettata una dinamica per cui quanto si vale e cosa si vale è definito, in maniera assoluta e indiscutibile, da un numeretto sopra le proprie foto.