“Brooklyn” di John Crowley tra nostalgia e desiderio di libertà

"Brooklyn" di John Crowley

“Brooklyn” di John Crowley: dalla sceneggiatura non originale di Nick Hornby, il regista irlandese porta sul grande schermo l’omonimo romanzo di Colm Tóibín. L’opera letteraria è stata considerata dal periodico “The Observer”, uno dei migliori 10 romanzi storici, mentre “The Guardian” lo ha inserito al 51° posto dei 100 migliori libri del XXI sec. La pellicola è stata candidata a diversi premi, portando a casa un BAFTA per il Miglior film britannico e diversi riconoscimenti a Saoirse Ronan come miglior attrice protagonista. La trama sottolinea le difficoltà di trasferirsi in un paese diverso, alla ricerca di un futuro migliore. Negli anni ‘50 – e prima con la Grande Carestia irlandese – molte persone avevano la necessità di migrare in America per trovare un lavoro più stabile e una vita serena. È proprio ciò che fa Eilis che ritrae non solo la condizione femminile ma anche le condizioni di vita degli irlandesi dell’epoca. 

«Non posso comprarti l’intero futuro. Non posso comprarti la vita che meriti.» – Rose 

“Brooklyn” di John Crowley. La luce di un nuovo avvenire

“Brooklyn” di John Crowley, girato in 35mm, presenta inquadrature con un aspect ratio di 1:1,85. Unita ai costumi di Odile Dicks Mireaux, la fotografia di Yves Bélanger regala immagini colorate in modo tenue e leggermente opaco, proprio come se fossero dell’epoca. Al territorio e al verde di Enniscorthy si differenzia la brillantezza e la varietà dei colori di Brooklyn. Così come la spiaggia irlandese mostra un luogo ancora semplice e naturale, quella di Coney Island indica un paese in via di sviluppo, già più legato ai bisogni delle persone e alla cultura di massa. Le diverse inquadrature, come i primi piani della protagonista, e le ambientazioni danno la sensazione di guardare dei dipinti, ritratti o paesaggi. Lo sguardo di Eilis Lacey (Saoirse Ronan) lascia trasparire ogni suo sentimento e ogni sua sensazione, facendo sì che il pubblico provi e condivida ogni suo stato d’animo. 

La luce gioca un ruolo importante nella fotografia. Le sequenze di giorno sono ben illuminate, mostrando la totalità delle ambientazioni. Quelle di notte, invece, creano un forte contrasto tra ciò che viene messo in luce e ciò che rimane in ombra. A tal proposito, è interessante ricordare l’arrivo di Eilis in America. Dopo aver mostrato i documenti per entrare nel paese, si dirige verso una porta. La scena è mostrata a rallentatore, dando così il senso di aspettativa verso un mondo nuovo. All’apertura della porta, si vede una luce. È la luce della speranza di Eilis e di ogni persona, di ogni irlandese che cerca un cambiamento in positivo. Non tutti, però, riescono a trovare la luce oltre quella porta. Un esempio è evidenziato dai senzatetto irlandesi, sui cui volti la camera si sofferma per rivelare vite senza più aspettative, impossibilitate anche a tornare indietro.

Un percorso di crescita interiore di forza e nostalgia

Ma la sofferenza e la nostalgia inseguono Eilis, come ogni migrante, nel ripensare al mondo lasciatosi alle sue spalle, alla casa e alla famiglia. Trasferendosi per cercare nuova vita, sente di non avere più un luogo di appartenenza. La solitudine nell’iniziare una nuova vita, lontano dal luogo in cui si è sempre vissuti, la paura e le difficoltà nel dire addio, sono accompagnati dalla speranza e dalla forza, seppure apparentemente assente, di affrontare gli eventi. La volontà di avere una vita propria, una propria autonomia e indipendenza dimostra anche l’emancipazione che fin dagli anni ‘50 avevano le donne. Con coraggio, molte di loro si sono inserite in un mondo nuovo e diverso. 

«Quando arrivi, tieni gli occhi bene aperti. Devi far capire che sai dove andare, devi pensare come un’americana. La nostalgia sarà così forte che vorrai morire e non potrai farci niente, tranne resistere. Ma ce la farai e non morirai.» 

All’inizio Eilis è più ingenua, quasi timorosa. Pian piano inizia a trovare la sua armonia, grazie anche all’amore di Tony (Emory Cohen). Diventa un’adulta, capace di affrontare la realtà e di incoraggiare chi ha la necessità di trasferirsi — come prima era accaduto a lei – con parole cariche di maturità e forti di una maggiore consapevolezza di sè e crescita personale.

«Finché un giorno spunterà il sole. Forse non te ne accorgerai subito. La sua luce sarà tenue e ti sorprenderai a pensare a qualcosa, o a qualcuno, che non ha alcuna attinenza con il passato. Qualcuno che appartiene solo a te e capirai che la tua vita è lì.» 

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