“Don’t Look Up” di Adam McKay è una dark comedy. Una grande e inevitabile svolta è rappresentata dall’arrivo della cometa Dibiasky, metafora del cambiamento climatico. Come bisogna reagire ad un evento del genere? Immobilizzati dalla paura, agendo per cambiare le cose o rimandando la risoluzione ad eventuali tempi futuri? Rispettando l’ambiente o continuando a inquinarlo? Dando priorità al benessere economico o alla vita delle diverse specie viventi?
Il film non si limita a porre degli interrogativi, ma suggerisce risposte sull’atteggiamento di chi detiene il potere e sul modo in cui si relaziona ai problemi.
«Un uomo ha sempre delle scelte […], a volte devi solo fare quella giusta.» – Teddy
L’arroganza di chi vuole solo perché può
Con “Don’t Look Up”, Adam McKay mette a nudo il comportamento dei potenti di fronte ad una realtà scomoda. Una cometa che giunge verso la terra non porta nessun profitto, nessun vantaggio. Così come la crisi climatica, il surriscaldamento globale, l’inquinamento e le pandemie. Tutti questi elementi diventano importanti solo nel momento in cui possono garantire delle agevolazioni a chi detiene il potere.
Il dirottamento della cometa è di interesse comune solo quando diventa un modo per incrementare i voti alle elezioni. Però diviene ancora più importante quando quel corpo celeste può portare minerali e materiali utili alle imprese miliardarie, come quella di BASH. Di conseguenza: meglio provare a fare la cometa in mille pezzi per guadagnarci qualcosa, piuttosto che deviarla o trovare una soluzione che salvaguardi la Terra.
«Siamo certi che esiste questa cometa e sappiamo che questa cometa esiste perché abbiamo i dati. […] Per favore! La volete smettere con tutte queste cazzo di battutine? Scusate ma non deve sembrare tutto sempre così maledettamente brillante o spensierato o piacevole. In certi momenti è necessario dirci semplicemente delle cose. Dobbiamo ascoltare delle cose.» – Mindy
In uno degli elementi apparentemente senza spiegazione di “Don’t Look Up” è racchiuso il messaggio principale del film. Il generale che fa pagare del cibo gratis agli scienziati dimostra come i potenti ottengano esattamente ciò che vogliono. Non perché ne hanno bisogno, ma semplicemente perché possono. Non c’è alcun interesse nelle conseguenze delle azioni fintanto che i loro capricci siano soddisfatti. È esattamente ciò che fanno i miliardari quando per una passeggiata di 10 minuti nello spazio inquinano la Terra, dopo aver fondato delle aziende tra i cui scopi c’è la riduzione del riscaldamento globale.
“Don’t Look Up”, i personaggi come categorie di persone reali
I personaggi del film rappresentano categorie di persone reali. Peter Isherwell (Mark Rylance) è l’incarnazione dell’imprenditore miliardario tipo, che mette al primo posto il denaro e i benefici personali. Della stessa pasta è il presidente Janie Orlean (Meryl Streep) che mostra la sua poca lungimiranza -come la precedente categoria- nel salvaguardare e tutelare la propria posizione anche a discapito del pianeta, dei suoi abitanti, e persino di suo figlio.
Brie Evantee (Cate Blanchett) e Jack Bremmer (Tyler Perry), invece, rappresentano i classici conduttori televisivi, che danno sempre più spazio al gossip e a notizie devianti la realtà, piuttosto che sensibilizzare su temi attuali e di vitale importanza.
«Intanto stabiliamo ancora una volta che esiste di sicuro un’enorme cometa che è diretta verso la terra. E la ragione per cui sappiamo che esiste questa cometa è che l’abbiamo vista con i nostri occhi, usando un telescopio. […] E direi che tutti siamo d’accordo almeno sul fatto che una gigantesca cometa grande come il monte Everest che è in rotta di collisione con il pianeta terra non è una cazzo di cosa positiva!» – Mindy
Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) e Randall Mindy (Leonardo DiCaprio) sono due facce della stessa medaglia. I due scienziati hanno delle reazioni diverse al problema. Mentre la dottoranda è realmente sconvolta dalla scoperta e non può fare a meno di dimostrarlo, il professore si rifà alla società che lo circonda. Mindy entra a far parte di un mondo di apparenze che però poi gli sta stretto. La necessità di continuare a dire la verità, di dimostrare come stanno le cose, fa sì che il professore torni in sé. Lui e Dibiasky continuano ad informare, nonostante la politica o le multinazionali vogliano zittirli.
L’umanità divisa in due
“Don’t Look Up” divide il popolo in due parti. Da una parte ci sono coloro che seguono ciecamente le verità dei leader, che non vogliono vedere altro, che non vogliono ascoltare altre voci per poi farsi una propria idea. La politica vuole far andare avanti il popolo a testa bassa. E dall’altra c’è chi preferisce ascoltare, chi riesce ad alzare la testa e a guardare in faccia alla realtà. Una bipartizione ben rappresentata dalla campagna della Casa Bianca “Don’t Look Up” e dall’hashtag che segue gli scienziati #justlookup.
«Ma che diavolo ci sta capitando a tutti? […] Non riusciamo neanche a comunicare tra di noi! Cosa abbiamo fatto a noi stessi? Come si risolve? […] E ora loro stanno licenziando gli scienziati come me che fanno sentire la propria voce […] e sono sicuro che molte persone là fuori nemmeno ascolteranno quello che ho detto […] ma io vi assicuro che non sto da una parte o dall’altra, vi sto solo dicendo come stanno le cose. […] Io credo che tutta questa amministrazione sia completamente fuori di testa, cazzo! E credo che moriremo tutti quanti!» – Mindy
Durante tutto il lungometraggio ci sono dei frame che mostrano gli animali nei loro habitat. Queste creature nella loro istintiva naturalezza rispettano la propria casa e, evidentemente, gli uomini dovrebbero imparare da loro, piuttosto che continuare a distruggere la propria casa.
“Don’t Look Up”: una storia vera? Parlano gli scienziati
Nella storia del cinema, ci sono stati numerosi film che hanno trattato la fine del mondo, sia in modo ironico che catastrofico. Tuttavia, il film di Adam McKay non racconta una storia impossibile, ma fatti realmente possibili. Come spiegato in un’intervista dalla dott.ssa Amy Mainzer –consulente scientifica per il film-, gli scienziati monitorano costantemente i corpi celesti: scoprono numerosi asteroidi e ne tracciano le loro orbite e direzioni. Nonostante ciò, ci sono altrettanti oggetti che non sono stati ancora scoperti e che potrebbero causare danni di grande portata. L’originalità di “Don’t Look Up” non sta solo nel profetizzare ciò che potrebbe accadere alla Terra. Ma sta nel modo in cui gli eventi vengono messi in scena.
L’indifferenza dei potenti che tutelano solo il proprio benessere, gli esperti che non vengono ascoltati e sono costretti a dire solo ciò che fa comodo alle autorità, l’influenza sulle masse che vengono spinte alla noncuranza verso la loro stessa fine si contrappongono a chi non intende sottostare agli schemi prestabiliti e mostra la realtà, urlandola eppure senza essere realmente ascoltato ma piuttosto deriso. Il film mostra un elemento spesso messo da parte negli altri lungometraggi: le reazioni della gente, la divisione del popolo in schieramenti, chi ha ragione e chi ha torto, chi lotta e chi tace. Mostra che la classe dirigente riesce a far mettere gli uni contro gli altri, anche inconsciamente, mentre continua a preservare soltanto la propria esistenza, a discapito di tutti gli esseri viventi che abitano la Terra.
Come finisce “Don’t Look Up” per Jennifer Lawrence e Leonardo DiCaprio
Il finale del film pone dinnanzi a quello che potrebbe essere il destino dell’uomo. Innanzitutto, ancora una volta viene evidenziato il disinteresse dei dirigenti rispetto al popolo, in quanto gli unici che si rifugiano in capsule per sopravvivere agli eventi sono proprio loro. Tant’è che la presidente degli USA dimentica persino suo figlio. Quest’ultimo, invece, dimostra quanta importanza si dia a cose futili. In effetti, lui è l’unico superstite e la prima cosa che pensa di fare è condividere un video sui social media. Perciò la frase finale di Mindy assume particolare rilievo e secondo Jennifer Lawrence fa sì che lo spettatore guardi in faccia la realtà.
«Il fatto è che noi abbiamo veramente tutto, non è così? Insomma, se ci pensate.» – Mindy
In fondo, tutto ciò di cui si ha bisogno è ciò che la natura ha dato e proprio l’uomo è colui che la sta distruggendo. Leonardo DiCaprio afferma che “Don’t Look Up” è un film coraggioso che, grazie al finale, porta a prendere seriamente in considerazione le conseguenze di fattori irreversibili. Mette in rilievo la necessità di avere dei leader adatti che si interessino e reagiscano a condizioni quali la crisi climatica per evitare un destino simile a quello dei personaggi. Agire per la salvaguardia dell’ambiente, dell’umanità e delle altre specie è necessario soprattutto ora che si cominciano a notare le conseguenze di ciò di cui gli scienziati parlano da anni. Questa pellicola spinge gli individui a porsi delle domande e a evolversi per focalizzarsi su questioni che sono di vitale importanza.









