“Following” di Christopher Nolan. L’esordio da non bypassare

“Following” di Christopher Nolan. I segni distintivi dagli esordi al successo

“Following” è il primo film di Christopher Nolan scritto, diretto e prodotto (1998). Fu girato in 9 mesi, ma soltanto nei weekend, poiché durante la settimana gli attori erano impegnati nel proprio lavoro. Ogni scena venne girata solo un paio di volte. Per questo gli attori provavano una sequenza numerose volte prima di imprimerla nella pellicola da 16mm. Si tratta quindi di un crime thriller a basso costo che però ha posto le basi per i successivi capitoli della carriera di Nolan, mostrando sin da subito alcune caratteristiche peculiari del cineasta e la coerenza tra le sue opere.  

«Stavo per conto mio, […] ho cominciato a seguire le persone. […] Guardavo dove andava, cosa faceva e poi tornavo a casa, […] seguivo chiunque per vedere dove andava.» – Bill  

Fotografia e montaggio del primo Nolan 

La pellicola, di 70 minuti, è in bianco e nero con un aspect ratio di 1:1,37. Christopher Nolan, tra le altre cose, ne ha curato la fotografia e il montaggio. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, è evidente che la sequenza narrativa non è lineare, ossia non segue l’ordine cronologico degli eventi. La narrazione inizia in medias res per poi intrecciare il racconto in 4 tempi. Il primo è quello in cui Bill (Jeremy Theobald) narra al poliziotto (John Nolan) gli eventi accaduti, il secondo parte dall’incontro tra Bill e Cobb (Alex Haw), il terzo segue la conoscenza tra Bill e la bionda (Lucy Russell), mentre il quarto mostra il protagonista con il viso pieno di botte.

La sovrapposizione delle sequenze appartenenti a momenti diversi -alcuni avvenuti dopo la scena che segue, altri prima- ricorda il montaggio ricreato in “Memento”, ma ancora di più riporta a quello di “The Prestige”. 

«Il gioco sta tutto qui: interrompere la vita di qualcuno, mettergli sotto gli occhi quello che dava per scontato.» – Cobb  

In “Following” di Christopher Nolan sono anticipati alcuni elementi presenti nelle opere successive, tra cui la partizione del film in più atti. In “The Prestige” torna la divisione in 3 atti (come lo spettacolo di un prestigiatore: la promessa, la svolta e il prestigio), che già era stata anticipata dal film d’esordio diviso in 4 tempi. In questo caso però la promessa è l’introduzione alla storia di Bill, un giovane uomo che segue ed osserva le persone nel tentativo di trovare l’ispirazione per il suo romanzo. La svolta, invece, è il suo incontro con Cobb e l’attività che iniziano a svolgere insieme. Il prestigio, come nel lungometraggio che ha come protagonisti i prestigiatori Angier e Borden, è il finale.  

“Following” prima di “The Prestige” e “Inception”

Christopher Nolan, seppur inconsciamente, preannuncia diversi elementi dei suoi lungometraggi più recenti. L’importanza delle mani, utilizzate per compiere i trucchi e nasconderne la magia in “The Prestige”, è presente già nella prima scena di “Following”. Qui si vedono delle mani che frugano in una scatola. Essendo il primo fotogramma, lo spettatore non sa dare la giusta importanza a quelle mani e a quella scatola poiché solo successivamente ne viene spiegato il valore. Allo stesso modo, in “The Prestige” durante gli artifici e gli inganni dei trucchi di magia, si osservano le mani e la grandiosità degli spettacoli, ma non ci si rende conto di ciò che si sta effettivamente vedendo.  

«Tutti hanno una scatola.» – Cobb  

Analizzando i personaggi, ad esempio, Cobb viene ripreso in senso lato in “Inception”. Mentre in “Following” si ha un ladro di oggetti materiali nel mondo tangibile, il Cobb di “Inception” è un ladro nel mondo onirico. In effetti, l’uso del nome non è per niente casuale. Ma ci sono anche diversi riferimenti cinematografici. In casa di Bill si notano diversi poster e fotografie. Tra questi, ce n’è una di Marilyn Monroe che rimanda direttamente al cinema degli anni ‘50. Questo richiamo lo si nota anche nell’aspetto della donna bionda che ricorda proprio quello di un’attrice dell’epoca. Ci sono anche immagini che ritraggono Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance di “Shining” e, di particolare rilevanza, il logo di Batman sulla porta dell’appartamento che preannuncia la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”. 

“Following” di Christopher Nolan. Lo sviluppo di Bill 

«Quale può essere la vita di quello sconosciuto? Che cosa fa? Da dove viene? Dove sta andando?» – Bill 

“Following” di Christopher Nolan è un neo-noir indipendente incentrato, oltre che sugli avvenimenti, soprattutto sul cambiamento del protagonista. Bill segue la gente, la guarda e la studia. In questo modo, però, inizia a non guardare più se stesso e a non studiare il suo comportamento. Si lascia trascinare dagli eventi e soprattutto da Cobb, dal suo parere, dal suo punto di vista e dal suo modo di agire. L’aspirante scrittore si trasforma così in un ladro e inizia a perdere il suo vero io.  

«Quando sottrai, gli mostri quello che aveva.» – Cobb 

Bill si allontana dal suo essere per avvicinarsi a quello di Cobb. Nel rubare materialmente, ruba il modo di essere del ladro. È come se ne diventasse un duplicato. Ad un certo punto quindi Bill non è più un giovane che sogna di diventare uno scrittore, ma un criminale. A lui non viene sottratto un bene materiale, ma la propria identità e individualità. Diventando qualcun altro, lontano da ciò che era prima, ne assume il comportamento e in realtà si converte in una vittima dell’originale, subendone persino le colpe. 

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