
“Judas and the Black Messiah” di Shaka King ripercorre gli eventi che hanno portato all’assassinio di Fred Hampton da parte dell’FBI. Si tratta di una vicenda tutt’oggi attuale, basta prendere in considerazione gli omicidi ai danni degli afroamericani, delle minoranze e non. La pellicola nasce dal soggetto di Shaka King in collaborazione con Will Berson – che ha contribuito alla sceneggiatura insieme al regista -, Kenny e Keith. Il titolo riprende il tradimento di Giuda Iscariota –William O’Neal-, mentre il Messia nero è Fred Hampton. È quindi chiaro l’epilogo del “Black Messiah”, ma è importante cogliere il suo pensiero, il suo messaggio e conoscere la sua attività.
«La politica è guerra senza spargimento di sangue mentre la guerra è politica con spargimento di sangue.» – Mao Zedong
“Judas and the Black Messiah” di Shaka King. Piani ravvicinati ad alta intensità
«Il potere è ovunque sia il popolo.» – Fred
“Judas and the Black Messiah” si apre con la riproduzione dell’intervista a Bill O’Neal (Lakeith Stanfield) e si chiude su quella vera che l’infiltrato fece per la serie documentario “Eyes on the Prize”. La storia non viene presentata dal punto di vista del leader delle Pantere Nere, bensì da quello del suo traditore. Perciò è importante la prevalenza dei primi piani frontali e laterali che mostrano l’interiorità dei personaggi attraverso gli sguardi, sottolineando la differenza tra chi crede nella causa per cui combatte e chi vacilla tra individualismo e collettività. I piani ravvicinati danno una profonda intensità alle scene. Si riesce a sentire la forza e la convinzione di Fred Hampton (Daniel Kaluuya) durante il suo discorso. E si percepisce la consapevolezza e la rassegnazione negli occhi di Deborah (Dominique Fishback) quando Fred viene brutalmente ucciso.
«Io sono un rivoluzionario! […] Se osi lottare, meriti di vincere […]. Penso che morirò per il popolo perché io vivo per il popolo e vivo per il popolo perché io amo il popolo. […] Possono ammazzare un liberatore ma non la libertà, possono ammazzare un rivoluzionario ma non la rivoluzione.» – Fred
L’atmosfera viene ben scandita sia dalla fotografia di Sean Bobbitt, che regala un’eterogeneità di colori in contrasto, che dalla colonna sonora. La musica – composta da Mark Isham e Craig Harris, con il contributo di Quelle Chris e Chris Keys – non solo accompagna le scene, ma riesce a trasmettere le giuste sensazioni allo spettatore. Dal film è nato “Judas and the Black Messiah: The Inspired Album”. Un album che vede la collaborazione di numerosi artisti tra cui H.E.R., che con “Fight for You” ha conquistato l’Oscar per la miglior canzone.
Cosa sono le Pantere Nere o il Black Panther Party? La lotta di Fred Hampton
Sulla linea della rivoluzione russa e di quella cinese, sulle ideologie di Malcom X e Martin Luther King, si svilupparono le idee e i valori portati avanti dal Black Panther Party e da Fred Hampton. Il Black Panther Party (BPP o Pantere Nere) nacque in California nel 1966 dall’iniziativa di Huey P. Newton e Bobby Seale. Fu seguito da numerose attività intenzionate a sostenere e aiutare la comunità, come il Free Breakfast for Children e l’assistenza sanitaria gratuita. Il partito delle Pantere Nere rimase attivo fino al 1982, ma negli anni subì diverse forme di repressione. Un esempio è ciò che accadde a Fred Hampton, leader delle Pantere Nere dell’Illinois. Mostrò una particolare lungimiranza nelle sue idee. Nella sua battaglia per i diritti umani e civili, contro il capitalismo e il razzismo, unì tutti gli oppressi.
«Non combatteremo il capitalismo bianco con il capitalismo nero. Combatteremo il capitalismo con il socialismo.» – Fred
Fred non voleva la supremazia nera su quella bianca, non voleva rafforzare il proprio gruppo a discapito degli altri. Ciò che voleva era una comune attività politica al di là di etnia e colore. Quindi, fondò la “Rainbow Coalition”, un’organizzazione politica multiculturale che, oltre alle Black Panthers, includeva i Young Patriots – gruppo formato da bianchi poveri – e i Young Lords – composto da latini -. Insieme, con la cooperazione di altri gruppi locali, si impegnarono a combattere il razzismo, la povertà, la corruzione e crudeltà della polizia. J. Edgar Hoover considerava il partito come la più grande minaccia alla sicurezza del paese e con il COINTELPRO iniziò un programma di infiltrazione, spionaggio e smantellamento delle organizzazioni politiche. Questo accanimento portò all’assassinio di Fred Hampton nel 1969. Tuttavia, la morte di un uomo che combatte per la libertà e per il suo popolo, non implica la fine della lotta e dei suoi ideali.
Premiazioni
Il lungometraggio è stato premiato come uno dei migliori dieci film dell’anno, sia dal NBR che dall’AFI, e ha portato Daniel Kaluuya alla vittoria di un Oscar, un Golden Globe, un BAFTA e un SAG Award come miglior attore non protagonista.