“Persuasione” di Carrie Cracknell. Cosa non funziona nel riadattamento di Jane Austen?

“Persuasione” di Carrie Cracknell ripropone con Netflix l’omonimo romanzo di Jane Austen. L’opera letteraria viene ricreata con il film in una versione nuova che si allontana dagli standard dell’epoca in cui la vicenda è narrata originariamente.

Non è ovviamente un problema, in effetti ci sono diversi romanzi che nelle trasposizioni cinematografiche hanno subito delle modifiche. Spesso sono diventati dei film moderni che hanno mantenuto soltanto la trama del libro da cui nascono, allontanandosi quindi dall’ambientazione temporale e di conseguenza da tutte quelle regole e tradizioni che fanno riferimento al periodo in questione. Quindi cos’è che non funziona in questa pellicola? Cos’è che l’ha portata a ricevere numerose critiche?  

«La speranza è l’ultima a morire.» – Anne 

“Persuasione” di Carrie Cracknell in un Ottocento non ottocentesco

Il film Netflix “Persuasione” porta in streaming la storia di Anne Elliot (Dakota Johnson) e di Frederick Wentworth (Cosmo Jarvis). La trama centrale rispecchia quella del romanzo dell’autrice inglese, ma subisce dei cambiamenti quasi dissacranti per le amanti e gli amanti della letteratura ottocentesca e in particolare dei romanzi austeniani. Per quanto “Persuasione” si voglia avvicinare alla serie tv regency “Bridgerton” di Chris Van Dusen, non riesce a riproporne l’atmosfera. Nel lungometraggio, Anne Elliot diventa una ragazza ironica che scherza con il pubblico riguardo la sua famiglia e il suo stato attuale, dopo aver lasciato Wentworth. L’ironia avrebbe potuto essere un elemento che arricchisce la pellicola, ma evidentemente non è stata usata nel modo più opportuno. 

«Una volta stavo per sposarmi. Wentworth aveva il mio cuore […] e io fui persuasa a lasciarlo andare.» – Anne  

Oltre ad alcune battute prevedibili o agli anacronismi con il cappuccino e la faccina triste nella lettera di Mary, l’ambiguità sorge nel momento in cui Anne beve il vino direttamente dalla bottiglia o quando urla il nome del suo “ex” alla finestra per richiamare la sua attenzione. In questo modo si dà inizio a una serie di elementi poco convincenti per il tipo di storia che si vuole raccontare.

Ma se “Persuasione” non fosse un film estrapolato da un romanzo austeniano, sarebbe poi così male? La risposta è chiaramente no, non lo sarebbe. Nonostante la leggera chimica all’interno della coppia protagonista – e la quasi assenza di emozioni che trasportino all’interno del loro amore, della loro sofferenza e della successiva felicità -, se non si considera la mediana di casa Elliot come la stessa del romanzo, si può godere di una semplice pellicola di intrattenimento che lascia scappare anche qualche sorriso. 

Oltre Jane Austen: le caratteristiche del film

«Cara Anne, non riesco più ad ascoltare il silenzio. Anne, tu penetri il mio animo. Non dire che un uomo dimentica prima di una donna, che il suo amore ha vita più breve. Io vivo nell’agonia e nella speranza. […] Tu sola mi hai portato a Bath. Solo intorno a te girano i miei piani. Ma non te ne sei mai accorta, come potevi? Perché il tuo amore non è durato quanto il mio. Anne, per me tu sei l’unico amore, non ne troverò mai un altro. Ho pensato innumerevoli volte a come dirtelo. Ma la pena di un amore non corrisposto mi ha reso silente. Non dirmi che è troppo tardi. Il mio amore per te non ha mai vacillato.»lettera di Wentworth 

Il film, che ha un aspect ratio di 1:2,10, presenta una fotografia dai colori vividi e luminosi. Le tonalità delle immagini sono numerose, ma ne prevale una su tutte le altre. Il blu è il colore indica due temi principali della storia: la profondità e la malinconia.

La prima riguarda la profondità dei sentimenti, quelli di Anne per il futuro Capitano. Sentimenti così profondi che a distanza di 8 anni sono ancora lì presenti. Naturalmente, sono inclusi anche i sentimenti di Frederick, altrettanto profondi e inalterati. Di blu è, infatti, il colore del vestito della protagonista quando legge la lettera di Wentworth, nonché la giacca del Capitano stesso.

La malinconia, invece, è quella che segue la perdita e l’incapacità di andare realmente avanti per i due amanti dopo la loro separazione. Alcuni costumi rimangono coerenti con l’epoca, così come le ambientazioni, realizzando così un’avventura simil-period drama.  

Dalla fotografia al montaggio

Il montaggio offre una linea narrativa in ordine cronologico, eccetto per la scena iniziale che si alterna ai titoli di testa. In effetti, si tratta del finale della vicenda in cui i due sono finalmente uniti in matrimonio. Gli eventi vengono narrati in prima persona da Anne stessa, che però non lo fa attraverso una voce fuoricampo, bensì rivolgendosi direttamente alla camera e quindi agli spettatori, lasciando che essi prendano parte alla storia.

Prendendo in considerazione questi fattori, la trama stessa e i piacevoli scenari in cui avvengono gli episodi narrati, il film non merita una valanga di critiche che lo portino a non essere visto.

Non bisogna aspettarsi una trasposizione “alla Austen” curata nel dettaglio. Ovviamente non si è di fronte a “Orgoglio e Pregiudizio” di Joe Wright che, finora, rimane uno dei risultati cinematografici migliori tra quelli basati sui romanzi di Jane Austen. 

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