
“Questione di tempo” di Richard Curtis è una commedia romantica, il terzo lungometraggio – dopo “Love Actually” e “I Love Radio Rock” – che lo vede impegnato sia come regista che come sceneggiatore. Alla semplicità di una classica commedia che si basa sull’incontro di due personaggi destinati ad innamorarsi, “Questione di tempo” aggiunge qualcosa in più, qualcosa di particolarmente profondo: l’importanza di vivere la vita con spensieratezza, accogliendo e apprezzando ogni momento, ogni evento e ogni piccola cosa essa ci riserva. Tutto questo viene inserito con un elemento fantastico: il viaggio nel tempo.
«Il fatto puro e semplice è che gli uomini della nostra famiglia hanno da sempre la capacità di… Ti sembrerà strano […] ma la nostra famiglia ha un segreto, e il segreto è che gli uomini della famiglia possono… Viaggiare nel tempo. Più precisamente, a ritroso nel tempo, non possiamo viaggiare nel futuro.» – James
“Questione di tempo” di Richard Curtis tra fotografia e romanticismo
«Tu come hai usato questo dono?» – Tim
«Ho scelto libri, libri, libri. Ho letto tutto quello che desideravo, due volte. Dickens tre volte. Il tuo primo desiderio.» – James
«Beh, penso che dopo un taglio di capelli più trendy, i soldi sarebbero la cosa più ovvia.» – Tim
«È una questione controversa. […] Non conosco una persona ricca veramente felice. […] Lo devi usare per quelle cose che possono trasformare la tua vita in quella che vorresti.» – James
Girato con un aspect-ratio di 1:2,35, il film si apre con la presentazione dei componenti della famiglia di Tim (Domhnall Gleeson). Fa da sfondo la Cornovaglia, ricca di colori pastello che caratterizzano l’ambiente naturale, con l’autenticità dell’infanzia vissuta dal protagonista insieme alla sua famiglia. Il senso di leggerezza della contea inglese si contrappone alla vita metropolitana di Londra, intensificata da colori più carichi e in contrasto tra loro. Le sequenze si sviluppano maggiormente negli interni. Infatti è proprio l’interiorità che si intende analizzare e in particolare la ricerca dell’amore da parte di Tim.
«Lezione numero 1: puoi viaggiare nel tempo quanto vuoi ma non puoi costringere una persona ad amarti.» – Tim
L’amore arriva con Mary (Rachel McAdams), incontrata nel buio del locale “Dans le noir”. Tim riesce a lasciare un segno nel suo cuore che neanche il cambiamento degli eventi può evitare. Quando Tim torna indietro nel tempo per aiutare Harry, annulla l’incontro con Mary. Il viaggio nel tempo ha delle ripercussioni, ma è come se Tim e Mary fossero fatti l’uno per l’altra. L’andamento della loro storia d’amore viene mostrata in una sequenza nella stazione metropolitana, in cui entrambi passeggiano in diverse occasioni – distinguibili dalla diversità dei loro vestiti – sulle note della musica di un cantate di strada. L’amore tra Tim e Mary viene coronato dal matrimonio, l’inizio della loro storia insieme accompagnato da “Il Mondo” di Jimmy Fontana.
Una storia d’amore per la vita
«E così mi ha svelato la sua ricetta segreta della felicità. La prima parte del programma era continuare a fare la mia solita vita, vivendo giorno per giorno come fanno tutti. Ma poi c’è la seconda parte del programma di papà. Mi ha detto di vivere due volte lo stesso giorno, senza cambiare quasi niente. La prima volta con tutte le tensioni e le ansie che ci impediscono di vedere quanto sia bello il mondo e la seconda volta, vedendolo.» – Tim
“Questione di tempo” di Richard Curtis, oltre al romance tra Tim e Mary, si dimostra una storia d’amore per la vita stessa. Alla scoperta della sua capacità di viaggiare nel passato, Tim cerca di migliorare piccole cose e pian piano offre questo dono per aiutare gli altri. Molte cose però non possono essere più modificate, perché implicherebbero dei cambiamenti drastici nel presente.
«Improvvisamente viaggiare nel tempo sembra quasi inutile, perché ogni momento della vita è così prezioso.» – Tim
Sia grazie ai consigli di suo padre che alla sua esperienza personale, Tim comprende che non bisogna cercare di migliorare a tutti i costi il passato. Piuttosto capisce di dover lasciare andare ciò che è stato, persino quando fa male perché porta la perdita di una persona importante. Tim capisce di dover vivere ogni giorno proprio come lo vivrebbe se tornasse indietro a modificarlo. Questo vuol dire che bisogna vivere ogni giorno come se avessimo scelto di viverlo proprio in quel modo: guardandosi intorno, apprezzando ciò che ci circonda, sorridendo, incoraggiando un amico in un momento di difficoltà, sentendo tutto il buono che c’è nella vita senza dare nulla per certo. La pellicola, seppur nella sua essenzialità, insegna ad amare le piccole cose, anche una comune giornata di sole.
«E alla fine credo di avere imparato l’ultima lezione dai miei viaggi nel tempo e ho perfino superato un po’ mio padre. La verità è che ora non viaggio più nel tempo, neanche per un giorno. Provo solo a vivere ogni giorno come se avessi deciso di tornare a quel preciso giorno, per godermelo, come se fosse l’ultimo giorno della mia straordinaria normalissima vita. Viaggiamo tutti insieme nel tempo, ogni giorno della nostra vita. Possiamo solo fare del nostro meglio per gustare questo viaggio straordinario.» – Tim