Il film “Shakespeare in Love” profuma d’amore e rimandi al teatro

"Shakespeare in Love" di John Madden

“Shakespeare in Love” di John Madden è un omaggio al drammaturgo e poeta inglese William Shakespeare. Ambientata nella Londra del 1593, la pellicola celebra le opere dell’autore britannico attraverso numerosi riferimenti che vengono nascosti dalla storia d’amore e dalla scrittura di “Romeo and Juliet”. Il film ha ricevuto molteplici candidature e ha vinto ben sette premi Oscar – compresi quelli per il Miglior Film, Miglior Sceneggiatura originale, Miglior Scenografia, Migliori Costumi e Miglior Colonna sonora -, tre Golden Globe e tre BAFTA. Infatti, “Shakespeare in Love” riesce a trasportare lo spettatore al XVI secolo e a far sì che venga catturato dalle ambientazioni, dagli abiti della costumista Sandy Powell e dalle musiche di Stephen Warbeck 

«Può un’opera mostrarci l’esatta natura e verità dell’amore.» – Elisabetta I  

Film “Shakespeare in Love” e teatro. Riferimenti ad opere e uomini del tempo

«Una volta avevo il dono: creavo l’amore con le parole come il vasaio crea i vasi di argilla. L’amore che rovescia imperi, l’amore che lega insieme due cuori.» – William Shakespeare 

Sin dalle prime sequenze, la pellicola presenta dei riferimenti al lavoro di William Shakespeare (Joseph Fiennes). Nello studio del drammaturgo, ad esempio, si notano degli oggetti che riportano alle sue opere. Il primo fra tutti è un cranio, un evidente riferimento ad “Hamlet” che viene ripreso nella scena in cui Lord Wessex (Colin Firth) vede Shakespeare credendo sia il fantasma della vittima di un assassinio. Al muro, c’è una cartina dell’Italia, penisola in cui spesso sono ambientate le opere teatrali del protagonista. Sono anche presenti degli scrigni che riportano a quelli di Portia di “The Merchant of Venice”. Alla fine, Shakespeare si prepara a scrivere una commedia: “Twelfth Night, or What You Will” la cui protagonista porterà il nome Viola e userà, proprio come Viola de Lesseps (Gwyneth Paltrow), l’espediente del travestimento per amore.  

«Io ero un pirata e ora sono una nutrice.» – Ralph  

All’epoca le donne non potevano recitare e i ruoli femminili erano affidati a giovani ragazzi dalla voce sottile. A loro non era nemmeno consentito di prendere parte ad alcune discussioni. Pertanto alcune donne – tra cui si ricorda Mary Frith – si travestivano da uomini proprio per girare indisturbate, come Viola, diventando simbolo della fluidità delle identità, tipica del teatro.

Inoltre, ci sono molti personaggi realmente esistiti. Primo fra tutti, si ricorda Christopher Marlowe (Rupert Everett), poeta e drammaturgo, autore di “The Jew of Malta” e “The Tragical History of Doctor Faustus”. Compaiono Philip Henslowe (Geoffrey Rush), un impresario teatrale, Edward Alleyn (Ben Affleck) e Richard Burbage (Martin Clunes) entrambi attori. Burbage faceva parte dei Lord Chamberlain’s Men: la stessa compagnia a cui apparteneva Shakespeare. 

La narrazione del teatro nel film. “Shakespeare in love” con Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes

“Shakespeare in Love” di John Madden si apre in medias res con William Shakespeare intento a buttar giù qualche idea per un’opera teatrale. La narrazione è lineare ma, ad un certo punto, si alterna contrapponendo le scene dei due amanti, Will e Viola de Lesseps, alle prove a teatro, creando un leggero parallelismo tra il loro amore e quello di Romeo e Giulietta – già evidente nella scena del balcone – che più avanti impersonificheranno. Viola, come Giulietta, va contro le regole dettate dal patriarcato. Decide così di amare William e di concedersi a lui, nonostante sia promessa ad un altro. Similmente Giulietta si contrappone alle stesse regole parlando apertamente del suo amore per Romeo e nel chiedergli di rinnegare il suo nome. Questa richiesta era inconcepibile, soprattutto da parte di una donna, poiché era ella stessa che doveva rinunciare al suo, assumendo quello del marito.  

«Ditemi quanto la amate, Will.» – Viola 
«Come un contagio e la sua cura insieme.» – Shakespeare 
«Come la pioggia e il sole, come il freddo e il caldo.» – Viola  

L’alternanza è ben visibile anche nei colori. La fotografia di Richard Greatrex mostra tonalità calde negli ambienti, come il marrone del legno o il giallo dei tendaggi, fino al rosso degli abiti. Ad essi si uniscono il blu e l’azzurro in tinte brillanti. Questi stessi colori distinguono i Montecchi dai Capuleti nella messa in scena: i primi vestono di blu e gli ultimi di rosso.

La narrazione diventa a incastro nel momento in cui inizia lo spettacolo teatrale, in quanto si ha un racconto nel racconto, una recitazione nella recitazione, un teatro nel film. L’effetto suscitato nel pubblico per la rappresentazione teatrale ricalca le sensazioni degli individui alla lettura dell’opera stessa e quelle del pubblico cinematografico, o parte di esso, alla visione del lungometraggio. Si dimostra il potere dell’arte e in particolare della drammaturgia. Grazie ad essa, gli spettatori o i lettori si immedesimano in diverse storie, vivendo così numerose vite. 

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