The new world di Terrence Malick, una terra idilliaca e simbolica

"The new world" di Terrence Malick

“The new world – Il nuovo mondo” di Terrence Malick è un’opera estremamente profonda, composta da molteplici elementi, densi di significato. È primariamente uno spaccato sugli albori del colonialismo inglese nel continente americano, ma è anche una riflessione sul concetto di diverso e sul rapporto fra umanità e natura.

La realizzazione di “The new world” costituisce il culmine di un progetto iniziato negli anni ’70 a cui Terrence Malick si è dedicato assiduamente nel tentativo di costruire un racconto storicamente accurato, oltre che affascinante. Il risultato è stato raggiunto ricreando l’ambientazione caratteristica della Virginia del 1600, ossia costruendo edifici con materiali e tecniche in uso all’epoca e piantando i prodotti maggiormente coltivati. Inoltre il regista ha riportato alla luce la lingua Algonquin, in modo che i dialoghi fra le tribù native della Virginia risultassero credibili e il più possibile aderenti alla realtà.

«Cos’è questa guerra nel cuore della natura? Perché la natura combatte sé stessa? La Terra combatte contro il mare? C’è un potere vendicativo nella natura? Non un potere, ma due?» – “La sottile linea rossa”

“The new world – Il nuovo mondo” rappresenta un tassello fondamentale all’interno della filmografia di Malick. Insieme al suo predecessore, “La sottile linea rossa”,  costituisce un unico nucleo narrativo che mette al centro la natura e la sua capacità di portare l’uomo a mettere in discussione sé stesso. Nella quiete della natura incontaminata l’essere umano è portato alla meditazione, ad interrogarsi sulla sua essenza e a riflettere sul profondo ed inafferrabile significato della vita.

“The new world – Il nuovo mondo” di Terrence Malick. Pocahontas e John Smith e l’unione impossibile fra uomo e natura

«Hai trovato le tue indie, John?» – Pocahontas
«Potrei averle superate.» – John Smith

La relazione fra la principessa Pocahontas (Q’orianka Kilcher) e il capitano John Smith (Colin Farrell) è uno dei cardini narrativi in “The new world”. Tuttavia, non si tratta di una semplice storia d’amore contrastato. Al contrario, Terrence Malick sceglie di non banalizzare il legame fra i due personaggi, ma di dotarlo di un simbolismo che lo rende ancora più intimo e viscerale. La principessa e il capitano sono l’emblema dell’incontro di due mondi opposti, la natura e l’umanità. Pocahontas funge da intermediario fra la civiltà inglese e la tribù dei Powhatan, due fazioni destinate inevitabilmente allo scontro. La tribù dei Powhatan vive in completa comunione con la natura, mentre gli inglesi la combattono, cercando di dominarla. Per questo motivo i due gruppi, seppur non inconciliabili, si batteranno per il controllo del territorio.

«Se solo potessi attraversare quel fiume. Se solo potessi amarla nella natura selvaggia e dimenticare il nome Smith. Dovrei dirglielo. Dirle cosa? É stato solo un sogno. Ora sono sveglio.» -John Smith

L’amore che lega John Smith a Pocahontas è il simbolo di un’umanità virtuosa che si approccia alla natura con molta curiosità, ma con altrettanto rispetto. Il capitano non considera i Powhatan come inferiori, bensì come suoi pari. È evidente dalle scene del primo incontro fra John Smith e Pocahontas. Infatti, i due personaggi vengono inquadrati sullo stesso livello a simboleggiare che nessuno dei due prevale sull’altro. Tuttavia, il fatto che Pocahontas adotti i costumi inglesi è sintomo della natura che si piega all’uomo, lasciandosi plasmare secondo la sua volontà. Il fallimento dell’amore fra Pocahontas e il capitano è il simbolo dell’impossibilità di convivenza pacifica fra la civiltà moderna e l’ambiente.

“The new world” di Terrence Malick. Il significato nell’inusuale prospettiva del colonialismo

«Dobbiamo scoprire quali sono le loro intenzioni. Non c’è motivo di sprecare vite. Se non se ne andranno, allora attaccheremo.» – Re dei Powhatan

Uno dei grandi meriti da attribuire a “The new world – Il nuovo mondo” di Terrence Malick è indubbiamente quello di rovesciare i luoghi comuni sul colonialismo. Se i cliché cinematografici dipingono i colonizzatori come dei fari portatori di cultura, Terrence Malick smonta questo preconcetto, presentando un quadro ben diverso. La Virginia dominata dai Powhatan è idilliaca, in perfetto equilibrio con i suoi abitanti. Il regista Terrence Malick sceglie di riprendere l’accampamento dei nativi con il solo ausilio della luce naturale, per rafforzare l’idea di un popolo che è ormai parte integrante dell’ambiente circostante. La luce calda crea volumi morbidi e i rumori ambientali rafforzano l’atmosfera pacifica della foresta. I corpi dei Powhatan si muovono sinuosi nella natura circostante, imitando le movenze animalesche della fauna autoctona.

Al contrario, l’arrivo degli inglesi segna la rottura dell’equilibrio e determina un rapido declino dell’ambiente ospitante. I coloni sono tanto progrediti tecnologicamente, quanto rozzi nei modi. Il loro accampamento deturpa il territorio e la sofferenza della natura è evidenziata da luci fredde e colori cupi. Il sospetto che gli inglesi nutrono verso i nativi si traduce in un’inevitabile incomunicabilità, aggravata anche dalla barriera del linguaggio. Il sospetto degenera presto in insofferenza che sfocerà irreparabilmente nel conflitto armato.

«Lei e la sua gente sono sul punto di ucciderci tutti. Ci saranno davvero pochi di noi vivi quando le navi ritorneranno, se mai lo faranno.» – Capitano Edward Wingfield

Il nuovo mondo ha diverse sfumature

Sebbene il significato del titolo “The new world” possa sembrare scontato, in realtà ha svariate chiavi di lettura. L’ovvia interpretazione porta a considerare come “il nuovo mondo” il continente americano, con la sua vegetazione indomita e la sua cultura incomprensibile. Tuttavia in “The new world” il punto di vista prevalente è quello di Pocahontas, quindi l’espressione “nuovo mondo” assume una connotazione completamente diversa.

Per la principessa indigena è l’Inghilterra a rappresentare l’ignoto. La natura incontaminata della Virginia non ha segreti per lei, mentre l’Europa è motivo di stupore. Ancora una volta si conferma la centralità del linguaggio del corpo all’interno del film. Nel momento in cui Pocahontas approda in Inghilterra, la camera si sofferma sulla sua espressione sorpresa a sottolineare la sensazione di straniamento. Allo stesso modo, lo zio Opechancanough osserva disorientato il giardino inglese. Gli alberi dalle forme innaturali creano un forte contrasto con la foresta della Virginia, conferendo al giardino inglese un’aria di triste artificiosità.

«Nessun uomo può capire o sapere cosa sia davvero la Virginia» – Capitano John Smith

L’emotività è un tema preponderante in “The new world” e rappresenta un’ulteriore interpretazione dell’espressione “nuovo mondo”. In questo caso non si tratta di continenti da scoprire, bensì della ricerca di sé stessi. Attraverso i frequenti monologhi fuoricampo lo spettatore apprende i dilemmi interiori dei due protagonisti. John Smith si interroga spesso sui suoi sentimenti e si sorprende nello scoprirsi spaventato di lasciarsi andare all’amore. Sarà la codardia a spingerlo ad abbandonare la sua amata, condannandolo alla continua ricerca di una felicità irraggiungibile. Al contrario Pocahontas si affida alla Dea Madre ed è in lei che trova conforto per la sua anima. Perciò Pocahontas riuscirà a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e a trovare pace, concludendo la sua vita in completa armonia con la natura.

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