
“Unbroken” di Angelina Jolie è il terzo film diretto dall’attrice statunitense, dopo il documentario “A Place in Time” e “Nella terra del sangue e del miele”. La trama si basa sull’opera letteraria “Unbroken: A World War II Story of Survival, Resilience, and Redemption” di Laura Hillenbrand che racconta la vera storia di Louis Zamperini. Non è il classico war movie in cui si vedono scontri, battaglie e operazioni segrete. Ma tratta della forza di un uomo che, nonostante le numerose difficoltà, ha voglia di andare avanti, di non perdere la speranza e di vivere la propria vita.
«Il disegno è questo: devi vivere al meglio delle tue possibilità e devi cercare di divertirti un po’ lungo la strada.» – Phil
Il lungometraggio ha portato Jack O’Connell alla vittoria del premio BAFTA come miglior stella emergente e secondo il National Board of Review of Motion Pictures rientra nei Migliori dieci film del 2014.
“Unbroken” di Angelina Jolie. Il montaggio unisce emozioni e ricordi
Attraverso la vita di Louis Zamperini (Jack O’Connell), “Unbroken” mette in mostra le sensazioni e le percezioni dei giovani militari impegnati durante la Seconda Guerra Mondiale. La lotta alla sopravvivenza è accompagnata da sentimenti in opposizione: il dolore per le perdite e la tenacia di andare avanti. Questo viene evidenziato nel montaggio di Tim Squyres attraverso un sistema di parallelismi e confronti. Alla guerra si contrappone l’infanzia del protagonista, dalle sue birichinate fino alla partenza per le Olimpiadi del ‘36. E al salvataggio che coinvolge i soldati in un incidente, si sovrappongono i giochi olimpici. Così vengono messe a confronto le diverse sensazioni del protagonista che si riflettono direttamente sullo spettatore. La speranza di salvarsi è, seppur con intensità differente, la speranza di riuscire nella competizione sportiva. Ma il timore, la paura sul volto di Louis, non hanno pari nel passato.
«Li batteremo arrivando vivi alla fine della guerra, è questa la nostra vendetta.» – Fitzgerald
Quando Louis, Phil (Domhnall Gleeson) e Mac (Finn Wittrock) tentano di sopravvivere sui gommoni, nella vastità dell’oceano – qui l’alternanza tra piani estesi e primi piani è piuttosto significativa -, le ansie, l’angoscia e il terrore aumentano. Tuttavia il mezzofondista mostra quanta forza, volontà e lucidità bisogna avere per restare in vita in un momento così difficile. Lui non perde mai la speranza. Riesce a mostrare la sua energia in diverse occasioni. In particolare lo fa nel momento in cui, nonostante la fatica dello sfruttamento, riesce a sollevare la trave sotto il comando del sergente giapponese Watanabe (Miyavi). In quella scena Louis mostra la sua forza, ma non quella fisica, bensì quella interiore contro le avversità. Watanabe riesce a vedere quella volontà e quella grandezza che non gli appartengono e ne rimane sconvolto, sofferente.
La fotografia rispecchia la realtà
La fotografia di Roger Deakins presenta delle scene illuminate da una luce prevalentemente naturale. Proprio per questo, si creano dei leggeri giochi tra luci e ombre che regalano delle immagini in contrasto più o meno profondo. I colori presenti sono molteplici. Al verde militare delle divise dei giovani soldati si affianca il blu del cielo e del mare.
A questi colori freddi si uniscono tonalità più calde, a volte quasi nel marroncino, che si ritrovano soprattutto nell’ambiente familiare che rimane in semioscurità a causa dell’illuminazione artificiale. Tutto ciò rende le sequenze molto realistiche: elemento importante in una pellicola che vuole raccontare la realtà.
Chi era Louis Zamperini?
Louis Zamperini nacque il 26 gennaio 1917, negli USA. Giovane di origini italiane, si fece notare per i numerosi record stabiliti in atletica al liceo. Infatti nel 1934 corse il miglio in 4’21”. Grazie a una colletta dei commercianti di Torrance, riuscì ad avere abbastanza denaro per mantenersi all’estero durante i Giochi olimpici per cui si qualificò nel 1936. A Berlino non ottenne alcuna medaglia, ma sui 5000 metri piani si qualificò a soli 19 anni, diventando così lo statunitense più giovane a partecipare alla gara. Nella batteria si classificò al quinto posto, mentre nella finale arrivò ottavo con un tempo di 14’46”.
«Una vita di gloria vale un momento di dolore.» – Pete
La Seconda Guerra Mondiale gli portò via la possibilità di partecipare nuovamente alle Olimpiadi, ma il suo sogno continuava ad esistere. Divenne bombardiere dell’aviazione e, come si evince nel film, ebbe un incidente insieme ad altri soldati che lo costrinse a vivere per 47 giorni nell’Oceano Pacifico. Catturato dai giapponesi, Louis Zamperini visse molti disagi. Eppure guidato dalla fede riuscì ad andare avanti e a scontri conclusi perdonò gli oppressori, incluso Watanabe. Tornato a casa, si sposò. E finalmente nel 1997 portò la torcia olimpica per le Olimpiadi di Nagano dell’anno successivo. Morì il 2 luglio 2014, a 97 anni. Lo stesso anno uscì nelle sale cinematografiche “Unbroken” di Angelina Jolie che rende omaggio ad una vita intensa e fuori dall’ordinario.