“V per Vendetta”, rivoluzione anarchica tra filosofia e simbolismo

"V per Vendetta", rivoluzione anarchica tra filosofia e simbolismo

Chi c’è dietro la maschera di V per Vendetta? Dal fumetto al film

Nato dalla penna di Alan Moore e i disegni di David Lloyd “V per Vendetta” è una graphic novel iconica. La sua trasposizione cinematografica diretta da James McTeigue, altrettanto famosa, è ormai un cult del cinema dei primi anni 2000. Nel film V per Vendetta è interpretato da Hugo Weaving, mentre la maschera è modellata sul viso di Guy Fawkes, noto membro della congiura delle polveri che il 5 novembre 1605 cercò di far esplodere la Camera dei Lord a Londra. La profondità politica e filosofica del messaggio trasmesso è ciò che rende ancora oggi “V per Vendetta” un prodotto di successo.

Sebbene Alan Moore lo avesse ideato come una critica all’Inghilterra di Margaret Thatcher, in breve tempo la storia del vendicatore mascherato è diventata un simbolo di anarchia e di lotta contro il totalitarismo. La stessa maschera di V è ricorrente durante numerose proteste, oltre a essere diventata il volto del gruppo degli attivisti di Anonymous.

«Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della Congiura delle polveri contro il Parlamento. Non vedo perché di questo complotto il ricordo andrebbe interrotto.» – V

Cosa significa e cosa rappresenta “V per Vendetta” di James McTeigue? Il potere metaforico del simbol

«Il palazzo è un simbolo come lo è l’atto di distruggerlo. Sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli.» – V

“V per Vendetta” è ricco di simboli e metafore, ognuno dei quali è fondamentale per veicolare il messaggio del film. In particolare l’opera riflette sul significato sostanziale del simbolo e sul valore che ogni essere umano gli attribuisce. È proprio V a meditare sulla sua importanza in una società moderna ed è su questa base che costruisce il piano di ribellione. Non per nulla tutti gli edifici che prende di mira sono centri nevralgici del potere del regime. L’Old Bailey –il tribunale di Londra- è il simbolo di una giustizia corrotta che ha piegato i suoi ideali alla volontà del Fuoco Norreno. Facendolo esplodere, V mette in chiaro la sua volontà di cancellare la corruzione e ripristinare un sistema giusto, in cui la giustizia possa trionfare. Il suo gesto ha una profonda risonanza proprio perché tutta la società riconosce all’Old Bailey l’identico valore simbolico.

Lo stesso concetto si applica alla sede del Parlamento, universalmente riconosciuta come simbolo di democrazia. Distruggere il Palazzo di Westminster significa abbattere l’emblema di una democrazia di facciata, completando il progetto rivoluzionario iniziato da Guy Fawkes con la famosa Congiura delle polveri.

«Da solo un simbolo è privo di significato, ma con un bel numero di persone alle spalle, far saltare un palazzo può cambiare il mondo» – V

V il vendicatore incarna l’ideale anarchico. Uomo raffinato e di cultura

Fin dal suo primo monologo, V si pone come l’espressione della voce popolare. Come tale incanala in sé la rabbia di decenni di soprusi operati dal regime del Fuoco Norreno e predica l’avvento dell’anarchia. Ovviamente l’anarchia che V desidera non è disordinata e senza regole. V non è un agente del caos, al contrario dell’altrettanto iconico anarchico Joker. Piuttosto l’ideale di V richiama il concetto marxista di rivoluzione proletaria. Il vendicatore mascherato incita la folla alla rivolta contro il regime, in modo da liberarsi da un padrone tirannico. La ribellione deve partire dal basso e deve essere unanime, solo così il successo sarà garantito.

«Gli artisti usano le bugie per dire la verità mentre i politici per coprire la verità.» -Evey

L’opposizione di V al regime si palesa anche dal punto di vista artistico, oltre che politico. Di fronte a un governo che manipola la verità e nasconde l’arte agli occhi del mondo, V risponde con la divulgazione. Il suo stesso aspetto è plasmato come un omaggio al Rinascimento, una delle epoche di maggior fioritura dell’arte. Il suo linguaggio è raffinato e ricco di citazioni, soprattutto a Shakespeare. Quindi già ad un primo sguardo, V offre un concentrato dell’arte e della cultura del passato, quella stessa arte che il Fuoco Norreno considera deviata e inadatta al regime.

Anche in occasione dei suoi attentati, diffonde la cultura scegliendo con attenzione la giusta musica di sottofondo. Per l’esplosione del tribunale Old Bailey, V sceglie “L’Ouverture 1812” di Čajkovskij. Il musicista russo è particolarmente adatto agli obiettivi di V, poiché costituisce l’esempio perfetto di un’anima tormentata da una società gretta che non accetta le diversità. Anche la “Sinfonia n.5” di Beethoven è un motivo ricorrente sia nel film che, in misura maggiore, nella graphic novel. Oltre al chiaro riferimento al suo nome in codice (5 in numeri romani è appunto V), il passaggio chiave della sinfonia allude al destino che bussa alla porta. Per V il destino è la rivoluzione anarchica che bussa insistentemente alle porte della tirannia.

La filosofia di Nietzsche in “V per Vendetta”

«Sto semplicemente sottolineando il paradosso costituito dal chiedere a un uomo mascherato chi egli sia.» – V

“V per Vendetta” è indubbiamente un’opera dal profondo valore filosofico. Ogni elemento contiene in sé un significato simbolico che bisogna interpretare per raggiungere la piena comprensione del messaggio. Il personaggio più iconico è sicuramente V. Il vendicatore del popolo non ha un volto, né un’identità. È l’incarnazione di un’idea e come tale è incorruttibile. Non rivelando mai la sua identità, V si pone come il super-uomo nietzschiano. Superiore all’uomo comune poiché trascende il concetto stesso di uomo. V non è semplicemente un ex-prigioniero del Larkhill tornato a vendicarsi, V è un’idea. Se avesse deciso di rivelare il suo nome al mondo, magari per desiderio di appagamento personale, sarebbe sceso al livello dei capi di regime, tronfi e con un ego smisurato. Invece decide di restare anonimo e di diventare simbolo consegnandosi così all’eternità.

“V per Vendetta” e “1984”. Due riflessioni sul totalitarismo

In materia di lotta al totalitarismo è automatico associare “V per Vendetta” a “1984” di George Orwell. Le due opere hanno sia diversi punti in comune che numerose differenze. Entrambe offrono una visione del totalitarismo seguendo due punti di vista differenti. Se “V per Vendetta” è la degenerazione del fascismo e degli estremismi di destra, “1984” rappresenta la delusione nei confronti del socialismo di sinistra. Tuttavia entrambe le opere sono unite dalla critica al bigottismo, soprattutto religioso. In “V per Vendetta” il Fuoco Norreno ha come effige la Croce di Lorena, costituita dall’unione di una croce latina e una spada, simbolo di un potere terreno legittimato da Dio.

«Forza attraverso l’unità, unità attraverso la fede.» – V per Vendetta

«La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza» – 1984

Sia “V per Vendetta” che “1984” basano la maggior parte del loro governo sulla propaganda. Tuttavia gli slogan e la manipolazione psicologica hanno effetti differenti nelle due opere. In “1984” il popolo accoglie gli slogan con maggiore positività, mentre in “V per Vendetta” la popolazione sembra ormai non dare più credito alle parole del regime. Anche Evie Hammond e Winston Smith hanno due approcci diversi alla tortura, con due esiti contrastanti.

Come finisce “V per Vendetta”. Il significato

Evie non rinuncia ai suoi ideali e accoglie l’eventualità della morte con pacifica rassegnazione. La sua prigionia, seppur inscenata da V, è per lei motivo di rinascita a una nuova vita, più matura e consapevole. Winston, invece, è deviato dal regime e il lavaggio del cervello su di lui ha successo. Il finale di “1984” è amaro e lascia poche prospettive per il futuro. In “V per Vendetta”, invece il popolo completa la sua rivoluzione con successo. L’incertezza è forte, ma l’umanità è ormai unita sotto l’egida di V ed è pronta ad affrontare un nuovo capitolo della propria storia con maggiore consapevolezza e speranza per il futuro.

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