La coesistenza dei contrari attraversa la complessità della natura firmando l’autorialità del lavoro di Cho Gi-Seok. Le sue composizioni, elegantemente elaborate, calibrano forme, luci e colori esprimendo una visione del mondo moderna, inclusiva e squisitamente fluida. Creando una nuova iconografia capace di rappresentare la società attuale e celebrare l’intimità dell’individuo, il giovane artista coreano è riuscito ad affermarsi a livello globale lasciando un segno significativo anche nel mondo della fotografia di moda.
Per Cho Gi-Seok la bellezza è armonia tra gli opposti
Partendo dal mondo del Graphic Designer, Cho è arrivato alla fotografia per soddisfare il desiderio di realizzare le proprie immagini, controllando ogni parte del processo creativo. Sin da subito ha sviluppato una poetica e uno stile che rendono riconoscibili ogni suo scatto.
«Ci ho messo molto ad accettare che all’interno della mia personalità esistessero aspetti così distanti. Non capivo quale versione del mio io fosse quella vera, finché ho deciso che lo erano tutte. È una cosa che provo a esprimere sempre nel mio lavoro, cercando di tenere nella stessa immagine l’umano e il tecnologico, il moderno e l’antico, l’Oriente e l’Occidente, il fantastico e il reale, tutto». – Cho Gi-Seok
Cho ritrae l’esistenza umana partendo da sé, ma interpretando allo stesso tempo la propria generazione. Che sia il ritratto di una persona o di un fiore, il suo lavoro riflette l’unicità della cultura coreana e l’ambiguità della bellezza che deriva dall’armonia tra gli opposti. Armonia ed equilibrio caricano ogni immagine di un simbolismo che le eleva alla spontaneità della Natura in tutte le sue forme.
La Natura catturata dall’obiettivo dell’artista non è solo purezza, ma soprattutto coesistenza. Tutto ciò che popola questa Terra, ogni essere vivente, luogo e cosa digitale, influenza ed è influenzato da tutto il resto che lo circonda. L’umanità, la natura e persino le macchine sono tutte destinate a vivere insieme, a coesistere. Tutto si somiglia, si contamina, arricchendosi nella forma e nel significato.
I fiori di Cho Gi-Seok, “Flower Study” e “Coexistence”
La relazione simbiotica tra uomo e natura è il cuore pulsante di “Flower Study”, un ciclo fotografico in cui uomini e fiori si confrontano in dittici che proprio attraverso il paragone rivelano la loro vera essenza. I fiori, la loro purezza e intrinseca bellezza, si riflettono nei corpi di uomini e donne, sospesi in atmosfere ieratiche e sacre. Un corpo, snello e diafano, ricorda lo stelo di un tulipano, il volto dipinto di giallo il suo pistillo e i capelli color lilla i suoi petali. Sterminate sono le composizioni che vedono trasformare corpi umani in delicate creature floreali.
I fiori sono soggetti molto amati dall’artista, il quale ha dichiarato di trovare spesso ispirazione passeggiando tra i mercati dei fiori di Seoul. Questi infatti sono protagonisti importanti anche nella serie fotografica “Coexistence”. Qui si vedono volteggiare su frammenti di porcellana, spuntare fuori dal busto di una scultura oppure sostituire il volto di un uomo, con un chiaro omaggio al surrealismo magrittiano.
La fiaba di Veronica Yoko Plebani
Una vena di surrealismo percorre tutto il lavoro di Cho, impregnando i suoi scatti di un marcato onirismo. Il servizio fotografico, realizzato per il primo numero del 2022 di Vogue Italia, ad esempio immortala l’atleta paralimpica, scrittrice e attivista, Veronica Yoko Plebani come la protagonista di una favola di moda che oscilla tra l’incanto e il surreale.
«Ho letto tutte le interviste di Veronica che sono riuscito a trovare, e mi ha colpito moltissimo soprattutto il suo romanzo, con quello strano misto di autobiografia e metafora. E ho cercato di fare qualcosa di molto simile: da un lato catturare l’essenza di Veronica – una persona vera, straordinaria – e dall’altro creare un personaggio fantastico: tutti dovrebbero poter essere protagonisti di una fiaba». – Cho Gi-Seok
Sovvertendo il canonico modo utilizzato dalle riviste di moda di ritrarre le persone con disabilità schermandosi dietro pietismo o eroismo, Cho trasforma l’atleta in una creatura fatata che abita un bosco incantato, solitario, riparato dal sole e ammorbidito dalla sofficità di muschi e fiori. La capacità narrativa manifestata da questo artista trova campo fertile nell’ambito della fotografia di moda, che si dimostra sempre più aperto alle sperimentazioni artistiche.















