JR, lo street artist parigino che usa la fotografia per abbattere i muri sociali

L’arte può salvare il mondo? Questa è la domanda che muove l’opera di JR, l’artista francese che con le sue installazioni trasforma le strade delle città, di ogni angolo del mondo, in enormi gallerie d’arte pubbliche. Non si considera né un fotografo né uno street artist, ma è di certo un grande comunicatore. Grazie al suo intervento i muri, concettualmente concepiti per dividere ambienti e persone, diventano lo strumento più efficace per avvicinare gli individui.

Se è vero che ogni evento nella vita può determinare le sorti di un individuo, quello che ha certamente dato una svolta alla vita di Jr è stato il ritrovamento fortuito di una macchina fotografica abbandonata nella metro di Parigi. Da allora non ha più smesso di portare avanti una missione: dare una voce a tutti coloro che una voce non ce l’hanno. La tecnica artistica che rende inconfondibile la sua firma è il collage fotografico applicato alla street art. Grazie alla sua arte è riuscito ad “esporre” nelle piazze più note al mondo raggiungendo una fama planetaria.

“Portrait of a generation”: JR getta luce sul ghetto francese

Il progetto che ha dato il via alla sua carriera è “Portrait of a generation”. Dopo che nel 2004 JR aveva portato l’arte nel cuore dei “Les Bosquets” di Montfermeil, tappezzando le strade del quartiere parigino con i ritratti dei giovani del “ghetto”, nel 2006 ripropone un progetto simile ma di respiro più ampio. In quegli anni, a causa di disordini cittadini innescati dall’inasprirsi dei rapporti tra i rivoltosi della periferia parigina e i rappresentanti delle forze dell’ordine, si era accentuata una ghettizzazione in Francia.

Le notizie di cronaca veicolavano l’immagine di una gioventù violenta e fuori controllo senza andare alla ricerca delle cause che avevano portato quella gioventù alla ribellione. Tutti i ragazzi dei quartieri malfamati venivano additati come “feccia” dall’opinione pubblica. JR usando l’arte come mezzo di comunicazione non violenta, anche se espressa in modo illegale, mostrava i ragazzi del ghetto sotto una nuova luce.

Con un obiettivo da 28 mm realizza decine e decine di ritratti in primissimo piano di ragazzi intenti a fare la caricatura di loro stessi, li stampa in grande formato e li incolla nei quartieri borghesi bohèmien di Parigi. Invita a guardare dritto negli occhi quella generazione di giovani che giocava a fare i cattivi ragazzi per conoscerli davvero, senza il filtro dei pregiudizi e delle paure sociali.

“Face2Face” in Medio Oriente: una terra santa, piena di odio

Nel 2007 JR, accompagnato dal suo amico e collega Marco Berrebi, compie un viaggio in Medio Oriente che culmina nel progetto “Face2Face”. È la più grande esposizione fotografica illegale mai realizzata prima.

La terra considerata “Santa” da cristiani, ebrei e islamici è anche una terra piena di odio, nella quale imperversa una guerra “fratricida” che sembrava non avere fine. JR e Marco, dopo aver trascorso settimane in diverse città, sia israeliane che palestinesi, e dopo aver parlato con le persone del luogo, giungono ad un unico pensiero. Quelle persone si somigliano, sono come fratelli cresciuti in famiglie diverse, in perpetua guerra perché non riescono a rendersi conto che in fondo sono uguali.

Realizzano allora una serie sterminata di ritratti in primo piano di uomini del luogo e li schierano uno a fianco all’altro, faccia a faccia, sui muri delle città sia palestinesi che israeliane. Il risultato è stato lampante: la somiglianza che accomunava quelle persone rendeva davvero impossibile distinguerle in base alla loro etnia.

“Women are Heroes”: la riflessione di JR sulla condizione femminile

La condizione della donna è stata il centro di una lunga riflessione per JR. Dal 2008 al 2014 JR gira il mondo in lungo e in largo, concentrandosi nelle zone di conflitto e maggiore povertà, per raccogliere le testimonianze di migliaia di donne. Storie di violenza, soprusi, fanatismo politico e religioso sono quelle che traspaiono dagli occhi dalle donne che si lasciano intervistare e fotografare dall’artista.

“Women are heroes” porta su treni in movimento, su abitazioni e monumenti cittadini gli occhi malinconici delle donne dimenticate, il loro sguardo ferito, ma pieno di voglia di riscatto. Dalle Favelas brasiliane al Sudan, dalla Sierra Leone alla Cambogia, JR ha coinvolto gli uomini del posto per tappezzare i luoghi più significativi con le immagini delle proprie donne, eroine nel silenzio, nella povertà e nel dolore. Il materiale fotografico e video raccolto è confluito inoltre nella realizzazione di libri, distribuiti a ogni partecipante alla fine di ogni tappa del progetto, e di un film presentato nel 2010 al Festival di Cannes.

“Inside out” unisce 148 paesi

Dopo aver vinto nel 2011 il Ted Prize JR lancia “Inside Out”. Si tratta di un progetto partecipativo che negli ultimi 12 anni ha coinvolto 148 paesi, 500.000 persone e oltre 2000 installazioni.

Il format ideato da JR consiste nel donare un pulpito a chiunque voglia far sentire la propria voce. Persone e comunità di ogni genere hanno raccontato la propria storia legandola al proprio ritratto. Con un immenso collage di ritratti, volti e storie, ciascun ritratto viene sia esposto nelle più importanti piazze cittadine che documentato e condiviso online. I temi più ricorrenti di enormi manifesti pubblici sono la diversità, il femminismo, il razzismo, il cambiamento climatico, i diritti degli individui, che siano bambini o anziani.

“The yard”: i denuti protagonisti della street art di JR

Nel 2019 i detenuti diventano ispirano il progetto artistico “The yard”. Nel carcere di massima sicurezza di Tehachapi la maggior parte dei detenuti è rinchiusa da quasi un decennio e molti devono scontare l’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata.

Qui JR ha conosciuto e parlato con 28 detenuti e, dopo aver realizzato i loro ritratti, ha chiesto loro di registrare una testimonianza libera, come se dovessero consegnare all’oceano un biglietto chiuso in una bottiglia di vetro. Alcuni hanno parlato per dieci minuti, altri per oltre mezz’ora, altri ancora hanno pianto.

Mescolando i ritratti dei detenuti a quelli di ex carcerati e del personale carcerario, ha realizzato un enorme collage che è stato incollato sul pavimento del cortile dai detenuti stessi. L’opera è andata persa dopo tre giorni, ma tutte le testimonianze sono caricate online e ancora fruibili attraverso un’app realizzata ad hoc.

La piccola “Valeriia” di JR simbolo della resistenza

Neanche lo scoppio della guerra in Ucraina ha lasciato in disparte JR, che si è recato a Lviv per marciare con la resistenza. La gigantografia di 45 metri di lunghezza della piccola Valeriia è stata srotolata sotto lo sguardo di un drone e portata in marcia come simbolo della resistenza e della resilienza del popolo ucraino. L’immagine ormai iconica è stata resa indimenticabile anche grazie al “Time”, che l’ha utilizzata come copertina del numero di marzo del 2022.

Molti altri sono i progetti a cui JR si è dedicato nel tempo, tutti accomunati dall’intento di utilizzare l’arte come un ponte che avvicina le persone. JR non è un’attivista, non cerca di imporre un pensiero, desidera solo indurre alla riflessione. Quando gli domandano se l’arte può davvero cambiare il mondo e le persone la sua risposta è semplice. Se ogni istante della vita produce un cambiamento nell’essere umano perché l’arte non potrebbe fare lo stesso?

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