
Tra i vincitori del “Sony World Photography Awards” dell’anno 2018, per la categoria natura morta, il fotografo inglese Paul Hamilton si è qualificato con la sua raccolta “Seawall”. Veri e propri paesaggi in miniatura, creati dal mare e dagli agenti atmosferici che hanno battuto incessantemente il lungo argine che percorre le coste del Kent, da Shellness a Sheerness, sull’isola di Sheppey, passando per Minster.
Seawall di Paul Hamilton, uno sguardo da vicino alla natura
Queste meraviglie, create dalla comunione di un’opera costruita dall’uomo e dall’imperversare della natura, sono in continuo mutamento. Alcune di loro sono già sparite, ma sono ora eterne grazie a questi ricercati scatti, frutto di sei mesi di quasi giornaliera perlustrazione del mare. L’opera ha attirato diversi passanti che passavano sul posto, incuriositi dalla capacità di Hamilton di vedere forme, texture e disegni che altri non riuscivano a intercettare. “Seawall”, oltre ad essere una galleria fotografica, è anche un libro, pubblicato nel febbraio di quest’anno, in cui gli scatti sono magistralmente raccolti, assemblati e commentati. Luminose, spettacolari e variegate, le foto di Hamilton ci fanno viaggiare con la mente. Non è difficile interpretare i giochi di luci e colori nei modi più disparati, da una nebulosa galattica nelle profondità dell’universo ad un eruzione vulcanica.
Seawall, gli scatti più suggestivi del reportage
La prima foto che cattura la nostra attenzione è “Pacific Rim”. Uno scatto che, come indica il nome, non può che darci l’impressione di essere davanti ad una veduta aerea di giochi d’acqua. L’effetto patinato e l’aspetto ingiallito della foto ricordano il tipico stile di stampa asiatica e ci trasportano sulle coste di un arcipelago isolato nell’Oceano Pacifico, che pare ritirarsi prima di una tempesta. Dal Pacifico potremmo velocemente spostarci alle pendici di un vulcano in eruzione. È questo il soggetto che la nostra mente intravede facilmente in “Eruption”, uno scatto colorato ed estremamente poetico che ricorda l’esplosione lavica. Si tinge di arancione il cielo blu cobalto di una notte appena cominciata. Quelle che paiono a tutti gli effetti scintille e lapilli ancora roventi si riflettono nell’acqua, un velo di fumo sembra appannare la nostra visuale.
“Neptune”, invece, è una foto che ci trasporta direttamente nello spazio. Ci si trova al cospetto di un pianeta, il cui verde sfuma dolcemente nell’azzurro e nel giallo oro dello sfondo a cui è davanti. Lo scatto più stupefacente di tutti, però, è quello che senza dubbio crea nell’osservatore l’illusione di trovarsi davanti ad una di quelle foto della NASA che puntualmente stupiscono ed ammaliano: “Birth of a universe”. Uno scatto che ci ricorda un universo attraversato da frammenti di stelle davanti ad uno sfondo colorato, che passa dal gelido blu elettrico di una galassia al magenta di una stella, senza mancare di passare per le più belle sfumature di blu avio e lilla.
Paul Hamilton
Come il fotografo sia riuscito ad intravedere il potenziale evocativo di questi minuscoli pattern è difficile da immaginare, non c’è alcun dubbio, però, che Paul Hamilton continuerà, allo stesso modo, a sorprenderci e farci immaginare nuovi universi grazie ai suoi prossimi lavori: il suo ultimo lavoro, “Planetarium”, sicuramente promette bene.
Paul Hamilton, nato e cresciuto nel borgo londinese di Lambeth, è attualmente diviso tra l’Inghilterra e l’Isola Paradiso di Palawan, Filippine, in un curioso percorso di vita che lo ha portato dal sud est della Gran Bretagna al sud est dell’Asia. Fotografo autodidatta, nonchè grafico e web designer, la natura morta non è il suo unico campo di lavoro. Nel corso della sua carriera ha pubblicato lavori di ogni genere, dall’architettura al viaggio, passando per i documentari e la fotografia astratta. In quest’ultima categoria potrebbero rientrare, forse, gli scatti di “Seawall” al primo sguardo dell’osservatore.