Nata ad Amsterdam, attiva sin dal 1995 e presente in oltre 100 diverse città in più di 45 Paesi, la World Press Photo Exhibition 2018 è la mostra di fotogiornalismo più importante del mondo e per il terzo anno consecutivo è approdata anche a Napoli, al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli.
135 le foto esposte, dei 42 vincitori provenienti da ogni angolo del globo, pronte a descrivere e a raccontare gli avvenimenti più importanti del 2017. Foto che la giuria internazionale ha selezionato tra oltre 73mila immagini di quasi 5mila fotoreporters, durante tre settimane di attenta analisi.
World Press Photo Exhibition 2018 premia lo scatto di Ronaldo Schemidt
Vincitore di questa edizione con il primo premio è Ronaldo Schemidt. Fotoreporter dell’”Agence France-Presse”, originario del Venezuela, è sceso in piazza a Caracas durante le dure proteste contro il Presidente venezuelano Nicolas Maduro e il 3 maggio 2017 ha catturato col suo obiettivo un manifestante, José Victor Salazar Balzaed.
Il giovane è stato immortalato completamente avvolto dalle fiamme in seguito all’esplosione di una motocicletta – probabilmente appartenente ad un agente delle forze dell’ordine venezuelane – che stava distruggendo assieme ad altri rivoltosi. Fortunatamente, nonostante ciò che le impressionanti immagini di Ronaldo Schemidt potessero far temere, il giovane José è riuscito a sopravvivere riportando ustioni di primo e secondo grado su gran parte del corpo.
Ma se il colpo d’occhio dell’esposizione è impressionante proprio per la potenza espressiva dei soggetti e per la qualità incredibile degli scatti, ciò che questa straordinaria selezione più di ogni altra cosa riesce a trasmettere al pubblico è l’abilità fuori dal comune da parte dei reporter di raccontare.
Racconto di un’infinità di storie diverse, di storie inimmaginabili, di storie sconosciute ai più, di storie nascoste e portate alla luce dall’occhio e dalla sensibilità degli artisti. Storie di persone incredibili, di luoghi lontanissimi e misteriosi, di umanità e di natura incontaminata, di ciò che il giornalismo tradizionale spesso, colpevolmente, ignora o peggio riporta in maniera falsata.
Il fotogiornalismo non è solo fotografia, ma soprattutto racconto. Francesco Pistilli condivide la sua esperienza
L’italianissimo Francesco Pistilli è intervenuto come ospite al PAN in occasione della World Press Photo Exhibition 2018. Fotoreporter abruzzese della classe ’82, ha vinto il 3° Premio per la categoria “Stories“ grazie ai suoi scatti. Nel suo reportage ha raccontato in punta di piedi il dramma dei rifugiati della cosiddetta “Rotta Balcanica” che, nel gennaio 2017, sono stati costretti ad accamparsi tra i magazzini e le stazioni abbandonate di Belgrado. Un’esperienza estenuante senza elettricità né riscaldamento, in attesa di uno smugler che li conducesse illegalmente verso il centro dell’Europa.
Il punto di vista di Francesco Pistilli, uomo e artista dall’incredibile sensibilità e dalla dialettica accattivante, è quello di un giornalista che contesta la realtà, quasi sempre filtrata dalle mille lenti dei media, e che riporta l’essenza delle cose attraverso la trasparenza della sua macchina fotografica. Il suo dialogo mai banale con il pubblico, trasuda passione ed onestà, voglia di spiegare, con le parole e con le sue immagini, che la narrazione può e deve riguardare tutto ciò che erroneamente non ci è concesso sapere, non ci è concesso guardare. Francesco racconta la vita da fotoreporter, descrivendola con dovizia di particolari – come solo un inviato in prima linea può fare – e riportando aneddoti e storie. Così affascina e rapisce, riempie di curiosità e appassiona.
Da Ronaldo Schemidt a Francesco Pistilli, un viaggio lungo tutto il mondo
E allora ecco che l’osservatore, quando torna sulle immagini affisse alle pareti delle bianchissime sale, adesso catturano dettagli che probabilmente solo un occhio allenato può riuscire a cogliere.
La sofferenza dei profughi Birmani di Myanmar che lentamente migrano verso il Bangladesh; gli occhi spenti delle giovani donne africane costrette a fasciarsi i seni per ritardare il momento in cui mostrando la propria sessualità potrebbero essere costrette a subire violenza da parte degli uomini. O ancora la rassegnazione delle vittime dell’attentato di Las Vegas del 2 ottobre, stese al suolo sotto il fischio dei proiettili, sotto la follia dei gesti di questo tipo. E poi la fierezza delle giovanissime prostitute Russe che sopravvivono unicamente grazie alla vendita del proprio corpo e ancora storie, racconti, narrazioni.
World Press Photo Exhibition 2018 è tutto questo e molto altro ancora. Un viaggio incredibile nel cuore delle vicende del Pianeta, che si manifestano con la magia di un click d’autore.






