“H/H” di Banana Yoshimoto. Viaggi nella dimensione onirica e superamento della morte
“Hard-boiled” e “Hard luck” sono due racconti lunghi di Banana Yoshimoto, editi nel 1999 e giunti in Italia nel 2001 con il titolo di “H/H.” Legati a doppio filo da una tematica comune e sempre cara all’autrice, le due storie hanno il potere magnetico di attirare chi legge in una dimensione ovattata tra realtà e sogno.
La protagonista ricorrente nei romanzi e nei racconti di Banana Yoshimoto è la morte, nelle sue varie declinazioni. Sì, perché se si pensa di considerarla uno stato immutabile solo perché permanente, si sbaglia di grosso. E Yoshimoto lo dimostra anche in “H/H”. In entrambi, la morte è già avvenuta e ai vivi spetta l’onere di fare i conti con l’assenza, il senso di perdita e ragionare sull’inevitabile volontà di ricostruire, mattone dopo mattone.
La fissità della morte contrasta con i viaggi senza meta della protagonista di “Hard-boiled” e contagia quella di “Hard luck”, che vive un senso di sdoppiamento e straniamento al quale può rispondere solo impietrendosi. Atmosfere oniriche e inquietanti trovano posto in notti lunghe e tormentate, pregne di rivelazioni e decisioni fondamentali.
“Hard-boiled” di Bana Yoshimoto dialoga con la morte
Proprio il sogno, marchio piuttosto riconoscibile del gusto della scrittrice, è un altro denominatore comune che unisce le due storie e che ospita ben volentieri il tema di base della morte. Tuttavia, in “Hard-boiled” la sua presenza è notevolmente più decisa, mentre in “Hard luck” ne prendono il posto i vagheggiamenti e le ipotesi della protagonista, che si potrebbe dire sogni ad occhi aperti.
In “Hard-boiled”, il sogno è spasmo e brusca interruzione dall’inquietudine della vita reale. La narratrice passa in continuazione da uno stato di sonno ad uno di veglia, e registra le sensazioni che la investono. Banana Yoshimoto ritrae con delicatezza e vividezza il rapporto onirico e interdimensionale che lega la defunta alla viva del primo racconto. Si tratta di dialoghi illuminanti, consigli e una vicinanza tra l’umano e lo spirito che fa la sua comparsa.
«Penso che tu abbia la fortuna dalla tua parte. Questo ti porterà ad avere una vita molto strana. Ti succederanno tante cose. Però non devi mai biasimare te stessa né avere paura, devi vivere hard-boiled. Qualunque cosa accada, affronta tutto con spavalderia.» – “Hard-boiled”
“Hard luck” di Banana Yoshimoto. La Fortuna dei vivi
In “Hard luck”, invece, la morte assume una connotazione quasi pratica. Ciò fa sì che una minima parte sia destinata alla presenza del sogno, che semmai diviene il desiderio di vivere una vita ideale. La morte conferisce alla protagonista confusione e turbamento – la sdoppia perfino –, ma le ricorda anche il compito che spetta a chi sopravvive: vivere, appunto. Ancora una volta, ritorna un altro argomento cardine dei due scritti, la fortuna. Anche qui ci si appella alla sorte e alla buona stella, come speranza ed incoraggiamento per nuove rotte. Il rinnovato stato mentale della protagonista si evince dai dialoghi che intrattiene non con la morte, come per quella di “Hard-boiled”, ma con i vivi.
«Tu ed io non abbiamo mica la fortuna contro, no? Siamo solo inghiottiti da quest’atmosfera, non credi? Adesso è impossibile. Ma è solo adesso, che è impossibile, vero?» – “Hard luck”
“H/H” è un libro che contiene due storie di grande forza, che colpiscono chi legge e lo catapultano in dimensioni ultraterrene per poi farlo riatterrare di nuovo nella realtà. Dapprima un viaggio onirico, poi il ritorno alla vita. Sembra quasi che Yoshimoto abbia voluto ideare un viaggio negli stadi del lutto, partendo dallo shock iniziale, attraversando le profondità del dolore e della perdita, fino alla dolorosa realizzazione e al coraggio di ripartire a vivere. La morte, tra le mani di Banana Yoshimoto, si spoglia dei suoi attributi più spaventosi ed incoraggia alla vita.
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