Henri de Toulouse-Lautrec, il ritrattista del popolo della notte

Henri de Toulouse-Lautrec
Henri de Toulouse-Lautrec Ritratto di Octave Raquin

Il ritrattista del “popolo della notte”, così era denominato Henri de Toulouse-Lautrec. Nato ad Albi nel 1864 da una delle famiglie più prestigiose nel sud della Francia. Unico figlio sopravvissuto dei nati dall’unione dei suoi genitori, trascorre una prima giovinezza agiata e felice fra le tenute di famiglia di Bosc e Céleyran e Parigi. La salute cagionevole, dovuta a due incidenti e a una malattia alle ossa che lo rendono deforme, influisce sul suo spirito bizarro e ribelle a ogni costrizione. È grazie all’amore per l’arte, coltivato fin dall’infanzia, che ben presto trova nel proprio talento di pittore e illustratore la strada per il successo.

«Dipingo le cose come stanno. Io non commento. Io registro.» – Henri de Toulouse-Lautrec

 Henri de Toulouse-Lautrec. Il fascino delle atmosfere parigine

Trasferitosi a Parigi, inizia a frequentare gli artisti della capitale francese. Oltre ad apprendere le tecniche dei maestri René Princeteau, Léon Bonnat e Fernand Cormon, conobbe il pittore Emile Bernard. Con l’amico René Grenier aprì un proprio atelier, nello stesso edificio in cui abitava il pittore Degas, artista per cui Lautrec nutriva una profonda ammirazione e che influenzò in maniera decisiva la sua arte. Strinse una profonda amicizia con van Gogh. A Parigi Lautrec rimase anche affascinato dai cabaret e delle atmosfere parigine.

«La vita della nostra città è piena di spunti poetici e meravigliosi: ne siamo avvolti, vi siamo immersi come in una meravigliosa atmosfera, ma non ce ne accorgiamo» – Charles Baudelaire

Come Charles Baudelaire, nel programma espresso nel 1846, anche per Toulouse-Lautrec la vita nella capitale francese, in particolar modo quella notturna, diventa un modello. I bordelli e i cabaret parigini, frequentati sempre più assiduamente, finiscono per diventare i soggetti e le ambientazioni di quasi tutte le sue opere. Una sorta di diario visivo della Parigi di fine Ottocento, mostrata attraverso lo sfarzo e il divertimento, ma anche come un’epoca profondamente inquieta. Un mondo che andava alla deriva senza accorgersene, di una generazione che procedeva inconsapevole verso il baratro della prima guerra mondiale.

Dal Moulin Rouge a Le Folies Bergère, passando per l’Elysée Montmartre e il Moulin de la Galette, Henri de Toulouse-Lautrec divenne spettatore abituale di spettacoli d’arte varia. Danzatori, illusionisti, cantanti e giocolieri, vengono da lui ritratti attraverso le tecniche del disegno e della litografia con uno stile totalmente originale.

Uno stile icastico ed essenziale

«Lautrec è anzitutto e soprattutto una certa definizione della forma. Appartiene alla famiglia di spiriti per i quali la forma della vita e gli impulsi degli esseri sono un linguaggio cifrato pieno dei più poetici segreti» – Henri Focillon

Già nel disegno, ma ancora di più nella grafica, Lautrec tocca livelli altissimi di creatività, conferendo a questa forma d’arte, ai suoi tempi ritenuta “minore”, nuova dignità e autonomia. Viene eliminato ogni dettaglio realistico dello sfondo (già trattato in modo piuttosto indistinto e vago nelle pitture) che diventa spesso un semplice fondale a tinta unita. Assume quasi i caratteri di un “sipario” chiuso alle spalle o di un pannello di scena che allude al contesto in modo stilizzato.

 Henri de Toulouse-Lautrec punta il suo obiettivo sui personaggi, mettendoli bene a fuoco e in piena luce. Di volta in volta, la sua lente inquadra personaggi diversi facendo emergere il “tipo” che è in ognuno di loro. La rappresentazione è icastica, coglie solo il necessario. Scompare ogni traccia di naturalismo pittorico, ciò si ravvede nel mancato uso del chiaroscuro o della tridimensionalità. Il risultato è uno stile particolarmente semplice ed essenziale, costruito sulla stilizzazione del segno e con grandi campiture riempite con colori vividi e intensi. L’incisività con cui l’artista dipinge i suoi personaggi, la concisione con cui tratteggia la sua galleria di tipi sono le stesse in tutta la sua produzione, che si tratti di disegni, di dipinti o di litografie.

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