
Quando si parla di artisti come Anaïs Nin, dai noti racconti erotici, si entra immediatamente in un campo minato, in cui i giudizi imperversano e la fanno da padroni. C’è chi approcciandovisi vuole leggervi le esperienze dell’autrice, chi ne giudica criticamente i risvolti più piccanti e voluttuosi, e, infine, non manca chi la definisce femminista, filosofa o chi la attualizza e la riusa solo come aforista sui social network.
Come sempre accade, gli artisti mutano, cambiano forma e si adattano a chi usufruisce della loro arte. Anche la fama di Anaïs Nin viaggia su questa altalenante variazione di pareri e di opinioni, che a volte arricchiscono ed esasperano le informazioni sul suo conto, ed altre volte – forse con maggior senno – si concentrano solo della sua arte. La fortuna postera di Nin ne ha, dunque, messo in luce due aspetti: il primo molto incentrato sulla sua vita personale, il secondo più volto all’approfondimento delle sue opere.
“Il Delta di Venere” di Anaïs Nin. Il boom dell’esordio
Il percorso professionale della scrittrice francese non è stato lineare o senza difficoltà, ma sempre nel segno della letteratura erotica. Anaïs Nin intraprende la sua carriera di scrittrice con un saggio su D.H. Lawrence e su “L’amante di Lady Chatterley”, romanzo che ha scosso i lettori benpensanti per l’attenzione dedicata al piacere femminile. La sua carriera non decolla, ma lei non demorde e appunta tutto sui suoi Diari personali, le cui pagine riempie ossessivamente. Verranno poi pubblicati postumi, divisi in 6 volumi, nei quali sono raccontate le sue vicende tra gli anni ’30 e gli anni ’60. La lettura integrale e senza censure dei “Diari” di Anaïs Nin permette un approccio totale e privo di filtri alla sua vita. In particolare gli scritti mettono in evidenza le sue esperienze sessuali, che, lungi dall’essere una narcisistica esibizione del suo privato – di cui viene a più riprese accusata -, creano una poetica narrazione del piacere femminile.
Una minor dose di poesia a favore di una portata maggiore e spregiudicata di sesso ed eros, fu la richiesta che un misterioso collezionista di libri rivolge all’amante di Anaïs Nin, Henry Miller, per entrare in possesso di racconti erotici d’impatto e originali. Miller la coinvolge nel progetto finendo per passarle completamente l’incarico. Da qui nasce “Il Delta di Venere” di Anaïs Nin, racconti erotici pensati per presentare il vastissimo mondo dell’eros. Dagli incontri occasionali ai rapporti duraturi, passando per quelli omosessuali, di gruppo o solo immaginati, la carica erotica dei racconti de “Il Delta di Venere” li imprime in modo indelebile nella letteratura mondiale, creando un esemplare unico di leggerezza e forza. Questa raccolta di racconti è forse l’opera più famosa di Nin, per la quale viene maggiormente ricordata, come lei stessa aveva predetto all’amico Tristine Rainer.
“La casa dell’incesto” e i racconti erotici di Anaïs Nin tra lirismo e surrealismo
Il successo de “Il Delta di Venere” di Anaïs Nin è innegabile. La narrazione trascina nel profondo delle pieghe dell’eros femminile e maschile. Tuttavia al tempo stesso rimane un’opera anche controversa, nella quale il giudizio negativo su determinati aspetti dell’eros potrebbero ragionevolmente prevalere. È proprio qui che si entra nel terreno più insidioso degli scritti di Anaïs Nin, al centro dei quali vi sono storie di esplicita pedofilia o incesti tra padri e figlie, o tra sorelle e fratelli.
Quest’ultimo risvolto occupa totalmente una delle primissime opere: “La casa dell’incesto” di Anaïs Nin. Qui ad emergere non è il tipo di amore su cui si impernia la storia, bensì la scoperta potente dell’eros. L’esperimento di quest’opera risiede nello stile narrativo, che unisce lirismo e surrealismo. La narrazione, qui più lenta e meno coinvolgente, è piuttosto complessa proprio per via dello stile elevato e del linguaggio simbolico, che usa immagini come la crepa, il fuoco, lo strappo per descrivere la tempesta dell’atto sessuale.
I racconti erotici di Anaïs Nin sono molto descrittivi, in quanto privilegia le scene che preludono l’incontro e poi l’atto sessuale in sé, soffermandosi sui dettagli degli amanti e dei personaggi dei suoi racconti. Tutto ciò crea una narrazione molto cinematografica, con immagini vivide, ma mai volgare, e in movimento tra l’inchiostro delle pagine. L’approccio a racconti erotici non è immediato, ma lo stile di Anaïs Nin invita il lettore ad un genere letterario delicato, che attiva e amplifica le percezioni dei sensi.