Il “Bacco” di Michelangelo Buonarroti nasce a seguito della vicenda della truffa del “Cupido addormentato”. La vittima, il cardinal Riario, dove aver scoperto l’imbroglio della scultura fatta passare per antica, non solo volle indietro il denaro versato, ma ebbe desiderio di conoscere l’abile scultore e da lì nacque la commissione del Bacco.
Il “Bacco ebbro” di Michelangelo. Incontro tra eleganza 400esca e rinascita dell’antico
La scultura del 1496-97 sita al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, diede nuovamente prova dell’abilità del giovane artista. È la prima vera occasione di confronto dello scultore con l’antico. Una prova molto importante, che poteva innalzare o, al contrario, mettere in luce la disparità con gli antichi e l’incapacità di misurarsi con questo. Il confronto con l’antico è una prova non di mera copia, ma dimostrazione di essere all’altezza di chi ha dettato le leggi dell’arte, di chi dopo secoli e secoli è ancora considerato come punto di riferimento. Michelangelo dimostrò di esserlo con la sua conoscenza delle opere scultoree di Donatello, con la sua genialità in un mix che diede vita ad un capolavoro. Convivono in armonia e sincronia eleganza quattrocentesca e rinascita dell’antico.
Il “Bacco ubriaco” di Michelangelo venne realizzato in modo ben studiato, l’angolazione e la postura non sono casuali. Il Dio è rappresentato in modo tale da poter essere notato da più punti di vista. Bacco nudo è rappresentato con in mano una coppa, mentre l’altra mano, lasciata cadere tra il fianco, entra in contatto con il satiro che, seduto su di un tronco, cerca di rubargli l’uva. Il Dio è ebbro, come suggerisce la sua posizione un po’ barcollante, uno sguardo non del tutto presente, la posizione della testa. Nonostante lo stato fisico raffigurato, Michelangelo è riuscito a rappresentarlo stabile. Il “Bacco ebbro” si mostra in bilico, fisicamente assente, ma la struttura è in equilibrio. Questa posizione barcollante non è un modello della statuaria antica, ma è frutto della sua genialità. Ecco che il grande artista dimostra non solo di essere all’altezza degli antichi, ma anche di dare un contributo personale.
Michelangelo e la truffa del “Cupido addormentato”
L’artista ebbe l’occasione di potersi trasferire nella capitale, ciò comportava poter ricevere grandi commissioni, soprattutto sperare in quelle pontificie. Qui Michelangelo venne coinvolto in una truffa, quella del famoso “Cupido addormentato”. Si tratta di una scultura in marmo di piccole dimensioni che venne eseguita da Michelangelo stesso. La vendita nell’ambiente fiorentino non fu facile. Il soggetto pagano ne impediva la compravendita, se si considera che in quell’arco temporale si vivevano le prediche di Savonarola. Lorenzo Popolano consigliò all’artista di spedirla a Roma tramite Baldassarre del Milanese, che vendette l’opera come antica e trovò come acquirente il cardinale Riario, nipote di Sisto IV.
L’inganno, tuttavia, non durò a lungo, anzi dopo poco si scoprì la truffa. A quel punto restituire indietro la somma versata era doveroso e naturale. Il cardinale, però, avanzò un’altra e diversa pretesa, quella di voler conoscere l’abile creatore di questa scultura che davvero sembrava antica. Inviò a Firenze un suo collaboratore, Jacopo Galli, che convinse Michelangelo a trasferirsi a Roma. Il trasferimento comportò la commissione del Bacco ebbro che gli permise di riscattarsi dalla vicenda della truffa che lo aveva coinvolto e di dimostrare e confermare non solo la sua bravura, ma la capacità di tenere il passo con gli antichi stessi. L’opera venne poi donata al Galli, dato che a Roma il tema dell’ebrezza e del Dio Bacco erano molto celebrati, ma erano sinonimi della dissolutezza della corte pontificia e non era consono ospitare la meravigliosa scultura in posti legati alla chiesa.
Il disegno di Heemskerck. Il “Bacco” di Michelangelo in mezzo alle antichità
Nel giardino di Jacopo Galli la scultura c’è sicuramente alla data del 1506, quando il maestro Maarten van Heemskerck lo disegnò in mezzo ad altre antichità. Un particolare, tuttavia, desta attenzione. Il Bacco di Michelangelo Buonarroti è mutilo, privo della mano con la coppa che invece tutt’ora possiede. Non è dato sapere la storia e le vicende. Alcuni ipotizzano che l’amputazione – o nel disegno o realmente effettuata sul Bacco e poi in un secondo momento integrata, dato che l’opera attualmente prevede la presenza della mano con la coppa – fosse un modo per far integrare al meglio l’opera con le altre sculture antiche situe il giardino di Galli. La scultura michelangiolesca, però, era nuova, e quell’amputazione gli avrebbe dato un maggior senso di antichità

