
“Il Pensatore” di Rodin è una delle sue opere più conosciute e conferma la fama dello scultore. Negli ultimi tempi, l’opera venne presa come modello per un richiamo all’uomo, alla sua profondità e interiorità. Nasce per decorare il timpano de “La Porta dell’Inferno” di Rodin e, nel suo intento originale, richiama il percorso tortuoso dell’animo di Dante Alighieri nella Divina Commedia. La scultura mostra con un semplice corpo nudo, in posizione seduta, non solo la potenza anatomica, il richiamo agli ideali michelangioleschi, ma anche il peso dell’anima e dell’introspezione.
Cosa pensa “Il Pensatore” di Rodin? Descrizione e analisi
“Il Pensatore” è raffigurato seduto al di sopra come basamento che dona alla scultura un sapore monumentale. La lastra marmorea usata come base ha il doppio fine di slanciare la figura umana e di donarle un gusto classico, forte ed eroico. Non a caso l’uomo ricorda la figura di un eroe dall’accezione quasi mitologica e divina. Il viso è in parte coperto dalla mano destra.
Poggiando il braccio destro sul ginocchio crea una “culla” per far reggere il volto stanco di pensieri. Non si è in grado di vedere completamente il viso né di captarne le emozioni. I pensieri danno peso al suo animo. Nonostante questo limite dato dalla posizione della mano e del viso, si riesce a cogliere la potenza espressiva dell’opera attraverso l’intero corpo. Un’emozione forte e profonda che travolge “Il Pensatore”, Dante, così come il suo spettatore. Con il passare del tempo l’accostamento che Rodin fece a Dante Alighieri cadde nell’oblio e questa scultura divenne il simbolo dell’uomo pensante, della riflessione interiore.
La tensione fisica rispetta quella spirituale e mentale. La posizione scomoda, sebbene stabile, da quasi un senso di disequilibrio emotivo, come se fosse difficile da sostenere e fosse necessaria una grande forza e resistenza per mantenere la posa così a lungo. “Il Pensatore” riflette, indaga nei meandri della sua interiorità e della sua psicologia, si interroga sui sommi concetti della moralità, degli astri, del destino -non dimentichiamo la sua prima destinazione!-. È in difficoltà, e così viene riprodotto anche sul piano fisico, eterno ammonimento alla necessità dell’indagine interiore.
“Il Pensatore” di Rodin rappresenta un dannato e un uomo libero, combattuto tra la dannazione, la sofferenza fisica e il desiderio dell’ascensione, la trascendenza dei limiti fisici attraverso la poesia.
La potenza anatomica di Michelangelo nella sofferenza del Pensatore
“Il Pensatore” di Rodin richiama dunque la tradizione italiana con Dante Alighieri, ma c’è molto di più. Per la raffigurazione è riconoscibile come modello il ritratto seduto di Laurent de Médicis di Michelangelo in scultura. La posa richiama anche “Ugolino” di Jean-Baptiste Carpeaux. La perfetta potenza anatomica del corpo del Pensatore, i muscoli scolpiti in una precisa tensione e la potenza dei sentimenti sono riferimenti alle celebri opere del Buonarroti, sculture potenti anatomicamente e cariche di espressività. Un connubio perfetto di potenza fisica e sentimentale.
La scultura mostra il richiamo alla magistrale lezione di anatomia michelangiolesca. Il busto, bisogna ricordare, non è completamente ben visibile per la leggera torsione che compie nell’appoggiare il gomito destro sulla gamba sinistra. Nonostante ciò, se ne comprende la forza e la prestanza fisica. Tutto il corpo e la muscolatura sono scolpiti in modo potente e intenso. Anche i semplici e minimi dettagli confermano la tensione, come la flessione degli arti inferiori. Non solo le dita dei piedi, anche i polpacci sono creati in modo tale da contribuire a questa resa finale.
In un viaggio a Firenze del 1875-76 ebbe infatti modo di incontrare Michelangelo Buonarroti. L’interiorizzazione di questa conoscenza è alla base della sua scultura. Il ricordo non persiste solo nelle anatomie, nella potenza della carne o nella corredata intensità del viso. Lo ritroviamo in un accenno al non-finito michelangiolesco, a quella non perfezione carica di sentimenti ed emozioni di opere che non necessitano di rifiniture per entrare nell’anima di chi le osservava.
“La Porta dell’Inferno” di Rodin
Dal 1880 al 1917 il ministro delle belle arti di Parigi, Edmond Turquet, commissionò ad Auguste Rodin la realizzazione di una porta decorativa per il nuovo ingresso del Museo delle Arti Decorative di Parigi. Rodin dedicò il resto della sua vita -30 anni fino alla morte- alla lavorazione della Porta senza riuscire mai a vederne la fusione in bronzo.
Rodin realizzò la Porta dell’Inferno -rimasta incompiuta- alta più di 4 metri e mezzo. La scelta della tematica a cui ispirarsi era libera e fu lui a prediligere la “Divina Commedia”, data la passione per il sommo poeta. 180 figure di varie dimensioni popolano la Porta tra cui “Il Pensatore”, nel timpano della Porta a vegliare su tutti i personaggi sottostanti. “Il Pensatore” di Rodin rappresenta quindi Dante Alighieri, un uomo pensieroso, dinnanzi alla porta dell’Inferno, assorto nei suoi pensieri immaginando il percorso che lo attende e che dovrà compiere.
Dove trovare “La Porta dell’Inferno” e la scultura “Il Pensatore”
Rodin scolpì “Il Pensatore” ma morì prima di assistere alla fusione della sua scultura, ma dal modello in gesso furono realizzati diversi originali. Attualmente la Porta dell’Inferno originale, in gesso, si trova al Musée d’Orsay, mentre la sua resa in bronzo al Musée Rodin di Parigi. Per il Pensatore la sorte è più particolare e dal 1888 è stato esposto in maniera autonoma. Fu ingrandita nel 1904 assumendo una dimensione monumentale e grande fama.
Nel corso del tempo sono state realizzate in tutto il mondo molte versioni de “Il Pensatore” di Rodin, tra cui una nei Musei Vaticani e una vicino la sua tomba, come richiesto da lui prima della morte. Luoghi pubblici e all’aperto e 20 musei ne custodiscono copie. Una versione de “Il Pensatore” di Rodin si trova anche nel Musée Rodin di Parigi insieme a “Il Bacio” e ad altre sue sculture.