“Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci. Il giallo irrisolto dell’arte

Salvator Mundi di Leonardo da Vinci

L’artista e inventore Leonardo Da Vinci nasceva il 15 aprile di 500 anni fa. È cresciuto in Italia formandosi e scoprendo la sua vita all’insegna delle sue più forti passioni. Ha anticipato i tempi in ogni campo e le sue strabilianti invenzioni sono ancora oggetto di studio e interesse. Attraversando differenti settori e cimentandosi in vari rami della cultura, Leonardo da Vinci non è stato solo un progettista e scienziato italiano, ma mostrava interesse e curiosità per qualsiasi disciplina si presentasse ai suoi occhi. Non solo l’arte – di seguito un approfondimento sul “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci -, ma tra le tante ricordiamo lingegneria e l’architettura, l’astronomia, l’anatomia e la musica. Delle opere pittoriche una che sta riaccendendo l’interesse negli ultimi tempi è proprio il “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci. Nel corso della storia questo quadro è scomparso diverse volte. Tutt’oggi se ne sono perse le tracce.

«Gli uomini di genio a volte realizzano di più quando lavorano di meno, perché stanno pensando invenzioni e formando nelle loro menti l’idea perfetta che successivamente esprimono con le loro mani.» – Leonardo Da Vinci

“Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci. Ricostruzione storica e la vera identità culturale

Il “Salvator Mundi” è un dipinto realizzato a olio su tavola di 66 x 46 cm e appartenente alla collezione privata di Abu Dhabi. È stato possibile visionare l’opera completa solo dopo aver effettuato un restauro nel 2011, in occasione di una mostra alla “National Gallery” di Londra. L’attribuzione dell’opera ha fatto parecchio discutere, non a caso è stata confermata da numerosi studiosi internazionali e smentita da altri. 

Le origini risalgono al periodo in cui gli Sforza, una nobile famiglia italiana, ha dominato il ducato di Milano dal 1450 al 1535. Leonardo da Vinci avrebbe riprodotto una tavola del “Salvator Mundi” per un committente privato. In principio il successo del quadro derivò da un’innumerevole quantità di copie riprodotte e la possibilità così di confondersi con l’opera principale. Secondo alcune fonti l’opera viaggiò per il mondo passando tra le mani di diversi proprietari. All’inizio era custodita in un noto convento di Nantes, poi divenne parte delle collezioni private di Carlo I di Inghilterra e infine si perse tra numerose raccolte. È stata valutata attentamente da esperti curatori prima di essere attribuita a Leonardo da Vinci, essere quindi custodita a Londra e contemplata da intere generazioni.

La notizia del ritrovamento è apparsa su varie riviste e quotidiani, poi nel 2013 è stata venduta per 75 milioni di dollari. Nel 2017 è stata data all’asta da Christie’s per 450,3 milioni di dollari – inclusi i diritti d’asta – ad un anonimo compratore, rendendola l’opera più costosa di tutta la storia.

La benedizione di Gesù con ornamenti dorati e colori stupefacenti

La preziosità del “Salvator Mundi” è la prerogativa fondamentale che contribuisce a renderlo non solo uno dei pochissimi quadri realizzati da Leonardo – appena venti in tutto il mondo – ma anche uno dei pochi che non appartiene ai musei ma ad una collezione privata sconosciuta. La riproduzione di Gesù Cristo appare a mezza figura. La mano destra è alzata in segno di benedizione, mentre la sinistra mantiene una sfera di cristallo, simbolo del potere universale. A conferire un effetto poetico è la lucentezza dei colori raffigurati, che catturano lo sguardo nonostante lo sfondo notturno in cui l’immagine è proiettata.

Le originali decorazioni della cornice dorata, la tunica azzurra e la carnagione luminosa completano la spettacolarità dell’opera d’arte. I segni anatomici del volto non vogliono comunicare alcun messaggio allo spettatore, Gesù è intento nella sua missione senza alcun tipo di intromissione esterna. Il restauro ha dato la possibilità di rendere il dipinto ricco di maggiori finiture e particolari iconografici. Durante i lavori è infatti emersa una distinta qualità cromatica paragonabile, secondo il parere dello storico dell’arte Pietro Marani, a quella dell'”Ultima Cena“.

Inseguendo le tracce del quadro scomparso

A giugno 2018 il Louvre di Abu Dhabi ha annunciato che l’opera sarebbe entrata a far parte della collezione permanente dello stesso museo, ma all’improvviso, senza alcuna spiegazione, l’esposizione è stata annullata perdendo le tracce dell’opera d’arte. Secondo quanto riportato dal “New York Times” sarebbe al centro di un intrigo che coinvolgerebbe il mondo dell’arte e le Corti Reali del Golfo Persico.

Intanto il 2021 si è aperto con un importante annuncio: sembrerebbe che abbia fatto finalmente la sua comparsa il “Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci in una casa di Napoli. Ma è realmente quello originale leonardiano? Il mondo dell’arte si divide in due file. La maggior parte dei critici d’arte parla di una copia attribuibile alla scuola leonardiana. In tal caso quindi il mistero che avvolge la sparizione dell’originale resterebbe ancora da svelare. C’è però anche chi sostiene che la mano sia proprio quella del Maestro Leonardo da Vinci. Insomma, il giallo continua.

 

1 commento su ““Salvator Mundi” di Leonardo da Vinci. Il giallo irrisolto dell’arte”

  1. Basta pensare al peso di una sfera di vetro piena, per capire che è una bolla di vetro. Se fosse stata piena era impossibile da tenere in quella posizione per tutto il tempo del dipinto

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.