Misterioso, enigmatico, storico e sorprendente. Quattro aggettivi che racchiudono l’anima del romanzo “Il segreto di Vivaldi” di Luciano Varnadi Ceriello. Una vicenda storico-avventurosa che vede protagonista un ex nazista allo scoppio della seconda guerra mondiale finalmente consapevole dell’essenza spietata del regime. Tra enigmi da risolvere e la riscoperta della propria missione, incontrerà diverse persone, tra cui un uomo storicamente e umanamente straordinario, il giovane sacerdote Karol Wojtyla.
«Nessun essere umano può vivere senza la prospettiva di un futuro. Se hai sbagliato, l’unico modo per sentirti in pace con te stesso è rimediare.»
“Il segreto di Vivaldi”: luoghi, musica ed enigmi
“Il segreto di Vivaldi” è ambientato all’inizio degli anni ’50 e ruota attorno quattro città: la mistica e occulta Torino, la misteriosa e indecifrabile Mantova, la passionale e spensierata Venezia e la religiosa e rivelatrice Cracovia. Lungo il suo itinerario Reinhard visita anche altri luoghi che si riveleranno importanti, tra cui Monaco di Baviera.
La descrizione degli spazi in cui si muove il protagonista è dettagliata e ricca di curiosità, vengono raccontate anche diverse leggende come quella del pescatore veneziano Orio e della sirena Melusina. La scrittura del racconto è fluida, al contrario la descrizione degli eventi oscilla tra presente e passato senza complicare la lettura, che al contrario si presenta intrigante e stimolante.
Tra le pagine del romanzo sono disseminati diversi enigmi che Reinhad deve decifrare: un invito che si estende in maniera implicita anche al lettore coinvolto attivamente nella lettura e non solo fruitore passivo della storia.
Alla fine del libro sono presenti i testi delle canzoni che l’autore ha composto ispirandosi alla musica delle “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi; le tracce fanno parte di un disco dal titolo “VivaldInKanto- Le quattro stagioni-Opera POP”. Luciano Varnadi Ceriello, infatti, è anche un cantautore che non separa mai la musica dalla scrittura ritenendola fondamentale in ogni suo scritto.
La notte dei lunghi coltelli e l’odio nazista verso gli omosessuali
Accanto ai viaggi e agli enigmi c’è la storia. Reinhard è un ex nazista, di conseguenza affiora il tema della persecuzione ebraica con descrizioni crude e forti.
«Non mi hanno più permesso di lavarmi tutti i giorni, mi hanno costretta a pulire le case dei generali tedeschi utilizzando la mia biancheria intima, che poi avrei dovuto indossare così sudicia»
Tuttavia maggiore approfondimento è riservato all’odio nazista rivolto agli omosessuali. Dalle pagine del romanzo, supportate da un’attenta ricostruzione storica, viene fuori che in un primo tempo l’omosessualità era tollerata dai nazisti. Molti membri delle SA (le squadre d’assalto) non erano eterosessuali e non facevano nulla per celare questo aspetto della loro vita. Nei campi, in cui si addestravano i più giovani membri delle SA, veniva praticato il nudismo maschile allo scopo di esaltare, attraverso la perfezione dei corpi nudi, le qualità dell’ uomo ariano: virilità, forza e coraggio.
Nel 1932 Ernst Rohm, dichiarato omosessuale e comandante delle SA, venne accusato di approfittare del suo grado di comandante per molestare i suoi giovani sottoposti e in quell’occasione Hitler lo difese. In seguito, il partito socialdemocratico nel tentativo di indebolire quello nazista pubblicò alcune lettere di cui era entrato in possesso: gli autori erano Ernst Rohm e altri suoi commilitoni che scrivevano parole d’amore e passione ai loro amanti uomini.
Dal momento che per Hitler era fondamentale aumentare i membri della razza pura attraverso la crescita demografica. Decise così di colpire gli omosessuali e molti di loro, tra cui lo stesso Ernst Rohm, furono uccisi o arrestati nel corso della notte dei lunghi coltelli consumatasi tra il 29 e il 30 Giugno 1934.
«ci bastava scambiarci un sorriso quando ci incontravamo durante i lavori forzati. Un giorno, un nostro sguardo fu intercettato da un Kapò che fece rapporto al comandante in capo di Auschwitz. […] lui è certamente ebreo perché è circonciso, in più è anche omosessuale, ammazziamo lui e con la sua morte infliggiamo una punizione esemplare al suo amico»
La storia ufficiale che trova spazio nei testi scolastici spiega che Rohm e altri membri delle SA premevano per realizzare i punti socialisti presenti nel programma di fondazione del partito nazista. Questo, però, avrebbe significato incrinare i rapporti con industriali e finanziari che ormai appoggiavano Hitler, di conseguenza il fuher per tenere saldo il potere decise di eliminare i capi delle SA. In un colpo solo provò ad estirpare due problemi spinosi per il suo regime.
“Il segreto di Vivaldi” ha fiducia del cambiamento, mostra una radicale consapevolezza nel processo di trasformazione e maturazione di Reinhard, un uomo in bilico tra bene e male, ma interessante proprio perché in tanti si possono riconoscere in questo eterno dualismo umano.
La trilogia di Luciano Varnadi Ceriello
“Il segreto di Vivaldi” è un romanzo autoconclusivo e allo stesso tempo è l’ultimo della trilogia dedicata a Reinhard Freedmann, composta da “Il segreto di Chopin” e “Il segreto di Marlene”. L’ispirazione della trilogia è musicale.
Luciano Ceriello ha raccontato che “Il segreto di Chopin” è nato a seguito di un sogno in cui lo stesso Fryderyk Chopin gli ha chiesto di musicare il Notturno Op. 9 N.2, dedicato alla madre. Il libro si sofferma sulla conversione di Reinhard, resa possibile anche dal ricordo della madre, donna religiosa e devota. Il testo è stato accompagnato dall’uscita di un album dal titolo “Oniric Chopin (ProsiMeloMetro N.1)”. Inoltre il romanzo è stato inserito tra i primi 5 migliori libri usciti in Italia nel corso del 2017.
Pure “Il segreto di Marlene” è ispirato dalle musiche del compositore Felix Mendelssoh e presenta il viaggio che porta il protagonista dalla Polonia al sud Italia, allo scopo di cogliere l’essenza della sua vita. Si rafforza l’importanza dell’elemento religioso, fondamentale anche nell’ultimo volume. Molti i riconoscimenti ottenuti dai primi due romanzi.
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