La Sacra famiglia con un pastore di Tiziano. Adorazione in armonia di luce

“Sacra famiglia con un pastore” di Tiziano Vecellio è un interessante caso pittorico. Si parla in questo caso di un’opera che si pone a metà tra il tema della Natività e quello dell’Adorazione.

Solitamente la “Natività” -uno dei temi prediletti in pittura, specialmente tra Medioevo e Rinascimento- si riferisce alla scena con Gesù Bambino vegliato dai genitori. Quando vengono aggiunte ulteriori figure come altri santi, i re magi o dei pastori, si parla nello specifico di “Adorazione”. Per questo motivo la “Sacra famiglia con un pastore” è conosciuta anche come l'”Adorazione dei pastori” di Tiziano. La tela è stata realizzata intorno il 1516 ed oggi si trova alla National Gallery di Londra.

La “Sacra famiglia con un pastore” di Tiziano Vecellio: descrizione e analisi

I soggetti della “Sacra famiglia con un pastore” sono immersi in un confortevole ambiente campestre. Dopo i timidi tentativi di Giorgione, è senza dubbio Tiziano il primo, tra i maggiori artisti, ad aver valorizzato il potenziale espressivo della natura.

«I suoi paesaggi hanno un’anima» – Louis Hourticq

Al centro della scena vi è il Bambino Gesù, il suo sguardo è attento e rivolto verso l’umile pastore venuto ad adorarlo. Il neonato è adagiato tra le braccia della Madonna, sul cui volto traspare un po’ di stanchezza. San Giuseppe gli accarezza paterno la piccola gamba nuda, tiene saldo in mano il bastone -simbolo di protezione– e osserva vigile il pastorello. Quest’ultimo è ritratto di spalle. Lo spettatore nota a malapena i suoi connotati perché il giovane è accorso per omaggiare Gesù. Il  viso del pastore è totalmente rapito dalla Sacra Famiglia e ciò gli rende indifferente la presenza di ulteriori persone.

Dietro Maria sono visibili il bue e l’asino. La loro presenza non solo fa comprendere che la grotta è nelle vicinanze, ma dà conferma che il soggetto trattato è quello della Natività. Non solo, oltre la figura di San Giuseppe, è visibile in lontananza la scena dell’angelo che annuncia ai pastori la nascita del Salvatore. Tutti loro, rimasti ancora sullo sfondo della scena, sono simboleggiati dal pastore protagonista. 

I colori della “Sacra famiglia” racchiusi in tratti realistici

I colori caldi e brillanti, rendono il quadro vivace, data anche la presenza dell’immancabile rosso, tonalità tiziana pura e luminosa per eccellenza. Per la veste di Maria vengono scelti i classici azzurro e rosa in quanto simbolici. Il rosa della veste richiama la purezza della vergine, mentre il candido azzurro del manto indica il cielo, il luogo da cui Gesù è disceso per farsi uomo sulla terra.

Le figure sono monumentali e curate nei dettagli, basti notare la naturalezza delle pieghe che si formano sugli abiti. Ciò è tipico dell’epoca rinascimentale e dell’arte di Tiziano, che in ogni sua opera rende grandiosi i soggetti al fine di conferire loro dinamismo ed energia.

Il quadro trasmette quiete, enfatizzata dalla resa dettagliata della campagna. La veridicità che permanea il dipinto si spiega notando che ogni espressione dei personaggi è modellata sul vero, non appare artificiosa. La vivacità è dovuta anche alla scelta del momento rappresentato, di una scena che è di per sé una delle più gioiose tratte dal Vangelo.

La tecnica pittorica di Tiziano Vecellio

L’effetto brillante è frutto del tipico modus operandi di Tiziano Vecellio. Palma, il giovane pittore veneto e allievo dello stesso Tiziano, testimonia che il suo maestro era solito preparare le tele stendendo come base un miscuglio di colori dalle varie tonalità. Lasciato come sottotraccia del dipinto, questo insieme di tinte era in grado di accentuare lo splendore di ogni elemento realizzato.

Le analisi ad infrarossi testimoniano anche che per la “Sacra famiglia con un pastore”, Tiziano ha abbozzato un disegno previamente. Si sono trovate infatti tracce di un pennello a inchiostro grigio-nero, rimarcando solo alcune linee e lasciando indefinite le altre. Questo modo di procedere verrà poi abbandonato per essere ripreso con le opere della maturità.

L’interesse di Antoon van Dyck per l'”Adorazione dei pastori” di Tiziano

La “Sacra famiglia con un pastore” di Tiziano forse non rientra tra i dipinti più ricordati del Vecellio, tuttavia riuscì ad attirare l’attenzione di un grande artista fiammingo. Antoon van Dyck ricopiò l’opera con la tecnica dell’aristotipo, ossia utilizzando un tipo di carta da stampa ad annerimento diretto. Con probabilità van Dick ammirò il quadro a Roma, dove rimase con sicurezza fino al 1693.

La copia della “Sacra famiglia con un pastore” di Antoon van Dyck è inserita all’interno del taccuino italiano, un libretto di 121 fogli, riempito durante il suo soggiorno italiano tra il 1621 e il 1627. L’opuscolo contiene riflessioni, appunti e soprattutto copie delle opere d’arte dei grandi artisti rinascimentali: tra questi Tiziano era il suo artista italiano prediletto, al punto da aver ricopiato almeno 19 sue opere.

Questa tela non si distacca dal resto della produzione per l’innovazione, ma colpisce la delicata resa della grazia e dell’armonia che domina la scena. Insieme alla quasi bucolica ambientazione rurale, queste caratteristiche hanno reso celebre la Natività di Tiziano. Qualsiasi classifica di opere d’arte, visibile on line e non solo, non può evitare di menzionare questo gioioso dipinto tiziano.

Datazione e paternità della “Sacra famiglia con un pastore” di Tiziano

Purtroppo non ci sono fonti attendibili che ci istruiscano sul motivo che portò il giovane Tiziano a realizzare questa Natività, né sappiamo se fu commissionata da qualcuno. Sebbene in via ufficiale il dipinto sia databile al 1516, in realtà viene citata spesso la data del 1510.

Ciò avviene perché gli storici dell’arte hanno rinvenuto alcune somiglianze con un altro dipinto del Vecellio, “San Marco in trono”, realizzato tra il 1510 e il 1511. Qui il fisico possente di San Marco ricorderebbe la monumentalità di Giuseppe ne “La Sacra famiglia”. Allo stesso tempo, però, il quadro avrebbe una luminosa somiglianza cromatica che lo avvicina alla “Sacra Conversazione Balbi” del 1512-1514.

Non sono mancati dubbi anche circa la paternità dell’opera, dal momento che per un periodo è stata attribuita persino a Pàris Bordone, pittore trevigiano che lavorò diverso tempo a fianco di Tiziano. Tuttavia questa ipotesi sembra priva di fondamento, perché l’arte di Bordone si è subito indirizzata verso la disarmonia manierista, al contrario del dipinto di Tiziano che è molto armonico.

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