Sul personaggio Katia Ricciarelli è stato scritto tanto -anche troppo- ma mai abbastanza della soprano Katia Ricciarelli. La sua vocalità, la sua storia di riscatto e resilienza: ineguagliabili.
Biografia di Katia Ricciarelli. Gli esordi
Donna caparbia, dal carattere forte e deciso, che ha conquistato il successo grazie alle sue indubbie note vocali. Maria Stella Ricciarelli inizia in salita la vita per Catiuscia, nata da una relazione della madre vedova e con già due figlie. La precoce passione per il canto trovò supporto economico nei sacrifici della madre e della sorella, che con il loro lavoro pagavano le lezioni della piccola cantante, e nei suoi con il lavoro da commessa e operaia in una fabbrica di mangiadischi. Ricciarelli compì i suoi studi presso il Conservatorio “ Benedetto Marcello” di Venezia, dove ebbe per insegnante la celebre Iris Adami Corradetti, mentore inserapabile per tutta la sua carriera.
Esordì nella “Bohéme” di Puccini nel 1969 a Mantova, ma spiccò il volo nel 1971, trionfando al Concorso Internazionale “Voci Verdiane” bandito dalla RAI. Alla prova finale, svoltasi presso il Conservatorio “Verdi” di Milano, Katia Ricciarelli eseguì un’aria del “Corsaro”, tra le meno note di Verdi. Conquistò l’auditorio, il pubblico la chiamò alla ribalta per ben due volte. Eppure lei non pensava certo di vincere e non aveva nemmeno l’abito di circostanza. Si sarebbe “rifatta” in seguito, con mises e gioielli costosi che non si fece mai mancare, come non fece mai mancare alla madre ed alla sorella tutti gli agi che le sue floride condizioni economiche le consentivano.
«Non mi sono mai lasciata mancare niente. Morirò senza un soldo, ma mi sono goduta a vita.» – Katia Ricciarelli
Cosa ha fatto Katia Ricciarelli? Successi e collaborazioni
La sua voce dal timbro caldo e chiaro, morbido e luminoso ed il repertorio da soprano lirico, fatto di eroine infelici e contrastate, le aprirono le porte dei più grandi teatri lirici mondiali.
Il suo naturale talento per una vocalità agile, la spiccata musicalità ed il senso del fraseggio, i suoi celebri filati, le smorzature ed i pianissimi risuonarono alla Lyric Opera di Chicago, al Metropolitan di New York, alla Royal Opera House di Londra, alla Scala di Milano. Purtroppo non riuscì a superare del tutto alcune difficoltà riscontrate con gli acuti e ciò portò ad un prematuro declino della sua voce.
Katia Ricciarelli ha interpretato vari personaggi delle opere più celebri di Puccini con la notevole interpretazione della dolce schiava suicida per amore, Liù, nella Turandot. Ma anche di Verdi impersonando Desdemona nell’“Otello” con Placido Domingo e di Donizetti con Lucrezia Borgia. Ha cantanto sotto la guida di direttori d’orchestra del calibro di Herbert von Karajan (in una celeberrima “Tosca” ), Claudio Abbado, Zubin Metha.
Il periodo di più grande successo di Katia Ricciarelli fu quello tra gli anni 70 e 80 del Novecento. Negli anni Ottanta iniziò la sua decennale collaborazione con il “Rossini Opera Festival”, dove stabilì un primato di successi: “Semiramide”, “La donna del lago”, “Bianca e Falliero”, “La gazza ladra”.
Nel 1991 fondò l’”Accademia Lirica Internazionale Katia Ricciarelli” per educare giovani voci e fare conoscere nuovi talenti. Nel 1994 ha poi ricevuto l’onorificenza di “Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana” per i suoi meriti artistici.
Quando Katia maledì il pubblico della Scala
Nel 1989 durante la replica della “Luisa Miller” alla Scala di Milano, fortemente contestata da un pubblico certamente non benevolo nei suoi confronti, Katia Ricciarelli dissimulò un “Che Dio vi maledica!” rivolto proprio al pubblico tra le battute del suo personaggio. Da quella volta non avrebbe più cantato alla Scala.
L’affaticamento vocale che portò al ritiro dalle scene
In questo periodo iniziò a risentire di un certo affaticamento vocale dovuto anche al suo desiderio di non risparmiarsi nelle esecuzioni.
Rodolfo Celletti, uno dei maggiori esperti italiani di voci, che pure aveva amato la Ricciarelli, ebbe a dire che la sua voce era stata rovinata dall’aver “cantato troppo e in ruoli inadatti”. Per Celletti aveva cantato benissimo “Suor Angelica” nel suo debutto alla Scala: a suo parere “Quella era la vera Ricciarelli”.
«Batoste, ne ho avute molte ma ne sono sempre venuta fuori. Ho sempre amato anche i miei errori.. Non ho rimpianti. E niente tragedie»
La fama di film e sceneggiati
Con la regia di Franco Zeffirelli e partner Placido Domingo, nel 1985 interpretò il film per il cinema e la tv “Otello”, che le donò successo e visibilità, aprendole le porte del cinema e degli sceneggiati televisivi. Conseguì un notevole successo anche in questo nuovo percorso, specialmente negli anni successivi al suo graduale ritiro dalle scene teatrali.
Si ricorda la sua pregevole interpretazione nel film “La seconda notte di nozze” per la regia di Pupi Avati che le valse il Nastro d’Argento. Nonostante il carattere notoriamente fumantino di Ricciarelli, Avati di lei disse: “Mai avuta un’attrice così disponibile”, segnale della reale umiltà con cui si approcciò al mondo del cinema, così diverso da quello teatrale anche nell’interpretazione.
Numerose le partecipazioni di Katia Ricciarelli come ospite in varie trasmissioni televisive. Fu l’occasione per sperimentare oltre il repertorio lirico, anche quello classico napoletano oltre che le più famose melodie pop.
Non si è risparmiata nulla, la Ricciarelli, partecipando anche ad un reality come il Grande Fratello VIP nel ruolo di concorrente ed opinionista.
La forza di una piena vita sentimentale e artistica
Sulla vita sentimentale di Katia Ricciarelli si è scritto molto. Basti ricordare la lunga relazione con il tenore José Carreras, suo partner anche sulla scena, e quella con Paolo Grassi, Sovrintendente della Scala. Katia Ricciarelli ha poi sposato Pippo Baudo, giungendo dopo 18 anni alla separazione e al divorzio, senza per questo rinunciare alla possibilità di trovare l’amore.
Di lei si può dire: soprano, attrice, fondatore e direttore di Accademia, protagonista di cronaca rosa e di reality. Ma soprattutto una donna forte, che ha saputo sempre rialzarsi dopo ogni caduta, dal carattere spigoloso e schietto, senza veli o compromessi.
«Soprattutto, non voglio fare il confronto con me stessa. A quella che sono stata, a quella che sono. La realtà è quella di oggi e posso guardarla in faccia senza sotterfugi.»