“Le Indomabili” di Daniela Musini oltre il femminismo, su bellezza e oscurità

Fresco di stampa, “Le Indomabili” di Daniela Musini è un volume denso di curiose informazioni sulle vite di 33 donne dall’animo indomito e fiero. Chiunque abbia mai assistito ad una presentazione di un libro di Musini, sa quanta teatralità risiede nei suoi gesti e nella sua voce. Donna dai mille talenti – pianista, attrice e autrice di teatro, scrittrice – e vincitrice di numerosi premi, risparmia all’uditorio l’elenco tratto dal suo curriculum, servendosi di armi ben più convincenti per attirare gli sguardi su di sé. La voce e il portamento. Con solo questi, e il presupposto che non si tratta di un libro femminista, Musini riesce a catalizzare le attenzioni.

“Le Indomabili. 33 donne che hanno stupito il mondo” di Daniela Musini. Il perchè di una lettura sorprendente

Dopo aver ascoltato la lettura di alcuni brani de “Le Indomabili”, si crede di avere piena padronanza di ciò che si sta per trovare tra le pagine. Che grande ingenuità! A leggerlo, da donna, ci si potrebbe sentire un tantino in colpa. Alcuni nomi possono suonare nuovi, altri, seppur conosciutissimi, assumono una forma diversa attraverso la penna raffinata di Musini, che ne svela l’anima indomabile. Sì, perché il libro, sequel de “Le Magnifiche” e secondo di una già preannunciata trilogia, presenta un sottotitolo che completa perfettamente quello principale, e che definisce le protagoniste: «donne che hanno stupito il mondo».

La sorpresa è davvero una componente vincente del libro di Daniela Musini, visto che chi legge vi troverà una quantità di informazioni che, certamente, soddisferanno i lettori più voraci. Allo stesso tempo, anche i miti verranno demoliti e le leggende umanizzate. Ce n’è per tutti i gusti ed elencare ogni singolo nome sarebbe una lungaggine, ma basta evocarne qualcuno per capire la portata delle donne rievocate: Agrippina, Ipazia, Coco Chanel, Frida Kahlo, Édith Piaf e moltissime altre.

Uno sguardo alle vite

Dal momento che le pagine sono davvero fitte e dense di avvenimenti e informazioni, è necessario avvertire chi le leggerà che si potrebbe perdere tra i loro meandri e nell’arco temporale amplissimo tracciato. La vita di ognuna di loro è costellata di eventi e fatti più o meno piacevoli, che accolgono o fronteggiano, a seconda dei casi, a volto scoperto e con sguardo fiero. È vero, ogni esistenza è diversa, ma mai come nella lettura di questo volume, ci si rende conto di quanto spesso siano anche simili.

Innanzitutto la dose comune di ironia -tragica, a volte- che si imprime sugli eventi. Le coincidenze e la fatalità di trovarsi nel posto, giusto o sbagliato, al momento, più o meno, propizio. Quella usata da Daniela Musini ne “Le Indomabili” è certamente un’ironia che dà pepe e vitalità ad una lettura che, a volte, rischia di girare su sé stessa e ripetersi, tra scene di vita simili e una sovrabbondanza di aggettivi piuttosto ridondanti. Ma tutto le si perdona, visto che sono proprio questi elementi ad illuminare un punto nodale che sorge nella lettura. Tutte le vite si assomigliano e tutte sono contrassegnate dalla perpetrazione di tradimenti, e dal rincorrersi di nomi e date segnanti.

“Le Indomabili” non si propone di esaltare il femminismo, quanto di proporre esempi di doppio, di bellezza e oscurità

Daniele Musini stessa le ha definite «donne lontane dalla mia etica, ma affascinanti perché personaggi da teatro». Dietro la stesura di ogni capitolo c’è tanto lavoro e studio -e si nota-, ma non solo. Il vero fascino di questo volume sta proprio nell’autentico interesse dell’autrice a scandagliare il privato e il pubblico di personalità travolgenti e passionarie, per raccontarne una storia nuova. Una lettura arricchente, con un taglio teatrale e la leggerezza di una pièce, ma senza tentativi di santificare donne complesse, talvolta egocentriche o madri pessime, altre ancora simboli di intelligenza e sensibilità indomite.

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