Le modelle di Georges Seurat. Dolcezza e poesia dai toni rosati

“Le modelle” di Georges Seurat è un dipinto del 1888. La composizione è rappresentativa di un noto movimento artistico che prende vita nel 1800 ed è denominato Puntinismo. Questa tendenza si caratterizza per la scomposizione dei colori in piccoli punti accostandoli sulla tela senza mescolarli tra di loro, per far sì che la fusione avvenga direttamente nella rete ottica dell’osservatore.

Il pittore francee Georges-Pierre Seurat sostiene la tesi secondo cui l’immagine vista dall’occhio umano è formata da tanti minuscoli puntini che vengono poi rielaborati in una seconda fase dal cervello, costituendo alla nostra mente un’immagine cosciente unitaria. L’artista francese immagina dunque di dipingere ciò che emerge dall’occhio retinico e non celebrale. 

«L’originalità dipende solo dal carattere del disegno e dalla peculiare visione di ogni artista.»

“Le modelle” di Georges Seurat. Il fascino della classe femminile in tre pose naturali

L’opera è stata eseguita con la tecnica dell’olio su tela e presenta le dimensioni di 199,5 X 250 cm. È possibile ammirarla alla Barnes Foundation di Filadelfia. Osservando il dipinto con estrema acutezza, ciò che risalta immediatamente all’occhio dello spettatore è la riproduzione della stessa modella in tre posizioni differenti. Ad una prima chiave di lettura l’opera ci appare come una classica scena di modelle, viste dall’interno dell’atelier di un artista, dove sono visibili tre giovani donne nude.

Una modella appare seduta di schiena sulla sinistra, un’altra perfettamente al centro in piedi e l’ultima modella è riprodotta di profilo, intenta a infilarsi una calza. Le figure sono esili, sfuggenti e colte sul punto di vestirsi. I capelli sono raccolti in un’acconciatura precisa e raffinata. Totalmente prese dall’abbigliamento da indossare, le tre modelle sono probabilmente collocate in una camera da letto.

Tra i particolari dell’opera d’arte spicca l’espressione severa e autoritaria della figura centrale, il cui sguardo indagatore rivolto verso la nostra direzione dimostra di essere il fulcro dominante del dipinto. Le gambe sono rigorosamente delineate e slanciate, le braccia e le dita delle mani sono incrociate e intente a nascondere le parti intime, ma al contempo mostrando una posizione naturale e spontanea, non studiata. Al contrario, le altre due figure sono riprodotte in forma disinvolta e distratta.  

Lo studio della figura umana immersa in uno spazio naturale

Georges-Pierre Seurat dipinge la composizione all’interno del suo studio dopo intere settimane di lavoro, per smentire la concezione secondo cui il suo modo di fare pittura fosse ancorato agli spazi aperti e naturali. Si dedica così alla rappresentazione della figura umana. 

Nella stanza sono presenti diversi oggetti che conferiscono un tocco di quotidianità all’intera opera. Si notano ad esempio gli abiti lanciati alla rinfusa sul pavimento, le scarpette con un fiocco, gli ombrellini parasole, un cappello, un cestino e un ventaglio. I colori si alternano tra le tonalità calde del giallo, rosso e arancione, per poi scambiarsi con i toni piuttosto freddi del blu e del viola

La parte centrale della parete è occupata da alcuni dipinti, mentre quella laterale è dominata dal grande capolavoro intitolato “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte”, realizzato dallo stesso Seurat qualche anno prima. L’opera sottolinea non solo il brusco passaggio della gradazione dei colori adoperati, ma è la testimonianza di un forte attaccamento allo spazio naturale come prerogativa immancabile all’interno dell’opera. 

Il soggetto si ispira ad un’altra opera  – eseguita dall’autore precedentemente con un formato più piccolo – e da altri dipinti che raffigurano le figure femminili nella stessa posizione. È possibile che queste opere siano state riprodotte in contemporanea alla seguente per studiare e sperimentare alcuni problemi legati alla tecnica stilistica del puntinismo. 

«Alcuni dicono che vedono la poesia nei miei quadri. Io vi vedo solo la scienza.»

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